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    Dol's Magazine
    Home»Pari opportunità»Il comune di Milano vieta la pubblicità sessista
    Pari opportunità

    Il comune di Milano vieta la pubblicità sessista

    Marzia FrateschiBy Marzia Frateschi28/06/2014Updated:13/10/2014Nessun commento5 Mins Read
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    Il comune di Milano vieta la pubblicità sessista
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    di Marzia Frateschi da Z3xMi

    Pubblicità lesiva a Milano: “lato B e succo di frutta” non s’ha da fare.
    Un visibilissimo “lato B” rivestito da pois troneggia accanto a un “puro nettare” di frutta”. Un messaggio pubblicitario è comparso pochi giorni fa su tram, autobus, stazioni metropolitane di Milano, indignando non poco molti cittadini e associazioni sensibili alle diverse forme di violenza sulle donne. Ne parliamo con la Delegata del Sindaco per le Pari Opportunità Francesca Zajczyk.

    Prof. Zajczyk, ma cosa è successo? il Comune di Milano non aveva giurato guerra a qualsiasi forma di pubblicità lesiva per la dignità della donna?
    Certo. E infatti a distanza di pochi giorni dalla sua comparsa, è stata denunciata dal Comune e sospesa.

    Mi spieghi meglio.
    La settimana scorsa abbiamo ricevuto la segnalazione da parte di cittadine e Il Comune di Milano ha tempestivamente inviato la segnalazione al Comitato di Controllo dello Iap. l’Istituto Autodisciplina pubblicitaria è intervenuto con un provvedimento di ingiunzione di desistenza’ nei confronti del messaggio pubblicitario ritenendolo tale “in contrasto con l’art. 10 – Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona – del Codice di Autodisciplina della Comunicazione commerciale, stante la mercificazione del corpo femminile e la conseguente lesione della persona”. Immediata la risposta della società, che subito scusandosi, ha comunicato la volontà di sospendere la campagna pubblicitaria.

    Insomma, un’azione rapida ed efficace di questi tempi abituati alla farraginosa macchina burocratica italiana.
    Direi di si. Non nascondo la soddisfazione, e con me la Vice Sindaco Ada Lucia De Cesaris,
    sull’ esito positivo considerando tutto l’impegno e il lavoro di questi anni nel costruire e deliberare un protocollo che istituisce un codice deontologico per le affissioni pubblicitarie lesive per la dignità della persona. La delibera, allo stato attuale, ha potere esclusivamente per gli spazi direttamente dipendenti dal comune e non coinvolge le partecipate.

    Non capisco, cosa significa?
    Effettivamente non è di immediata comprensione e può generare facilmente equivoci. Semplificando è come se il potere di azione che ci compete fosse limitato esclusivamente alle stanze di nostra proprietà dell’abitazione ma non alle parti condominiali comuni.

    Comunque, sta di fatto che pre Giunta Pisapia non esisteva nulla del genere. Giusto?
    Giusto. Dopo aver aderito alla campagna “Città libere dalla pubblicità offensiva” su impulso dell’Unione Europea, è stata costruita pezzo per pezzo, con confronti, discussioni fra il Comune di Milano e interlocutori diversi, una realtà politica inesistente precedentemente, sulla regolamentazione dei criteri per le affissioni pubblicitarie riprendendo l’articolo della Costituzione che sancisce “la pari dignità degli individui e il principio di uguaglianza e non discriminazione fra i generi”.
    E’ stata inoltre istituita una task force di donne, consigliere ma non solo, che affianca i tecnici dell’ufficio affissioni nel compito di censurare la pubblicità sessista.
    Il tutto, e vorrei sottolinearlo, in un contesto che vede da sempre la Giunta impegnata a contrastare qualsiasi forma di violenza contro le donne e discriminazione di genere.

    Un lavoro non da poco considerandone gli esiti positivi. Ma quindi, mi spieghi, se io cittadina vedo una pubblicità che ritengo lesiva, cosa posso fare per segnalarla?
    Il Comune di Milano ha aperto da ottobre 2013 una nuova casella di posta elettronica (manifestioffensivi@comune.milano.it) alla quale le cittadine e i cittadini possono segnalare le pubblicità che non rispettano il corpo della donna e la sua dignità. Se il manifesto è affisso su spazi di competenza diretta del Comune, questo’ultimo provvederà direttamente. Nel caso così non fosse, Il Comune si farà da interlocutore diretto con il Comitato di Controllo dello Iap-Istituto Autodisciplina pubblicitaria, che valuterà intervenendo successivamente con un provvedimento di ‘ingiunzione di desistenza’ nei confronti del messaggio pubblicitario. Esattamente come successo per la “brutta” pubblicità comparsa in questi giorni. E l’ iter sembra funzionare, come abbiamo visto.

    Ottimo. Un’ultima domanda. Questa “macchina da guerra” istituita dal Comune di Milano rimarrà un’isola a sé stante o possiamo sperare in una azione coordinata con altri comuni?
    Ci stiamo lavorando. A marzo di quest’anno è stato firmato un protocollo da Anci-Associazione nazionale dei Comuni italiani e Iap-Istituto di autodisciplina pubblicitaria. Questo significa che L’iter promosso dal Comune di Milano a giugno del 2013 estende ad altre città italiane nuovi modelli di comunicazione commerciale che non contengano immagini di violenza o lesive della dignità della donna, nel rispetto delle pari opportunità. Possiamo parlare quindi di passi concreti in Italia contro la diffusione delle pubblicità sessiste.
    Non solo. Oggi, 17 giugno, c’è stato un primo incontro con una nascente rete di amministratrici che vuole lavorare nella direzione di trovare strumenti più cogenti per combattere le pubblicità sessiste e costruire nello stesso tempo una nuova cultura dell’immagine, non solo delle donne, ma anche degli uomini e dei bambini.
    Insomma: noi continuiamo.

    marzia frateschiMarzia Frateschi

    Ginecologa. Da giovane studente di medicina si sono riconosciuta in un percorso di consapevolezza di donna, fra donne.  Ho fatto il medico “sul campo”. In università, in ospedale, ma anche nei consultori familiari, negli ambulatori per extra-comunitari a Milano o in Israele, nell’ospedale di Nazareth per le donne arabe. Ha scel…to di fare la ginecologa perché ama le donne, tutte. Da qualsiasi classe sociale o Paese provengano, qualsiasi sia la loro condizione o l’orientamento sessuale.

    Ha “fatto politica” sempre, nella pratica e nella vita col suo lavoro, con la partecipazione attiva alle battaglie per i diritti, la parità e la dignità delle donne – anni fa nei collettivi femminili, ora nei ComitatixMilano – con l’impegno nei tavoli di lavoro promossi dalla Commissione Pari Opportunità del Comune e con l’esperienza di giornalismo partecipativo di z3xmi. Nel giornale di zona, fatto dai cittadini per i cittadini, ha creato e seguito settimanalmente “la Città delle Donne”, una sezione totalmente dedicata alle tematiche femminili: dai diritti delle donne alla difesa delle loro conquiste; dalla parità e identità di genere all’obiezione di coscienza; dalla salute al femminile allo spazio che “dà voce a chi non ne ha”, alle minoranze, alle emarginate, alle detenute.
    Impegnata politucamente prima per SEL e poi per lista Tsypras.
     

    Fancesca zajczyk pubblicità sessista
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    Marzia Frateschi

    Da sempre ha voluto fare il medico. Si è riconosciuta in un percorso di donna fra donne e ha scelto la specialità in ginecologia. Così è iniziata la sua carriera professionale, ma anche il mio amore e la lotta per tutte le donne e i loro diritti. Ha lavorato sul territorio, come ospedaliera e in istituti scientifici. Attualmente è libero professionista in uno studio a Milano dove svolge visite specialistiche Ginecologiche ed ostetriche, ecografie ginecologiche e colposcopie per la diagnosi pre tumorale del basso tratto genitale. Da qualche anno ha preso una specialistica in Omotossicologia, branca della omeopatia. ‘Medicina ufficiale” e medicine integrate: un binomio perfetto per una medicina di genere a 360°.

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    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

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Ti sei divertita con “I nomi da Indiani”? Hai creato la tua tribù e inventato la leggenda sull’origine del tuo nome? Per costruire il tuo nome sei ricorsa a ciò che dicono gli altri per identificarti quando non ti conoscono se non superficialmente. Hai usato le similitudini che vengono in mente pensando a te.

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Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
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E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
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C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
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    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
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    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

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Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
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