Mai come in questi giorni la prostituzione minorile sta diventando argomento attuale
La famiglia riesce ad adattarsi molto bene ai figli bambini, meno bene ai figli adolescenti. L’inquietudine e la complessità adolescenziale rendono più difficile il ruolo di genitore perché regolamentare bambini che si è precedentemente adorati da piccoli, poi con il passare degli anni, le prospettive e le dinamiche mutano radicalmente. La gestione educativa, specie nelle separazioni conflittuali, può talvolta rivelarsi densa di rischi per la crescita dei figli. La cronaca questo ce lo conferma, la situazione dei ragazzi di oggi è grave e non è più possibile aspettare, siamo entrati nell’era delle baby-squillo.
Mai come in questi giorni la prostituzione minorile sta diventando argomento attuale. L’ultimo, a Genova, dove una studentessa di 14 anni ha denunciato alla polizia di prostituirsi da qualche anno “con uomini 30-40enni a cui chiedeva dai 300 ai 500 euro a prestazione”. Conosceva i clienti in internet, attraverso la pubblicazione di annunci in siti di incontri e ora la procura di Genova ha aperto un fascicolo di indagine, al momento pare a carico di ignoti. Altro caso noto quello dell’appartamento dei Parioli, dove tre uomini avevano avviato alla prostituzione due ragazzine a Roma, procacciando clienti e trattenendo una percentuale sui compensi ricevuti per gli incontri a pagamento.
Una domanda sorge spontanea: perché l’opinione pubblica si orienta ad analizzare il comportamento delle adolescenti che si prostituiscono, sull’inadeguatezza delle madri e non si concentrano sui clienti che gravitano attorno a queste ragazzine? Perché non si indaga sui “clienti tipo” – tra i quali tanti padri di famiglia – approfondendo su che tipo di infanzia hanno avuto per arrivare a cercare e pagare ragazze così giovani?
Non sarà che persiste un lavoro plurisecolare di patriarcato che tarda a evolversi? Questo non volersi accertare sull’origine che spinge questi adulti a cercare le minorenni è, sì o no, violenza invisibile introiettata a livello sociale? Faremmo bene a porcele queste domande. O vogliamo sempre parlare di seduzione e ricatto femminile? Il valore aggiunto di migliorare la nostra società parte principalmente dalla maturità di ognuno. Le lolite italiane, fino a prova contraria, sono ancora delle adolescenti, qui serve un’autentica cultura dell’impegno e del buon esempio, fuori e dentro casa. Che cosa stiamo facendo, concretamente, per queste nuove generazioni? Siamo Intransigenti, sì, ma con i peccati degli altri e mai con i propri. Suoniamo i campanelli d’allarme, ma dopo aver suonato, scadiamo nella facile e sterile non-cultura del lamento.
NOTA: “Per la legge italiana a quattordici anni si acquisisce la capacità di esprimere il consenso ad un rapporto sessuale, ma forse non tutti sanno che la stessa legge italiana stabilisce che sotto i diciotto anni vale la presunzione assoluta d’incapacità a prestare il consenso per un rapporto sessuale a pagamento”.