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    Home»Costume e società»Cultura»le donne di casa medici»Maddalena de la Tour d’Auvergne
    le donne di casa medici

    Maddalena de la Tour d’Auvergne

    DolsBy Dols02/02/2017Updated:08/09/2017Nessun commento9 Mins Read
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    Maddalena de la Tour d’Auvergne
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    L’unione in matrimonio del giovane  Lorenzo II de’Medici con una fanciulla francese, la diciassettenne e ricca Maddalena, molto vicina alla corte di Parigi  figlia di Giovanni III de la Tour d’Auvergne e della principessa reale Giovanna di Borbone-Vendôme sancisce un’altra alleanza.

    di Livia Cruciani

    In piazza della Signoria, a Firenze, passeggia una giovane donna, bella e raffinata, che non comprende e non parla l’italiano. È una ragazza venuta da oltralpe, entrata in città al braccio del nuovo signore di Firenze Lorenzo II de’ Medici: è Maddalena de la Tour d’Auvergne.
    La giovane donna è veramente preziosa per la città toscana e per i Medici ma, purtroppo, è altrettanto sfortunata. Preziosa perché, per lignaggio e per dote, il suo matrimonio illumina la famiglia medicea e garantisce una strategica alleanza tra la Francia, il papato e Firenze; sfortunata perché muore ad appena vent’anni, dopo aver partorito l’erede per la nobile casata fiorentina. Nonostante la sua vita sia stata tanto breve, tuttavia è lei la chiave di volta per la famiglia de’ Medici.
    Siamo all’inizio del 1500 e Papa Leone X, al secolo Giovanni de’Medici, sta giocando una difficile partita a scacchi in campo politico ed è disposto anche a sacrificare qualche alfiere, se non lo ritiene più un alleato importante. È questo il destino di Francesco Maria I Della Rovere, Duca d’Urbino, che non aveva seguito il pontefice nella battaglia di Marignano contro i francesi: le sue terre vengono affidate, non per caso, a Lorenzo II de’ Medici, figlio di Alfonsina Orsini e Piero il Fatuo, fratello di Clarice nonché nipote del papa e signore di Firenze.
    È ora il turno di muovere scacco a un re e Leone X si rivolge al sovrano di Francia, Francesco I. Fino a poco tempo prima i rapporti con questa potente nazione erano stati molto tesi, ma ora al re servono nuovi accordi con Roma a discapito di Austria e Spagna, mentre il pontefice ambisce a un matrimonio di classe per il suo pupillo Lorenzo.
    È così che le due parti convergono su un punto assai vantaggioso per entrambi: unire in matrimonio il giovane Medici con una fanciulla francese, la diciassettenne e ricca Maddalena, molto vicina alla corte di Parigi visto che è la figlia di Giovanni III de la Tour d’Auvergne e della principessa reale Giovanna di Borbone-Vendôme.
    Lorenzo viene invitato da Francesco I al battesimo del Delfino il 25 aprile 1518: “Il Cristianissimo [Francesco I] vuole che Nostro Signore sia suo compare e mandi il Duca a tenere suo figlio a battesimo et ordina di fargli tutti gli onori che sono possibili”, scrive l’ambasciatore di Firenze a casa Maddalena de la Tour d’AuvergneMedici. Si è pronti a partire: il tempo è mite, le giornate lunghe e il fiorentino si imbarca con il suo seguito su una sontuosa nave carica di doni preziosi: nelle stive ci sono trecentomila ducati da versare alla sposa, suppellettili, opere d’arte e due quadri dal valore inestimabile, San Giorgio che abbatte il drago e La sacra famiglia di Raffaello.
    Le nozze sono celebrate una settimana dopo il battesimo, il 2 maggio, nel suggestivo castello di Amboise, il prediletto del re perché costruito a formare un ponte da una parte all’altra di un fiume. La sposa, a cui Lorenzo non ha nulla da obiettare perché è davvero “très belle”, è accompagnata all’altare dal sovrano in persona. Alla regale coppia fa omaggio tutta la nobiltà di Francia, tutti gli ambasciatori e gli stranieri che in quel momento si trovano a corte. Ai festeggiamenti segue un banchetto, nel cortile della residenza protetto da drappi, in cui davvero non si bada a spese: quarantacinque portate, ognuna accompagnata da uno squillo di tromba e dallo chef, litri e litri di vino versati da alacri coppieri, posate e vassoi d’argento, coppe preziose, piatti smaltati, danze di corte e popolari per allietare il pranzo. Durante il banchetto di nozze gli sposi siedono accanto al sovrano e alla regina Claudia; con loro anche la madre del re, Luisa di Savoia, sorella di Filiberta da poco vedova di un altro Medici, Giuliano duca di Nemours. A conclusione della giornata Maddalena viene accompagnata dalla regina Claudia di Francia al talamo nuziale dove si trova Lorenzo: le cronache riferiscono che lo sposo dimostra di aver “bene laborato lo possesso” e che il matrimonio viene consumato. Come per tutte le nozze di alto lignaggio, l’obiettivo principale è dar vita a una nutrita schiera di eredi e garantire il proseguimento della stirpe.
    Anche i giorni seguenti sono allietati da giostre e giochi. Lo sposo stesso partecipa ai tornei per provare alla sua bella dama il valore posseduto con la spada: in sella a un destriero bianco mostra a tutti i presenti di essere lui a occupare il cuore di Maddalena, stringendo sopra l’armatura lucente la sciarpa con i suoi colori.
    Le settimane seguenti i novelli sposi cavalcano per andare a visitare i numerosi possedimenti nella terra di Bretagna, molto vasti perché Maddalena è la figlia di Giovanni conte di Boulogne e di Caterina Bourbon de Vendome, orfana fin da bambina e dunque erede insieme alla sorella Anne, sposata con il duca d’Albany, di tutte le proprietà della famiglia. Veramente una donna da sposare: bella e immensamente ricca!
    All’inizio di settembre Maddalena e Lorenzo tornano a Firenze e il 7 settembre si celebra il trionfale ingresso in città: vestita con un abito di foggia tedesca, la novella sposa entra nelle vie fiorentine circondata da quaranta tra le più illustri fanciulle della nobiltà e accolta dalla suocera, Alfonsina Orsini, sulle scale del palazzo di via Larga. La corte medicea non vuole essere da meno di quella d’oltralpe e di nuovo si ripeterono grandi festeggiamenti, tre giorni di giostre, balli, musiche e recite, dopotutto ci si deve mostrare all’altezza della Francia. Nell’archivio digitale su Palazzo Medici Riccardi è possibile rivivere quelle giornate memorabili: “Lungo la facciata del palazzo su via Larga fu alzato un palco alto due metri ornato da un arco trionfale e da una bellissima copertura discendente ai lati. […] Il banchetto si svolse in forma privata nel giardino su retro del palazzo, che per tale occasione era stato lastricato in pietra e dunque trasformato in una sorta di secondo cortile, più ampio e luminoso di quello porticato al centro dell’edificio. L’area così rinnovata era ornata da statue antiche […]. Le pareti del recinto, così come quelle degli interni e della facciata dell’edificio, erano rivestite di arazzi, che dovevano essere più di trecento, tutti in seta e ricamati con figurazioni fantastiche e di animali. Si disse che doveva trattarsi di un regalo del papa visto che l’arazzo più modesto doveva valere più di cinquanta ducati d’oro. […] Sopra alla tavola dove sedeva la duchessa fu posto un importante dipinto appena giunto da Roma: il Ritratto di Leone X e i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi realizzato nello stesso 1518 da Raffaello su commissione dello stesso pontefice […]: il dipinto così concepito svolgeva il ruolo di un vero e proprio ritratto di stato, sostituendo la persona di Leone X che non poteva essere ‘fisicamente’ presente a quel matrimonio dalle forti valenze politiche.”
    La corte medicea, da sempre culla di straordinaria cultura, decide anche di organizzare la messinscena di tre rappresentazioni teatrali, una per ogni serata di festeggiamento, fra cui forse la Mandragola di Niccolò Machiavelli; dopo gli spettacoli le dame si dedicano alle danze sopra il palco esterno sospeso lungo la facciata.
    Al termine dei festeggiamenti nuziali è la volta di un’azione scenica conclusiva, che rimanda a riferimenti classicheggianti e ha toni encomiastici, seguita dal trionfo di Imeneo, dio delle nozze.
    Non molto tempo dopo, forse con la complicità anche di Imeneo, Maddalena riamane incinta, un lieto evento per la famiglia de’ Medici che iniziava a non avere più molti eredi: sembra veramente che la buona sorte baci gli sposi. Ma la dea bendata è proverbialmente mutevole, dà e toglie a suo piacere. Lorenzo inizia ad aggravarsi irrimediabilmente, minato forse dalla tubercolosi, forse dalla sifilide, tanto che non riesce più ad alzarsi dal letto. Maddalena porta avanti la sua gravidanza e il 13 aprile 1519 nasce “Madonna la Duchessa” Caterina che fu portata al capezzale del padre che ha “parimenti preso quel piacere che se fussi stato maschio”.
    La bambina non conoscerà mai né il padre, né la madre. Maddalena muore pochi giorni dopo il parto per una febbre puerperale, che mieteva molte vittime fra le donne; Lorenzo qualche settimana dopo, senza nemmeno ricevere la nuova proposta del re di Francia che, informato della morte della giovane moglie, è bendisposto a “dargli un’altra bella e ricca consorte”.
    Caterina rimane sola, viene prima affidata alla nonna Alfonsina e poi alla zia Clarice che la accoglie in casa e la segue affettuosamente insieme alle sue figlie e ai suoi figli. Per la neonata Medici il destino ha in serbo un futuro da assoluta protagonista: erede universale della casata fiorentina e della casata Boulogne, dopo che la zia è morta senza figli lasciandole anche i possedimenti inglesi, troverà il suo posto tra i reali di Francia come consorte di Enrico II, figlio di Francesco I.

    Il testo è tratto dalla ricostruzione storica pubblicata su “Memorie” nel sito www.toponomasticafemminile.com

    livia-crucianiAutrice –  Livia Cruciani, da sempre appassionata di letteratura, in particolare di libri gialli, e di poesia, ha conseguito nel 2014 la laurea triennale in “Letteratura Musica e Spettacolo” e nel 2016 la laurea magistrale in “Filologia Moderna”. Pur cosciente delle difficoltà inevitabili che potrà incontrare sulla sua strada, avendo scelto studi universitari di ambito letterario, rimane determinata a continuare il suo percorso e a seguire le sue grandi passioni. Contemporaneamente agli studi ha lavorato come assistente vendite e animazione per bambini e bambine nella “Nuova Libreria all’Olimpico” di Roma e aiutato nello studio delle materie letterarie ragazze e ragazzi più giovani.

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