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    Dol's Magazine
    Home»Pari opportunità»Chi fa notizia in Europa?
    Pari opportunità

    Chi fa notizia in Europa?

    DolsBy Dols08/05/2013Updated:14/10/2014Nessun commento11 Mins Read
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    Le donne portatrici d’informazione (giornaliste) o vittime. Poche le professioniste consultate.
    Dai risultati dell’Osservatorio Europeo sulle Rappresentazioni di Genere (OERG) Anno 2012.



    Le giornaliste sugli schermi delle TV europee sono diventate piuttosto numerose, ma solo in Spagna comincia a intravedersi l’atteso effetto della ‘massa critica’. Nelle notizie dei TG europei le donne continuano in un modo o nell’altro a essere ‘mal ridotte’.
    A far notizia sono soprattutto gli uomini: 3011 su 4213 soggetti rilevati nel 2012. Le donne sono meno di un terzo delle persone di cui si parla e/o intervistate nei TG europei: il 29%. In Italia solo il 24%. In entrambi i casi i dati sono identici a quelli registrati per il 2011.
    Solo i TG di Spagna e Francia registrano una visibilità femminile sopra la media, con una
    percentuale di donne nelle notizie rispettivamente del 37% (in crescita di 4 punti percentuali rispetto al
    2011) e del 33%.
    In tutti i casi, a far notizia sono soprattutto le donne giovani. Fra gli under 18, le donne ottengono una rappresentanza pari al 45%, nella fascia fra i 19 e i 34 anni registrano una presenza del 44%.
    Viceversa fra gli over 50 sono meno di una ogni quattro uomini: il 19% nella fascia 50-64 e il 17% fra gli over 64.
    Come nel 2011, le donne sono poco presenti soprattutto nell’informazione politica, con una
    rappresentanza pari al 20%. Ed è l’Italia il paese che registra la più bassa presenza femminile nelle notizie politiche (13%), seguita da Inghilterra e Germania (19%) e, ad ampia distanza, da Spagna (28%) e Francia (34%).

    In tutte le testate giornalistiche considerate si nota una forte dicotomia fra ruoli comuni e anonimi
    maggiormente rappresentati dalle donne e ruoli autorevoli, prestigiosi e correlati all’esercizio di una specifica professionalità rappresentati dagli uomini.
    Le donne sono presenti in maniera abbastanza equilibrata fra i rappresentanti dell’opinione popolare (48%), fra i narratori di esperienze personali (44%) e i testimoni di eventi (38%), poco invece
    (mediamente 20%) fra i protagonisti delle notizie, gli esperti/opinionisti, i portavoce (di partiti,
    istituzioni, associazioni).
    L’Italia è il paese che da questo punto di vista registra la maggiore disuguaglianza fra donne e uomini: fra gli esperti intervistati nei TG italiani solo il 14% è di sesso femminile (il restante 86% è di sesso maschile). Viceversa, il 38% delle opinioni popolari è rappresentato da donne.

    I professionisti che popolano più spesso i TG europei sono prevalentemente uomini:
    − fra i 1018 politici registrati le donne sono solo il 16%,
    − fra i 214 imprenditori/dirigenti/economisti le donne sono il 14%,
    − fra i 208 rappresentanti delle forze dell’ordine le donne sono l’8%,
    − fra i 186 personaggi del mondo dello sport le donne sono il 14%.

    Le donne ottengono viceversa una rappresentanza abbastanza equilibrata fra le persone di cui non viene citata né una professione né una posizione sociale, perché irrilevante ai fini delle notizie, nel 47% dei casi di sesso femminile.
    I TG italiani si distinguono per una netta prevalenza di persone che fanno notizia in quanto professioniste della politica (circa un terzo del campione), nell’88% dei casi uomini.
    Altra caratteristica dei TG italiani – comune ai TG britannici – è l’alta frequenza di persone che fanno
    notizia in quanto vittime di criminalità o violenza (il 10% del campione). Ma se nei TG della BBC o di
    ITV, la proporzione fra donne e uomini vittime è simile (13% delle donne e 14% degli uomini), nei TG
    italiani la percentuale di donne che fa notizia in quanto vittima è del 17% vs l’8% degli uomini.
    Nessun altro paese europeo registra una simile s-proporzione.

    Sul fronte del chi fa o dà le notizie, donne e uomini registrano condizioni apparentemente prossime fra loro. “Apparentemente”, ovvero secondo quanto emerge dall’analisi della visibilità delle giornaliste (in video, in voce e/o firmatarie di servizi), su cui si basa questa ricerca, e non da una statistica sulla
    composizione delle redazioni.
    Nel 47% dei casi i TG sono condotti da donne. L’Italia, con una percentuale del 58% – stabile rispetto allo scorso anno – si colloca sopra la media europea, confermando una tendenza di lungo
    corso nel favorire le giornaliste in questo ruolo.
    Anche le giornaliste corrispondenti e/o autrici di servizi sono numerose: mediamente il 49% -un dato stabile rispetto al 2011. L’Italia registra una percentuale in linea con la media (48%), la
    Spagna si colloca molto al di sopra, con il 68% di donne giornaliste, la Francia leggermente sotto
    (44%), Germania e Inghilterra molto al di sotto della media con, rispettivamente, il 35% e il 28% di
    giornaliste donne.

    Dentro le notizie sono state esplorate diverse questioni, fra cui la centralità femminile: solo nel 4% dei casi, le donne, come singole o come gruppo sociale, sono il focus dell’informazione, rispetto all’8% del 2011.
    La maggior parte delle notizie in cui le donne sono centrali (55%) sono a cura di giornaliste donne, un dato in linea con quello registrato nel 2011 (56%), a conferma della tendenza emersa nell’ultima edizione del Global Media Monitoring Project (2010) dove si sottolineava una maggior e migliore rappresentazione femminile nelle notizie a cura di giornaliste donne. Nei TG spagnoli ben 8 notizie su 10 a centralità femminile sono a cura di giornaliste donne.

    Nota metodologica
    I risultati della ricerca si basano sul II anno di monitoraggio dell’OERG, l’Osservatorio Europeo sulle
    Rappresentazioni di Genere, avviato il 17 gennaio 2011 dall’ di Pavia, sul modello del Global Media Monitoring Project.
    La ricerca ha considerato i dati relativi ai TG trasmessi in prima serata dalle due principali TV (la prima TV pubblica e la prima TV privata per rilevanza nel sistema media di ogni paese e per ascolti) di
    Francia, Germania, Inghilterra, Italia e Spagna: France 2 e TF 1, Ard e RTL, BBC One e ITV 1, Rai
    Uno e Canale 5, TVE e Telecinco.
    Per ogni testata giornalistica sono state analizzate 12 edizioni campione, una al mese, ruotando di volta in volta il giorno della settimana.
    La ricerca ha indagato: chi fa notizia nei TG (persone di cui si parla e/o intervistate), chi dà e fa le
    notizie nei TG (conduttrici e conduttori, giornalisti e giornaliste autrici di servizi e/o corrispondenti),
    come sono fatte le notizie dei TG, in una prospettiva di genere.
    Per ulteriori informazioni HI FA (LA) NOTIZIA IN EUROPA?
    Risultati dell’Osservatorio Europeo sulle Rappresentazioni di Genere (OERG)
    Anno 2012
    Le giornaliste sugli schermi delle TV europee  sono diventate piuttosto
    numerose, ma solo in Spagna comincia a intravedersi l’atteso effetto della
    ‘massa critica’.
    Nelle notizie dei TG europei le donne continuano in un modo o nell’altro a
    essere ‘mal ridotte’.
    A far notizia sono soprattutto gli uomini: 3011 su 4213 soggetti rilevati nel 2012. Le donne sono
    meno di un terzo delle persone di cui si parla e/o intervistate nei TG europei: il 29%. In Italia solo il
    24%. In entrambi i casi i dati sono identici a quelli registrati per il 2011.
    Solo i TG di Spagna e Francia registrano una visibilità femminile sopra la media, con una
    percentuale di donne nelle notizie rispettivamente del 37% (in crescita di 4 punti percentuali rispetto al
    2011) e del 33%.
    In tutti i casi, a far notizia sono soprattutto le donne giovani. Fra gli under 18, le donne ottengono
    una rappresentanza pari al 45%, nella fascia fra i 19 e i 34 anni registrano una presenza del 44%.
    Viceversa fra gli over 50 sono meno di una ogni quattro uomini: il 19% nella fascia 50-64 e il 17% fra
    gli over 64.
    Come nel 2011, le donne sono poco presenti soprattutto nell’informazione politica, con una
    rappresentanza pari al 20%. Ed è l’Italia il paese che registra la più bassa presenza femminile
    nelle notizie politiche (13%), seguita da Inghilterra e Germania (19%) e, ad ampia distanza, da
    Spagna (28%) e Francia (34%).
    In tutte le testate giornalistiche considerate si nota una forte dicotomia fra ruoli comuni e anonimi
    maggiormente rappresentati dalle donne e ruoli autorevoli, prestigiosi e correlati all’esercizio
    di una specifica professionalità rappresentati dagli uomini.
    Le donne sono presenti in maniera abbastanza equilibrata fra i rappresentanti dell’opinione popolare
    (48%), fra i narratori di esperienze personali (44%) e i testimoni di eventi (38%), poco invece
    (mediamente 20%) fra i  protagonisti delle notizie, gli esperti/opinionisti,  i portavoce (di partiti,
    istituzioni, associazioni).
    L’Italia è il paese che da questo punto di vista registra la maggiore disuguaglianza fra donne e
    uomini: fra gli esperti intervistati nei TG italiani solo il 14% è di sesso femminile (il restante 86%
    è di sesso maschile). Viceversa, il 38% delle opinioni popolari è rappresentato da donne.
    I professionisti che popolano più spesso i TG europei sono prevalentemente uomini:
    −  fra i 1018 politici registrati le donne sono solo il 16%,
    −  fra i 214 imprenditori/dirigenti/economisti le donne sono il 14%,
    −  fra i 208 rappresentanti delle forze dell’ordine le donne sono l’8%,
    −  fra i 186 personaggi del mondo dello sport le donne sono il 14%.
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    Le donne ottengono viceversa una rappresentanza abbastanza equilibrata fra le persone di cui
    non viene citata né una professione né una posizione sociale, perché irrilevante ai fini delle
    notizie, nel 47% dei casi di sesso femminile.
    I TG italiani si distinguono per una netta prevalenza di persone che fanno notizia in quanto
    professioniste della politica (circa un terzo del campione), nell’88% dei casi uomini.
    Altra caratteristica dei TG italiani – comune ai TG britannici –  è l’alta frequenza di persone che fanno
    notizia in quanto vittime di criminalità o violenza (il 10% del campione). Ma se nei TG della BBC o di
    ITV, la proporzione fra donne e uomini vittime è simile (13% delle donne e 14% degli uomini), nei TG
    italiani la percentuale di donne che fa notizia in quanto vittima è del 17% vs l’8% degli uomini.
    Nessun altro paese europeo registra una simile s-proporzione.
    Sul fronte del chi fa o dà le notizie, donne e uomini registrano condizioni apparentemente prossime fra
    loro. “Apparentemente”, ovvero secondo quanto emerge dall’analisi della visibilità delle giornaliste (in
    video, in voce e/o firmatarie di servizi), su cui si basa questa ricerca, e non da una statistica sulla
    composizione delle redazioni.
    Nel 47% dei casi i TG sono condotti da donne. L’Italia, con una percentuale del 58% – stabile
    rispetto allo scorso anno – si colloca sopra la media europea, confermando una tendenza di lungo
    corso nel favorire le giornaliste in questo ruolo.
    Anche le giornaliste corrispondenti e/o autrici di servizi sono numerose: mediamente il 49% -un dato stabile rispetto al 2011. L’Italia registra una percentuale in linea con la media (48%), la
    Spagna si colloca molto al di sopra, con il 68% di donne giornaliste, la Francia leggermente sotto
    (44%), Germania e Inghilterra molto al di sotto della media con, rispettivamente, il 35% e il 28% di
    giornaliste donne.
    Dentro le notizie sono state esplorate diverse questioni, fra cui la centralità femminile: solo nel 4% dei
    casi, le donne, come singole o come gruppo sociale, sono il focus dell’informazione, rispetto
    all’8% del 2011.
    La maggior parte delle notizie in cui le donne sono centrali (55%) sono a cura di giornaliste
    donne, un dato in linea con quello registrato nel 2011 (56%), a conferma della tendenza emersa
    nell’ultima edizione del Global Media Monitoring Project (2010) dove si sottolineava una maggior e
    migliore rappresentazione femminile nelle notizie a cura di giornaliste donne. Nei TG spagnoli ben 8
    notizie su 10 a centralità femminile sono a cura di giornaliste donne.
    Nota metodologica
    I risultati della ricerca si basano sul II anno di monitoraggio dell’OERG, l’Osservatorio Europeo sulle
    Rappresentazioni di Genere, avviato il 17 gennaio 2011 dall’ di Pavia, sul modello del Global Media
    Monitoring Project.
    La ricerca ha considerato i dati relativi ai TG trasmessi in prima serata dalle due principali TV (la prima
    TV pubblica e la prima TV privata per rilevanza nel sistema media di ogni paese e per ascolti) di Francia, Germania, Inghilterra, Italia e Spagna: France 2 e TF 1, Ard e RTL, BBC One e ITV 1, Rai  Uno e Canale 5, TVE e Telecinco.
    Per ogni testata giornalistica sono state analizzate 12 edizioni campione, una al mese, ruotando di volta in volta il giorno della settimana.
    La ricerca ha indagato: chi fa notizia nei TG (persone di cui si parla e/o intervistate), chi dà e fa le notizie nei TG (conduttrici e conduttori, giornalisti e giornaliste autrici di servizi e/o corrispondenti),  come sono fatte le notizie dei TG, in una prospettiva di genere.
    Per ulteriori informazioni http://www.osservatorio.it/cont/oerg/oerg.php

    donne e uomini Europa giornaliste giornalisti notizia
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    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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Di Alfredo Centofanti

Bari. La città vecchia è un labirinto di vie che raccontano infinite storie. Inarrestabile è il vociare degli abitanti nel dialetto locale, dei tanti turisti stranieri, dei pellegrini che da secoli vengono qui per venerare San Nicola, amato tanto dai cattolici quanto dagli ortodossi.
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    Luana Sciamanna è un’avvocata penalista nata a Luana Sciamanna è un’avvocata penalista nata a Genzano di Roma nel 1978 e vive ad Ariccia. È esperta di violenza di genere e relazioni abusive, e collabora con i centri antiviolenza dei Castelli Romani, fornendo consulenza e assistenza legale alle donne vittime di violenza. È anche docente per la Regione Lazio nella formazione degli operatori della rete antiviolenza territoriale, e fondatrice e Presidente dell’associazione di promozione sociale “Crisalide Donne per le Donne”, che si occupa di consapevolezza ed empowerment femminile.

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