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    Dol's Magazine
    Home»"D" come Donna»Freelance di guerra per scelta
    "D" come Donna

    Freelance di guerra per scelta

    Caterina Della TorreBy Caterina Della Torre30/11/2014Updated:07/12/2014Nessun commento7 Mins Read
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    schiavullii-freelance
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    Freelance italiani di guerra. Ne parliamo con Barbara Schiavulli

    Barbara Schiavulli, 37 anni, è una giornalista di guerra. Si occupa soprattutto di Medio Oriente. Ha seguito la seconda Intifada, i conflitti in Kashmir, Afghanistan, Haiti e Iraq. Nei suoi reportage combina la cronaca con la denuncia dei crimini contro l’umanità. Scrive per «L’Espresso», «l’Eco di Bergamo», «Il Messaggero», «La Stampa» e collabora con radio e televisioni.

    Ho sempre amato  e stimato i reporter specie se di guerra. Non parliamo  se il reporter è una donna.. Ma non sempre questa professione è ben retribuita, sebbene spesso molto rischiosa.

    Abbiamo parlato con  Barbara Schiavulli,  freelance italiana  di giornalismo di guerra in Italia, una professione da lei amata e sempre ambita  nel suo percorso di vita e di carriera. Ma rischio da lei preso è stato doppio: la pelle e le tasche. Infatti non essendo sostenuta economicamente da nessuna grande testata, rischia di suo, nonostante la  riconosciuta bravura ed esperienza, doti  che in Italia  non sono premianti.

    Hai scritto anche dei libri? 
    Sì,  due libri, ed un terzo  ”Guerra e guerra’  da poco uscito, e ho ricevuto alcuni  premi.. Il
     mio lavoro è quello di indagare, scoprire e scrivere. Penso di essere  molto fortunata perché fin da piccola sapevo quale fosse la mia strada ed ho potuto perseguirla.

    Cosa vuol dire essere freelance oggi in Italia?
    Il giornalismo è una professione, ma dobbiamo fare i conti con il paese in cui ci troviamo dove la qualità e la professionalità, ha smesso da lungo tempo ad essere la priorità dei giornali e forse di qualsiasi altra cosa. Il giornale deve vendere e fare utili ed in un paese dove si legge poco  non è un obiettivo facile da raggiungere.

    Tu lavori soprattutto sull’estero. Ma in Italia gli esteri sono trascurati…
    Gli Esteri contano sempre meno perchè non fanno vendere. Nessuno comprerà un giornale  perché io ho scritto un pezzo su qualche crisi nel mondo.

    Se mi occupassi di  politica o gossip, avrei  la vita più semplice, ma quegli argomenti non interessano  me, ci sono persone molto più brave di me che lo fanno già.

    L’informazione internazionale non dovrebbe essere tra le pagine dei giornali perché vende, ma perché dovrebbe essere il fiore all’occhiello di un giornale, perché tengono  informato il lettore e lo  rendono  partecipe di quello che accade anche nel mondo  e non solo sotto casa sua. Questo è il cuore del significato del giornalismo. Invece molti  si accontentano dei report di twitter, o delle agenzie giornalistiche che fanno un lavoro importante, ma non sufficiente a spiegare quello che accade.

    Ma e gli inviati? Freelance anche loro?
    I giornali ora, non hanno quasi più inviati, e quelli che sono rimasti sono frustrati quasi quanto i freelance perché non vengono mandati quasi più in giro.

    Il freelance all’estero funziona come qualsiasi consulenza, si viene ingaggiati per una storia, si viene pagati, si viene assicurati e quando si finisce, tutti amici come prima. In genere, all’estero, i freelance sono grandi giornalisti, è gente  è in grado di offrire qualcosa che il reporter normale non fa o non può fare. In Italia è l’esatto contrario. I freelance non hanno uno contratto, non hanno una lettera di accredito, non hanno un’assicurazione. E non hanno un tariffario, sono i giornali che decidono quanto ti pagano.
    All’inizio della mia attività di freelance I giornali mi hanno pagato bene. E io scrivevo molto, visto che la guerra costa. Poi le cose sono cambiate.

    Quando finivo i miei soldi, ci sono stati colleghi e colleghe che mi hanno aiutata. Quando andavo da sola, lavoravo come una matta per scrivere il più possibile calcolando che se scrivevo cinque pezzi al giorno per i quotidiani, aggiungendo qualche radio e settimanale, potevo farcela. Di giorno lavoravo e la sera scrivevo fino alla nausea. Ma ci riuscivo. I conti tornavano. Facevo la vita di cinque giornalisti, ma la facevo. Ero fiera di me.

    I quotidiani, fino a qualche anno fa, pagavano tra i 150 e i 200 euro, con un picco di 450 per La Stampa che mi ha fatto scrivere delle paginate bellissime. La mia competizione era con i colleghi assunti.

    E adesso le cose c0me vanno?
    Le cose hanno cominciato a cambiare. Una crisi finanziaria e anche mentale dentro i giornali e nel paese. Ora i giornali pagano poco, e se non accetti non scrivi. Questo è un fatto. Non ci sono vie d’uscita. Nessuno è indispensabile. Via uno, sotto un altro. Il giornalista è l’unico mestiere che può fare chiunque, se non si chiede un alto livello.

    guerrae-guerraE’ un lavoro rischioso fare il reporter in aree calde…
    Dopo il sequestro di Giuliana Sgrena  venne chiesto ai giornalisti di non tornare in Iraq. Io non accettai, per me era un dovere professionale essere in Iraq e raccontarlo insieme ai colleghi del resto del mondo. Sapevo che era rischioso, sapevo che ero sola più che mai, ma sapevo che non mi sarei mai perdonata di aver abbandonato una storia.

    Sono andata in Iraq frequentemente, fino a quando non sono tornati, anni dopo, anche gli altri colleghi.
    Sono andata avanti,  collaborando con chi mi voleva, soprattutto per l’Espresso, credendo per una volta di aver trovato il giornale che sognavo

    E poi?
    Poi è iniziata la crisi, i giornali hanno cambiato direttori, redattori, molti sono andati in prepensionamento e qualcosa di tremendo è successo: è mancato chi il mestiere lo avesse macinato oltre la scrivania. All’improvviso si doveva pagar meno, non importava chi e come scrivesse.

    Hai c0llaborato anche con altri?
    Sì  e  ora vengo alla peggiore collaborazione di sempre, quella col Fatto Quotidiano. Ho cominciato a scrivere dal numero zero, strappando un compenso da 150 euro a pezzo, mi sono lanciata, loro credevano in un nuovo giornale e volevo crederci anche io. Dopo nove mesi e tante storie tra Afghanistan, Yemen, e vari altri posti, non mi avevano ancora pagata. Non riesco a pagare le mie spese e tanto meno a partire, a quarant’anni mi sento come chi ha perso un lavoro senza mai averlo avuto, senza alcuna agevolazione perché non ho mai avuto un contratto. I freelance sono peggio degli immigrati clandestini. Nessuno ci vede.

    Adesso che fai?
    A 37 anni sei nel fiore della tua maturità professionale, scrivere non ha età. Ma io non posso competere con uno che viene pagato per scrivere e ha pure la pensione..

    E Internet ha tolto spazio ai giornalisti?
    La vastità di Internet fa credere di avere un sacco di informazioni, di cui però nessuno è sicuro, perché manca la professionalità di chi poteva garantire una notizia. Si perde la voglia di approfondire, di godersi un articolo scritto bene che ti trasporta lì dove le cose accadono, ci si nutre di politica e di pettegolezzi, ci si abitua a non pensare e a non chiedere.

    Molti tuoi colleghi si riciclano..
    Si. mi i dicono che  mi devo riciclare, che bisogna essere aperti ai cambiamenti, che bisogna trovare altri modi, perché alla fine quello che conta è potersi sostenere. Ma io sono al bivio:  continuare a credere che fare cultura sia importante anche quando nessuno la vuole, o mollare.

    Dovrei pensare a me. Ma sull’ orlo di un paese in crisi, invece di trovarmi un lavoro concreto, vorrei fondare un giornale. Per adesso ho appena aperto il 22 novembre , Radio Bullets, con  un notiziario radioofnico (a cura di Barbara Schiavulli, reporter di guerra, e Alessia Cerantola, giornalista in Asia), che sarà messo online ogni giorno. Anche su Facebook

    E inizia la mia nuova avventura.

    =========================================

    Leggi anche intervista ad Alessia Cerantola

     

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    Caterina Della Torre
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    Proprietaria di www.dols.it di cui è direttrice editoriale e general manger Nata a Bari nel 1958, sposata con una una figlia. Linguista, laureata in russo e inglese, passata al marketing ed alla comunicazione. Dopo cinque anni in Armando Testa, dove seguiva i mercati dell’Est Europa per il new business e dopo una breve esperienza in un network interazionale di pubblicità, ha iniziato a lavorare su Internet. Dopo una breve conoscenza di Webgrrls Italy, passa nel 1998 a progettare con tre socie il sito delle donne on line, dedicato a quello che le donne volevano incontrare su Internet e non trovavano ancora. L’esperienza di dol’s le ha permesso di coniugare la sua esperienza di marketing, comunicazione ed anche l’aspetto linguistico (conosce l’inglese, il russo, il tedesco, il francese, lo spagnolo e altre lingue minori :) ). Specializzata in pubbliche relazioni e marketing della comunicazione, si occupa di lavoro (con uno sguardo all’imprenditoria e al diritto del lavoro), solidarietà, formazione (è stata docente di webmarketing per IFOA, Galdus e Talete). Organizzatrice di eventi indirizzati ad un pubblico femminile, da più di 10 anni si occupa di pari opportunità. Redattrice e content manager per dol’s, ha scritto molti degli articoli pubblicati su www.dols.it.

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    Caterina Della Torre

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    Redattora del sito internet www dols.it

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https://www.dols.it/2025/05/09/amici-di-ago-e-filo/
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L’8 maggio si è inaugurata al Museo di Arte Occidentale e Orientale la mostra di Анна Голубовская (Anna Golubovskaja dal titolo Punti di attrazione (2022-2025).

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    Dicono di TE …. Ti sei divertita con “I nomi Dicono di TE ….

Ti sei divertita con “I nomi da Indiani”? Hai creato la tua tribù e inventato la leggenda sull’origine del tuo nome? Per costruire il tuo nome sei ricorsa a ciò che dicono gli altri per identificarti quando non ti conoscono se non superficialmente. Hai usato le similitudini che vengono in mente pensando a te.

Ora fai un passo avanti e segui i suggerimenti per una nuova scrittura “metaforica”!
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Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
    https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello- https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello-2025-e-femmina/

A trionfare sono state le donne: 7 David a Vermiglio di Maura Delpero mentre L’arte della gioia di Valeria Golino e Gloria! di Margherita Vicario hanno conquistato 3 premi a testa
    Terrazzo un fiore Terrazzo un fiore
    https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gi https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gioco/

E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
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C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
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Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
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    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
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    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

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    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
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