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    Dol's Magazine
    Home»Donna e lavoro»Le gelsominaie
    Donna e lavoro

    Le gelsominaie

    DolsBy Dols12/06/2015Updated:12/06/2015Nessun commento4 Mins Read
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    gelsominaie al lavoro
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    Raccogliere gelsomini era una pratica difficile e faticosa: si svolgeva di notte poiché era il momento di massima fioritura del fiore.

    di Kira Kotliarewsky

    Sono apparse in mezzo ai viburni le farfalle crepuscolari…

     … È l’alba: si chiudono i petali un poco gualciti; 

    si cova, dentro l’urna molle e segreta, non so che felicità nuova.”

    IL GELSOMINO NOTTURNO Giovanni Pascoli

     

    “È mezzanotte, sento che la mamma si muove, allora mi sveglio anch’io e mi preparo. Mi chiamo Andrea, l’aria è calda e dolciastra di primavera: è tempo di gelsomini!

    In questa stagione i miei genitori sono contenti, quindi sono contento anch’io: è il 1955, lavoro non ce n’è, quando si può fare qualcosa, aiuto anch’io in casa. Abitiamo a Grazia, sopra Milazzo, questa zona è ricca di gelsomini: noi usciamo di casa, andiamo verso Santa Lucia per 300 mt e siamo arrivati al campo del padrone. C’è un altro campo andando anche nella direzione opposta, lungo 1 km ma noi ce ne stiamo sempre più vicini.

    Io e la mamma siamo fortunati perché abbiamo degli stivali e il solito grembiule doppio che invece hanno tutte: uno lungo sotto e uno che si piegava sopra, più sottile e leggero. Lì raccogliamo tutti i fiori e quando arriva ad essere pieno lo scarico nella cesta. La cesta di solito sta all’inizio del filare e in una notte capace che arrivavamo a fare anche 400 mt di arbusti, per un totale anche di 4 Kg.

    Quando piove la mamma e le sue amiche sono contente: dicono che la cesta a fine turno pesa di più ma io mi stufo a raccogliere con la pioggia e mi viene anche freddo! Poi camminare nel fango è faticoso, anche se noi abbiamo i piedi riparati.

    Il lavoro si faceva concentrati, rapidi e in silenzio, solo verso mattina quando eravamo tutti molto stanchi ci si rilassava un po’, si cantava ma sempre stando attenti a come ci si esprimeva: non c’era grande libertà di espressione. Poi c’era un po’ di rivalità paesana: ci si guardava e ci si studiava, sempre cortesi ma guardinghi.

    La cosa che mi piaceva di più erano i treni e i colori. Le ceste andavano a riempire i vagoni di un treno che partiva per la Francia abbastanza presto: io e i miei amici andavamo a vederlo partire e fantasticavamo su questo lungo viaggio. Quando invece c’era la luna piena o abbastanza piena si vedevano benissimo questi filari di gelsomini tutti bianchi, carichi di fiori che verso l’alba diventavano tutti verdi.”

    Maria Aragona è nata a Milazzo, Messina nel 1927 ed era mia nonna. Andrea Kotliarewsky è suo figlio, (nonché mio padre). Figlia minore di 4 fratelli, nella Sicilia del dopo guerra, svolgeva lavoro nelle campagne come molte donne di origini umili in quel periodo. Quando c’era lavoro, c’era speranza: erano anni di grande bisogno.

    Raccogliere gelsomini era una pratica difficile e faticosa: si svolgeva di notte poiché era il momento di massima fioritura del fiore, con i piedi scalzi nel terreno umido, chine, con spesso i bambini addosso se non si sapeva a chi lasciarli, per una piccola paga, corrisposta a peso rispetto al quantitativo portato a fine nottate e comunque sempre la metà rispetto ai compensi maschili.

    Che emozione nel leggere una via dedicata a questo umile lavoro! Una volta quasi ci si vergognava a dirlo anche se le mani tradivano sempre le tue origini, oggi vado fiera delle mie origini e radici che affondano, come in questo caso, veramente sul terreno profumato.

    Faccio parte di una generazione che ha studiato, sono nata al nord e ho avuto il privilegio di iniziare a lavorare dopo i 20 anni: i racconti di mio padre mi sembrano fantascienza, il rispetto per preservare la fanciullezza e l’innocenza dei bambini lo do per scontato, invece mi confronto con un padre che ha iniziato a lavorare a 6 anni, che ha conosciuto il sacrificio e la mancanza ma per questo non mi ha mai fatto mancare nulla economicamente.

    La metà degli anni ’50 sono anni di lotte sindacali: le donne si organizzano per chiedere condizioni di lavoro e retribuzioni più oneste. Vinceranno la loro battaglia nel tempo, fatto di piccole conquiste. Il siciliano ha un cuore d’oro ma è orgoglioso e diffidente, si difende con il sarcasmo e l’umorismo lo aiuta ad affrontare la vita anche con leggerezza.

    Molte donne di Milazzo si sono sapute far valere e hanno lottato per un miglioramento che ha prodotto i suoi frutti collettivamente e non poteva esserci riconoscimento migliore che dedicare loro una via.

    Ora è necessario far conoscere questa storia alle nuove generazioni di Milazzo, che crescono in una piana dove di gelsomini ne sono rimasti ben pochi. Io comunque ho tre bei vasi nel mio balcone di Bologna, che ora ha le gemme.

     

     

    gelsomino
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    Dols

    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Terrazzo un fiore Terrazzo un fiore
    https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gi https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gioco/

E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
“ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
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    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

https://www.dols.it/2025/05/04/la-statuaria-torinese-una-disputa-femminista/
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    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
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    CHERASCO PIEMONTE CHERASCO PIEMONTE
    Tra pregiudizi di genere e grande determinazione Tra pregiudizi di genere e grande determinazione

Cambiare vita, dare spazio ai propri desideri e fare quello che davvero ci piace è il sogno di molti,
ma realtà per pochi. Lo conferma l’analisi di Hays Italia in collaborazione con Serenis, il 40% degli
intervistati non è per nulla contento della propria condizione lavorativa e il 60% pensa con
regolarità a un cambio radicale della propria esistenza.

https://www.dols.it/2025/04/16/francesca-rizzo-imprenditrice-di-successo-a-bali/
    Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni con mia cugina, che vive in Germania. Lei è alevita e ha sposato un ragazzo sunnita originario di Erzurum. Eppure, nonostante entrambi appartengano al popolo curdo, le differenze religiose sono bastate a creare muri. La famiglia del marito fatica ad accettarla, ritenendo gli aleviti culturalmente ed eticamente inferiori. Questo mi ha portato a riflettere su una dinamica universale: la tendenza dell’essere umano a costruire confini invisibili, a classificare, separare, giudicare.

Quante volte, da immigrati, ci siamo sentiti dire: “Se tutti fossero come voi, così integrati, sarebbe diverso”? Quante volte il nostro valore è stato misurato in base alla capacità di adattarci, di “assomigliare” alla cultura dominante? Ma questa non è una dinamica esclusiva delle migrazioni o della religione. Ovunque, gruppi diversi si osservano con sospetto. Il “diverso” fa paura.

Se ci spostassimo in un villaggio del Togo, del Senegal, del Congo, del Tibet, della Birmania o del Perù, troveremmo le stesse dinamiche: anche all’interno della stessa etnia, le tribù si guardano con diffidenza. Come se l’altro fosse meno degno, meno umano. È un istinto antico, quasi animale, nato dal bisogno di proteggere il proprio spazio. Ma qui nasce il paradosso: gli animali conoscono il proprio territorio e lo rispettano. Noi esseri umani, invece, non facciamo altro che invadere, appropriandoci, giudicando, alimentando paure e pregiudizi grandi come montagne.
https://www.dols.it/2025/04/16/pregiudizi-paura-e-confini-invisibili-il-difficile-cammino-dellumanita-verso-laccettazione/

⸻
    Regia di Guido Chiesa Prodotto da Iginio Straffi e Regia di Guido Chiesa
Prodotto da Iginio Straffi e Alessandro Usai
Con Micaela Ramazzotti, Edoardo Leo, Gloria Harvey, Andrea Pisani, Anna Bonaiuto
Al cinema dal 17 aprile
https://www.dols.it/2025/04/15/30-notti-con-il-mio-ex/
    https://www.dols.it/2025/04/14/shirin-neshat-a-mil https://www.dols.it/2025/04/14/shirin-neshat-a-milano-al-pac-con-body-of-evidence/

E’ la prima ampia mostra personale in Italia dell’artista iraniana; che attraverso le sue opere filmiche e fotografiche esplora le rappresentazioni identitarie del femminile e del maschile nella sua cultura.
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