Close Menu
    Facebook X (Twitter) Instagram
    Trending
    • Parata d’Arte a Paratissima
    • The ugly stepsister
    • Un sorso di te : TAPPE, BIVI E SVOLTE
    • Cinque secondi
    • Limbo
    • Zucca non solo Halloween
    • Bugonia
    • Dracula: L’amore perduto
    Facebook Instagram
    Dol's Magazine
    • Pari opportunità
      • DIRITTO
      • DONNE E POLITICA
      • DONNE E SPORT
      • PARITA’ DI GENERE
      • DONNE E FILOSOFIA
    • Lavoro
      • BANDI, CONCORSI E PREMI
      • DONNE E ARTE
      • DONNE E ARCHITETTURA
      • DONNE E DENARO
      • MAMME E LAVORO
      • IMPRENDITORIA FEMMINILE
      • RISORSE UMANE
    • Donne digitali
      • ARTE DIGITALE
      • INNOVAZIONE
      • TECNOLOGIA
    • Salute e benessere
      • FOOD
      • GINECOLOGIA
      • NUTRIZIONE
      • MENTAL TRAINER
      • PSICOLOGIA
      • SESSUOLOGIA
    • Costume e società
      1. AMBIENTE
      2. ATTUALITA’
        • Good news
        • Think positive
        • Bad news
      3. CULTURA
        • Libri
        • Film
        • I racconti di dols
        • Mostre
      4. LIFE STYLE
      5. SOLIDARIETA’
      6. VIAGGI
      7. FACILITIES
      Featured

      Parata d’Arte a Paratissima

      By Stefi Pastori Gloss30/10/20250
      Recent

      Parata d’Arte a Paratissima

      30/10/2025

      The ugly stepsister

      30/10/2025

      Cinque secondi

      27/10/2025
    • INIZIATIVE
      • CONDIVIDI CON DOL’S
      • EVENTI
        • Calendario eventi
      • TEST
      • LE DONNE ITALIANE
      • SCRIVILO SU DOL’S
        • Scritti su dol’s
    Dol's Magazine
    Home»Pari opportunità»Parità di genere»Perchè un dipartimento per le mamme e non per i genitori?
    Parità di genere

    Perchè un dipartimento per le mamme e non per i genitori?

    Antonella GramignaBy Antonella Gramigna27/07/2017Nessun commento5 Mins Read
    Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
    e-lavoro-tempo-pieno-mamma-bimbo
    2
    Share
    Facebook Twitter LinkedIn Pinterest Email

    “Dipartimento Mamme”. All’inizio pareva quasi uno scherzo, la notizia corre sul web e nei social e si comprende, via via leggendo, che non lo è. Essere mamme è una condizione e la maternità è un diritto

     

    Era già stato annunciato mesi fa, e già allora aveva suscitato un vespaio, ma non se ne è tenuto di gran conto, pare. Beninteso, mamma è la parola più bella che possa esistete. La prima che impariamo a pronunciare, e spesso l’ultima prima di andarcene per sempre. Perchè è vero che a lei si deve l’accudimento sia per nove mesi che dopo, la sicurezza, due braccia sempre disposte a proteggerti e capirti. Salvo rare (per fortuna ) eccezioni, è cosi. Essere mamme è una condizione e la maternità è un diritto. Ma pur ritenendo scelta coraggiosa questa, c’è da chiedersi quale sia l’obbiettivo vero di questo Dipartimento, cioè per meglio dire, se si tratta di porre l’accento su tutto quanto investe il ruolo della maternità nella società, a partire dal mondo del lavoro e dei servizi dedicati alla genitorialità,e magari anche sulle ricadute socio economiche di questa condizione, sulla mancanza di diritti, e via discorrendo.

    Perchè è vero che la maternità si trova ad affrontare una serie di problematiche, ma in larga misura non investono solo le mamme, ma le donne, tutte. Tanto per dire, nel mondo del lavoro, le donne vengono discriminate in quanto tali, a prescindere dalla condizione legata alla maternità. Possiamo asserire che prima da donne, poi da mamme, continuano a subire le stesse pressioni, innegabilmente. Ciò indipendentemente dalla condizione, ma come donne in quanto tali, e del ruolo in cui sono confinate a prescindere dall’avere o meno figli. Una delle domande nei colloqui è proprio quella sulla fertilità o sul desiderio di voler concepire un figlio. Sul diventare mamme, genitrici appunto. Credo che sia isolante è riduttivo il termine, seppure bellissimo. In qualche modo limita e confina, perchè non dimentichiamolo, la maternità non investe solo le donne ma l’intera famiglia, addirittura i nonni.

    Nel leggere la interessante riflessione della deputata Fabrizia Giuliani su Unitá, che condivido integralmente in quanto ribadisce il concetto linguistico che cerco di sottolineare, ribadisco che il linguaggio cambia e si evolve esattamente come la società. Parlare di “ mamme” è sostanzialmente fare un salto nel tempo, rivedere la donna-femmina, come fattrice e non come soggetto che contiene, sì, il ruolo, ma non solo quello. Oggi essere mamme è essere donne super impegnate, con mille interessi e spesso con posizioni professionali di rilievo. Come si può pensare che le battaglie politiche per i diritti alla maternità, quindi ai migliori servizi, alle uguaglianze nel mondo del lavoro, a livello salariale, e contro tutte le discriminazioni legate ad essa riguardino solo ed unicamente le mamme. E’ innegabile, è la donna-mamma in primis a subire di più le difficoltà, ma se non si arriva ad avere una visione di insieme, a poco serve questa scelta politica. Da un po’ di anni a questa parte si parla di coppia, di famiglia, dove anche il compagno, marito e padre ha un ruolo fondamentale, anche di cura e di educazione. Pur capendone l’intenzione, pregevole, dobbiamo dirlo, nell’intento, è bene ribadire che il problema non è singolo, ma collettivo. Diventare genitori coinvolge sia le donne che gli uomini, la società tutta, il mondo lgbt, quello delle adozioni, ed intendo includere anche tutte le donne che non ne possono avere oppure hanno scelto di non averne. E’ un tema molto delicato, lo abbiamo visto dall’esplosione dei social, dove si passa dalla piena esaltazione della scelta da parte dei “ fedelissimi” alla ira vera e propria di chi vede l’ennesima scivolata politica, magari utile in vista delle prossime elezioni ma non consona.

    Sarebbe stato assai migliore un osservatorio (ma perché poi chiamarli Dipartimenti, non si sa) sulla famiglia, intesa in senso collettivo, mamme, babbi, e tutti quelli che vi ruotano attorno. Si parla tanto di Pari opportunità, di diritti di tutte e di tutti, a partire giustamente dal cambiamento nell’uso del linguaggio, che sappiamo produrre effetti ghettizzanti. Si declinano i termini con la desinenza finale femminile nelle professioni ma se pensiamo al termine “mamme” nella sua eccezione linguistica, lo limitiamo proprio nel suo significato culturale. Ed è appunto discrimine relegare un dipartimento solo a questo, lo è come dicevo prima, verso i padri, che da sempre si sentono estromessi nel ruolo genitoriale, seppur nel tempo stanno avendo sempre più ruoli fondamentali tanto che di babbi- mammi ce ne sono tantissimi.
    Per varie ragioni sono loro spesso che si dedicano alla cura dei figli, se per ragioni di turni di lavoro si rende impossibile per le mamme. Come si può limitare una battaglia politica per i diritti ad essere mamme, senza includere il diritto alla genitorialità, che invece è centrale non solo per ovvie ragione affettive e di crescita dei figli, ma anche per tutto il tema della conciliazione lavoro famiglia. Ciò significa relegare il babbo a mero appoggio strategico, un qualcosa che c’è ma non è la mamma, quindi non effettiva metà della famiglia. E quando ci sono due babbi? E due mamme? Che facciamo? Forse è mancato quel buon senso che avrebbe dovuto tener di conto di tutto questo,perchè le politiche per la famiglia sono importantissime, uno Stato che mette in pole position la necessità di supporto, attraverso tutte le possibili misure attuabili, sia per dare a tutti questa possibilità, che al fine di una crescita demografica ad oggi in calo, è necessario e sacrosant, ma per essere universale (come i diritti dovrebbero essere) non può rivolgersi solo a una componente del nucleo familiare, scegliendo solo la mamma. Sarebbe stato di gran lunga preferibile allargare l’ambito delle Pari opportunità, inserendo anche il welfare, la salute, il lavoro e le politiche della famiglia. Perchè tutto ciò fa parte dell’universo genitoriale. Politiche mirate ad un solo soggetto sono fallimentari. Lo sappiamo, e quindi, Perchè?

    Share. Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
    Antonella Gramigna

    Antonella Gramigna, classe 1956, marchigiana di nascita ma toscana da sempre, abito a Pistoia. Laurea in Comunicazione, Master in Orientamento e Promozione della salute, Corso regione Toscana sulla Partecipazione. Mi occupo di informazione, comunicazione istituzionale e politica, ma soprattutto nel campo della salute e corretti stili di vita.Sono Cons. nazionale di Associazione di cultura e politica Litaliaintesta Membro di “ The Nanyuki Furaha Foundation” , Kenya .Coordinatrice gruppo regionale toscano “ Stili di vita” Stati generali delle Donne. Free lance su varie testate tra le quali : Psychomedia, Affaritaliani ( Rubrica Tuttasalute), QS ( quotidiano sanità), redattrice Gazzetta di Pistoia & Provincia, La Voce di New York

    Related Posts

    Luana Sciamanna

    17/06/2025

    La crisi della cura nel capitalismo neoliberista

    14/12/2024

    women and the city

    09/10/2024
    Leave A Reply Cancel Reply

    Captcha in caricamento...

    Donne di dols

    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Post su Instagram 18319752424246834 Post su Instagram 18319752424246834
    Quale dei due occhiali vi piace di più? Quale dei due occhiali vi piace di più?
    Post su Instagram 18378432838148503 Post su Instagram 18378432838148503
    Picasso Picasso
    Alla fabbrica del vapore Alla fabbrica del vapore
    Un film romantico anche se si tratta di Dracula Re Un film romantico anche se si tratta di Dracula Recensione di Adriana Moltedo..
    Milano al mattino Milano al mattino
    Post su Instagram 18296933272249712 Post su Instagram 18296933272249712
    Coltivazioni Erbacee di Stefano Arienti a Parma c Coltivazioni Erbacee di Stefano Arienti a Parma  con la curatela di Elena Bray a Palazzo Marchi
    Duomo di Parma Duomo di Parma
    Interessante mostra di Stefano Arienti. A Palazzo Interessante mostra di Stefano Arienti. A Palazzo Marchi a Parma con la curatela di Elena Bray
    Mostra di Stefano Arienti a Palazzo Marchi a Parma Mostra di Stefano Arienti a Palazzo Marchi a Parma con la curatela di Elena Bray
    Palazzo Marchi a Parma Palazzo Marchi a Parma
    Musica al museo della memoria Musica al museo della memoria
    Mostra di Stefano Arienti a Parma a Palazzo Marchi Mostra di Stefano Arienti a Parma a Palazzo Marchi con la curatela di Elena Bray
    Post su Instagram 18360082396092443 Post su Instagram 18360082396092443
    Sanseveria Sanseveria
    Hangar Bicocca Hangar Bicocca
    Post su Instagram 18159220348385999 Post su Instagram 18159220348385999
    Post su Instagram 18106256878614500 Post su Instagram 18106256878614500
    Carica altro Segui su Instagram
    Quando verrà la fin di vita

    le stagioni della verità

    Questo mio corpo

    Amazon.it : Questo mio corpo

    CHI SIAMO
    • La Redazione
    • La storia di Dol’s
    • Le sinergie di dol’s
    • INFORMATIVA PRIVACY
    • Pubblicizza su Dol’s Magazine
    • Iscriviti a dol’s

    Questo sito non è una testata giornalistica e viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale.
    Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001
    © 2025 Dol's Magazine. All Rights Reserved. Credits: Dol's Magazine

    Questo sito non è una testata giornalistica e viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale.
    Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001
    © 2025 Dol's Magazine. All Rights Reserved. Credits: Dol's Magazine

    Type above and press Enter to search. Press Esc to cancel.

    Questo sito utilizza cookie, eventualmente anche di terze parti, per offrirti una migliore esperienza di navigazione.
    Per saperne di più clicca qui, procedendo nella navigazione o cliccando su OK acconsenti all’uso di tutti i cookie.
    OK