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    Dol's Magazine
    Home»Pari opportunità»Dalla Bosnia Erzegovina a One Billion rising, passando per Sanremo
    Pari opportunità

    Dalla Bosnia Erzegovina a One Billion rising, passando per Sanremo

    Cristina ObberBy Cristina Obber18/02/2013Updated:20/06/20141 commento3 Mins Read
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    di Cristina Obber

    Il documentario di Amnesty International, “Still on the Frontline”  racconta delle donne che in Bosnia-Erzegovina sono state vittime di stupri di guerra.
    La guerra è finita nel 1995, eppure le donne reclamano ancora il riconoscimento delle violenze subite.
    Dice Amnesty International “La violenza di genere non ha inizio quando la guerra ha inizio, non finisce quando la guerra finisce”.
    Bisogna sforzarsi di immaginarli questi anni, fatti di mesi e giorni che passano uno dopo l’altro mentre prende forma un nuovo nemico, il silenzio.
    Un silenzio che giorno dopo giorno cerca di zittire donne ostinate e disobbedienti.
    Le istituzioni vogliono che dimentichino, le loro famiglie vogliono che dimentichino, i loro uomini vogliono dimenticare.
    Le donne no.
    Le donno vogliono giustizia, le donne vogliono parlare.
    Perché nel dolore non detto la violenza si compie nuovamente, ogni giorno.

    Come per Veronica, la ragazza che nel libro “Non lo faccio più” racconta lo stupro subito dai suoi amici dell’università.
    La scorsa settimana Veronica mi ha chiamato, stavo guidando, di ritorno da un incontro in una scuola. Le ho detto che quando una ragazza aveva letto ad alta voce la sua storia in quella palestra affollata c’era un silenzio assoluto.
    Le ho detto che negli occhi delle ragazze e dei ragazzi c’è la possibilità che le cose vadano diversamente.
    Poi ho smesso di raccontare, chiedendole scusa se forse le stavo creando turbamento.
    E Veronica mi ha risposto “Tutto questo che stai facendo sta dando un senso a quanto è successo.
    E’ come se avessi fatto la pace col mondo”.
    Ho sentito un brivido percorrermi il corpo, ho respirato il suo sollievo ma anche il suo dolore non detto, il suo silenzio, quel silenzio che per dieci anni ha cercato di soffocare qualcosa di  non soffocabile.
    Abbiamo parlato un po’, poi ci siamo salutate.
    Mentre guidavo continuavo a sentirlo quel suo silenzio, assordante come il silenzio nel documentario, come quello che nelle nostre case sovrasta la rabbia e alimenta la rassegnazione.

    E’ un silenzio uguale per tutte, che come una coltre impalpabile si appoggia sulle nostre vite, dentro e fuori le nostre case.
    Si appoggia lieve, quasi protettivo, e invece lentamente ci attanaglia, diviene armatura e poi morsa che stringe.
    E’’ il silenzio il nostro nemico.
    Forse per questo Amnesty internationa ha organizzato un evento a Milano dove quel documentario e il mio libro, apparentemente lontani, hanno parlato insieme di violenza.

    Break the chain, spezza le catene.
    Danza, sollevati.
    Io non sono invisibile, sono semplicemente meravigliosa.

    One billion rising è il corpo che balla, è il corpo che dice, che non sta zitto.

    Anche a Sanremo hanno ballato, e ho apprezzato.
    Peccato che non abbia ballato anche Fabio Fazio, peccato non abbiano ballato anche dei maschi.
    La violenza non è  solo “cosa di donne”, ma “anche”.
    E’ un problema maschile irrisolto, che in quanto irrisolto diventa femminile.
    E’ un problema “anche” femminile se le donne continuano a sentirsi sole, se le donne non escono a ballare tutte insieme, se non alzano la testa per sollevarsi.

    Ha detto bene Luciana Littizzetto su quel palco: “Non abbiamo sette vite come i gatti, ne abbiao una!”

    Dance, rise!
    Ballare per risalire, per spezzare un silenzio divenuto insopportabile.
    Io ho ballato a Milano, in Piazza Duomo.
    Con me ho portato anche mio figlio, che ha 11 anni.
    Per insegnarli che contro la violenza mettiamo in gioco il nostro corpo, insieme ad altri corpi, corpi di femmine e corpi di maschi.
    Che siamo vivi e vive, che non stiamo zitte e nemmeno zitti, che la vita ci piace e la vogliamo ballare. Tutta.

    articolo da www.nonlofacciopiù.net

    Amnesty International Luciana Littizzetto non lo faccio più One Billion Rising Sanremo Still on the frontline stupri di guerra vioelnza di genere
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    Cristina Obber
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    Cristina Obber è nata a Bassano del Grappa il 9 novembre 1964. Iscritta all’ Ordine dei giornalisti, ha collaborato per cinque anni con un quotidiano vicentino. Nel 2008 ha pubblicato “Amiche e ortiche” con Baldini Castoldi Dalai, affresco dolce-amaro dell’amicizia al femminile. Nel 2012 ha pubblicato un libro sulla violenza sessuale, "Non lo faccio più" ed. Unicopli che ha dato vita ad un progetto scuole e al blog nonlofacciopiu.net. Nel 2013 ha pubblicato per Piemme editore il libro Siria mon amour, storia vera di una 16enne italo-siriana che si è ribellata ad un matrimonio combinato. Nel biennio 2009-2010 ha pubblicato con Attilio Fraccaro editore “Primi baci” e “Balilla e piccole italiane”, due libri in cui ha raccolto ricordi del primo bacio e ricordi del mondo della scuola nella prima metà del novecento. Collabora con Dol’s, il sito delle donne on line da svariati anni. Si occupa di tematiche legate ai diritti. Il 25 novembre 2011, giornata internazionale contro la violenza sulla donna, esce il suo primo e-book dal titolo La ricompensa (edito da Emma books), che si apre con una citazione di Lenny Bruce: La verità è ciò che è, non ciò che dovrebbe essere. Il suo ultimo libro è ''L'altra parte di me’’, edito da Piemme, una storia d’amore tra adolescenti lesbiche.

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    1 commento

    1. Luciano on 18/02/2013 16:53

      Tanto concordo con quanto espresso in questo articolo che, ancor prima di commentare, l’ho condiviso nel mio diario di Facebook, dove la mia immagine porta il cartello “ci metto la faccia. Stop al femminicidio” e la foto di fondo è del One Billion Rising di Bari (sotto la pioggia). Diffonderò il post nei diversi gruppi di Antiviolenza , di cui faccio parte, e nel mio “Valorizzare i generi nella differenza “. Mai più tacere ! Due anni fa in un incontro con 300 ragazze scatenate di scuole diTerlizzi (Bari) mi sono trovato in difficoltà a parlare in pubblico, forse per la prima volta, perchè sono intervenuto subito dopo la lettura di una lettera di una donna malmenata da suo marito, che raccontava anche l’indifferenza della sua famiglia ! Durante la lettura quelle 300 scalmanate rimasero in silenzio asfissiante (con qualche singhiozzo !) e così rimasi per un po’ all’inizio del mio intervento. Il problema non è delle donne o degli uomini , è di tutta la società. Non è degli altri e l’incitamento che ho portato in tutti i miei incontri sul tema della violenza sulle donne e sul femminicidio è di parlarne , di non pensare sia amore eccessivo, di non pensare che il violentatore, la bestia, il troglodita è padre dei propri figli, di parlarne con una persona di cui si ha fiducia e per chi non ha subito violenza, ma nota atteggiamenti strani, di chiusura, inusuali da parte di amiche, parenti, figlie , esprimo l’invito a far parlare la persona chiusa ed incupita, perchè racconti, si sfoghi, ma poi denunci ! So che le leggi sono ancora farraginose, che le forze dell’ordine non sempre sono preparate a comprendere, ma solo parlandone, solo dimostrando , si arriva a parlarne al Festival , in TV e forse nel nuovo parlamento, con sempre più donne, meno omologate al maschile, per legiferare con chi l’invasione del proprio intimo l’ha subito ! Negli incontri portoi anche diversi corti (il purièremiato con la Mezzogiorno) tra cui alcuni creati da studenti di un liceo di Corato (Bat) stimolati sl tema. Sono bellisssimi e loro hanno elaborato il tutto parlandone anche in assemblea e, ricordo, un ragazzo abbastanza beat o alla moda, ch sbrindellato nel vestiario ha parlato cn il cuore entusiasta di averne parlato finalmente in una assemblea ! Continuiamo, mettiamoci la faccia, parliamone ovunque e con chiunque ! Il problema, perchè tale è l’incomunicabilità e la perdita del possesso patriarcale, non è delle donne !!!

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    Donne di dols

    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

https://www.dols.it/2025/05/22/fuori/
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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
    Post su Instagram 18032179283653753 Post su Instagram 18032179283653753
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Recensione poetica emozionale di Lezione d’amore. Sinfonia di un incontro.

Spettacolo scritto e diretto da Andrée Ruth Shammah, con Milena Vukotic, Federico De Giacomo e Andrea Soffiantini. Visto al teatro Franco Parenti Maggio 2025.
    La regista Elisabetta Sgarbi, che con Eugenio Lio La regista Elisabetta Sgarbi, che con Eugenio Lio ha anche scritto la sceneggiatura, spiega: «I personaggi sono nati e si sono sviluppati, per lo più, già con il volto di chi li avrebbe interpretati, il loro corpo, i loro modi. Questo ci ha aiutato molto nello scrivere il film, perché, laddove la sceneggiatura non poteva e non doveva dire, potevamo immaginare un colpo d’occhio, un movimento, un gesto, una espressione che riempissero quel “vuoto”. 

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Aspettiamo con ansia l’imminente uscita del La trama fenicia del mitico texano.

La trama fenicia (The Phoenician Scheme) è il 13* film diretto da Wes Anderson, 56 anni, e da lui scritto con il 60enne Roman Coppola, segnando così la loro sesta collaborazione.
    Rose rosse per me Rose rosse per me
    Storia di Kechic una sartoria e un marchio di abbi Storia di Kechic una sartoria e un marchio di abbigliamento italo africano. Nasce dall’incontro tra Valeria Zanoni e Cheikh Diattara Lui senegalese e sarto, lei italiana ed esperta di comunicazione. Prende origine da questa amicizia, dalla voglia di creare qualcosa di bello insieme e di condividerlo.

https://www.dols.it/2025/05/09/amici-di-ago-e-filo/
    di Eugenio Alberti Schatz L’8 maggio si è inau di Eugenio Alberti Schatz

L’8 maggio si è inaugurata al Museo di Arte Occidentale e Orientale la mostra di Анна Голубовская (Anna Golubovskaja dal titolo Punti di attrazione (2022-2025).

https://www.dols.it/2025/05/11/punti-di-attrazione-di-anna-golubovskaja/
    Dicono di TE …. Ti sei divertita con “I nomi Dicono di TE ….

Ti sei divertita con “I nomi da Indiani”? Hai creato la tua tribù e inventato la leggenda sull’origine del tuo nome? Per costruire il tuo nome sei ricorsa a ciò che dicono gli altri per identificarti quando non ti conoscono se non superficialmente. Hai usato le similitudini che vengono in mente pensando a te.

Ora fai un passo avanti e segui i suggerimenti per una nuova scrittura “metaforica”!
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    Rose di maggio Rose di maggio
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Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
    https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello- https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello-2025-e-femmina/

A trionfare sono state le donne: 7 David a Vermiglio di Maura Delpero mentre L’arte della gioia di Valeria Golino e Gloria! di Margherita Vicario hanno conquistato 3 premi a testa
    Terrazzo un fiore Terrazzo un fiore
    https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gi https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gioco/

E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
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C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
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