Anni fa quando Albertini voleva dare più tassisti a Milano improvvisamente noi pendolari scoprimmo, forse perché negli anni 70 eravamo bambini, che fosse possibile in Italia bloccare la vita di una Regione bloccando l’autostrada Milano Laghi. (n.d.r. perchè i tassisti scioperarono).
Non era una protesta che si potesse condividere, era una violenza che ognuno di noi subiva rimanendo ore ed ore bloccato in un inferno senza fine.
I Forconi attuano la protesta con la stessa tecnica.
Non formano un democratico corteo.
Si piazzano a Loreto e impediscono che un nodo del traffico cittadino vitalissimo scorra.
Le code sino a Piazzale Lodi. L’incazzatura generale a mille.
In Puglia a Ruvo, Andria, ma sono moltissimi i centri pugliesi e non, hanno obbligato i commercianti volenti e nolenti a tenere chiusi i negozi per due giorni. Molti hanno subito minacce e in qualche caso vere e proprie intimidazioni.
Questo è significato addio al pescato, addio agli acquisti dei verdumai, congelamento delle carni, ma soprattutto addio per molti all’incasso di un quotidiano necessarissimo, incasso precario e da cui dipendono molte tratte bancarie.
Non avendo padri, il Movimento non ha un Servizio d’Ordine, per cui i capopolo accusano di avere degli infiltrati che usano la violenza , ricusandone una paternità.
Un po’ come dire ho un corpo: ma non controllo un braccio e se spacca le vetrine non è colpa mia.
Quanto però più impressiona è il livello culturale e sociale dei “forcaioli”.
Parlano di essere stufi di pagare le tasse!
E’ vero, tutta Italia soffre la pressione fiscale, a cominciare dai redditi che superano i 10.000 euro l’anno si versano cifre indecenti che uno stato irresponsabile chiede.
Interessante è però andare a chiedere ad ognuno il lavoro svolto e le dichiarazioni dei redditi presentati negli anni precedenti.
Si scoprirà che la gran parte non ha mai fatto denuncia di qualsiasi somma, si tratta di quel humus italiano a cui la politica aveva sempre fatto un occhiolino e la finanza pure.
Molti sono “braccianti” che si fanno mettere le giornate da proprietari compiacenti, per poter avere il sussidio di disoccupazione, moltissimi sono commercianti di piccoli e fallimentari negozi che sopravvivevano con qualche merce venduta per caso, inghiottiti dalla “macroeconomia” di Mediaword, Esselunga e dei “cinesi”.
Gente incapace di riciclarsi, come il il negozio di frutta e verdura sotto caso che è fallito perchè vendeva a prezzi di boutique la sua merce senza offrire eccellenti prodotti.
Molti sono dei fancazzisti veri e propri, quelli che trovi in piazza, sempre pronti ad accendersi come la paglia al solo avvicinarsi del cerino.
Moltissime sono anche donne a cui il precariato qualcosa garantiva, in nero, ma lo garantiva.
La Crisi ha scoperchiato una pentola di questa massa incolta, figlia di “Maria De Filippi” e Format simili, figli del nero che mai nessuno ha voluto scoperchiare, una massa poco incline a parlare di diritti ma anche di doveri, impreparata a sopravvivere ad un taglio del superfluo che ci ha resi quasi tutti più poveri, ma a moltissimi ha tolto l’ossigeno per sopravvivere.
La crisi è opera di quei politici che a “Maria” pagavano milioni di Euro per drogarli il pomeriggio alla TV e al Sabato, politici atti a fare leggi ad personam, quando l’Europa ci chiedeva riforme e il povero Schroeder pur di garantire alla Germania un futuro le fece e perse l’elezione.
Si perché se si ama la propria nazione, oltre a sparare stupidate, sulla nazione e la bandiera, si fanno riforme anche impopolari.
Non ne hanno fatte e oggi capeggiano, nemmeno troppo dietro le quinte, questa rivolta.
La rivolta di un popolo stupido a cui dare delle brioche è il minimo che si possa fare.
Si accontenterebbero.
Il Redito Minimo Garantito per molti casi di disperazione vera è la soluzione, se non fosse che questa Italia vive in troppi casi di imbroglio allo Stato.
Assicurarlo nei casi di disagio economico accertato è la unica risposta che la POLITICA deve dare.