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    Home»Pari opportunità»M. Marzano o S. Marzano?
    Pari opportunità

    M. Marzano o S. Marzano?

    Caterina Della TorreBy Caterina Della Torre14/01/2013Updated:11/06/20147 commenti2 Mins Read
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    di Antonio Turi

     
    Ha fatto molto rumore, in questo inizio d’anno, la candidatura al parlamento da parte del Pd di Michela Marzano, la filosofa docente salita agli onori della cronaca per una serie di apparizioni in vari salotti televisivi. La scelta di Bersani ha scatenato una violenta polemica che, dopo aver animato la rete, è sbarcata sul blog della Marzano, dove una nota della nouvelle candidat lamentava il tono a suo dire violento usato da molti.

    Siccome sono stato uno di quelli che alla notizia della candidatura ha subito ironizzato e in modo anche forte, ho provato a spiegare alla Marzano, questa volta in modo pacato, le ragioni del mio dissenso.
    A tutt’oggi il mio post risulta ancora in moderazione, quindi non leggibile da chi frequenta il blog della Marzano. Ma aldilà di questa polemica, ci sono delle considerazioni di forma e di metodo che possono essere estrapolate e, spero, accendere un dibattito sul ruolo che le donne dovrebbero avere, almeno da noi, a sinistra.

    Ritengo che non ci sia nessuna differenza fra la candidatura di Michela Marzano fatta dal Pd e quella di, per citare un nome, ma ovvio che ce ne sarebbero altri, Nicole Minetti nel Pdl. Tutte e due le signore hanno acquistato visibilità in un salotto, televisivo la prima, casalingo la seconda, tutte e due sono state scelte per decisione di un vecchio leader di partito, tutte e due saranno il frutto non di una libera scelta degli elettori ma della forza di un apparato di sostenerle.
    Oddio, alla fine forse una differenza c’è. Che l’apparato e il sistema che sostiene la Marzano è piagnone, lamentoso, veterotutto e incapace di incidere sulla realtà e sul futuro (insomma, purtroppo l’immagine del Pd oggi), mentre la Minetti è invece supportata da correnti capaci almeno di esprimete vitalità, deteriore, ma pur sempre vitalità.

    Ma purtroppo niente di nuovo sotto il sole, da questo punto di vista. Un partito vecchio come il Pd, non può che esprimere gioventù precocemente invecchiata, e oltre alla Marzano penso alla Serracchiani, che ha già preso in toto quel sorrisetto di superiorità di fronte alle idiozie degli altri che caratterizza la sinistra da D’Alema in avanti. Solo che stretto fra gente che sghignazza sui terremoti e altra che sorride con superiorità su tutto, il nostro paese intanto se ne va a rotoli.

    candidature Michela Marzano pd
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    Caterina Della Torre
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    Proprietaria di www.dols.it di cui è direttrice editoriale e general manger Nata a Bari nel 1958, sposata con una una figlia. Linguista, laureata in russo e inglese, passata al marketing ed alla comunicazione. Dopo cinque anni in Armando Testa, dove seguiva i mercati dell’Est Europa per il new business e dopo una breve esperienza in un network interazionale di pubblicità, ha iniziato a lavorare su Internet. Dopo una breve conoscenza di Webgrrls Italy, passa nel 1998 a progettare con tre socie il sito delle donne on line, dedicato a quello che le donne volevano incontrare su Internet e non trovavano ancora. L’esperienza di dol’s le ha permesso di coniugare la sua esperienza di marketing, comunicazione ed anche l’aspetto linguistico (conosce l’inglese, il russo, il tedesco, il francese, lo spagnolo e altre lingue minori :) ). Specializzata in pubbliche relazioni e marketing della comunicazione, si occupa di lavoro (con uno sguardo all’imprenditoria e al diritto del lavoro), solidarietà, formazione (è stata docente di webmarketing per IFOA, Galdus e Talete). Organizzatrice di eventi indirizzati ad un pubblico femminile, da più di 10 anni si occupa di pari opportunità. Redattrice e content manager per dol’s, ha scritto molti degli articoli pubblicati su www.dols.it.

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    7 commenti

    1. Luciano on 14/01/2013 20:41

      Non conosco l’intero intervento inviato al blog di Michela Marzano che ho avuto modo di incontrare diverse volte (non in salotti televisivi), parlandoci anche a 4 occhi, ma se questo stralcio è la sintesi o la parte meno aggressima, mi domando cosa sarà il resto. Le asserzioni e il raffronto è irriverente, anche se comprendo che la finalità additata è la metodologia di scelta. Però, francamente una scelta è ben diversa dall’altra. Con Michela si cerca di riportare in Italia ed al servizio del paese una delle 250 migliori menti del mondo (spero di non dover sottolineare) aldilà della partecipazione ai salotti televisivi, che non sono l’ambiente abituale di Michela, a differenza dell’altra 2promossa” non per la mente o l’apporto alla collettività che poteva arrecare , ma sicuramente candidatura di scambio favori !!! Sono due esempi di donne completamente diverse e non per l’aspetto esteriore, ma per l’essenza che spesso sfugge agli uomini che, nella maggior parte dei casi, considerano doveroso per una donna, per essere considerata, assuefarsi per corpo o mente al volere maschilista del branco dominante, alla stregua di una comprimaria, se non di oggetto.
      Mi spiace, Michela Marzano, se pur calata dall’alto, è un’ottima scelta . Una persona ed una mente forse sconosciuta al pubblico, come tante altre fuggite dall’Italia, che potrà dare, se la si lascerà non imbrigliata, ottimi apporti ad un miglioramento culturale e sociale, per la sua sensibilità, derivata soprattutto dalla sofferenza di una vita difficile, ma non per questo “piagnina”. Il raffronto, se pur provocatorio, è irriverente per tutte le donne e gli uomini che credono nel valore delle persone e nelle differenze. Mi dissocio come uomo e come votante !

      Reply
    2. Fabio Contu on 16/01/2013 20:08

      Sarà che conosco Michela Marzano per i suoi libri -saggi molto rigorosi- e non per la partecipazione a qualche salotto in TV (non avendo la televisione), ma non vedo proprio come si possa paragonare un’ottima filosofa come lei (che, peraltro, ha approfondito molto spesso nei suoi testi il tema della condizione e dell’immagine della donna, sia sul piano epistemologico che su quello politico) con Nicole Minetti, sulla quale non faccio commenti.
      Non era tra i candidati alle Primarie dei Parlamentari? Beh, ma se il problema è questo, allora suggerisco tutt’al più di criticare Bersani (che, comunque, nella fattispecie ha fatto un’ottima scelta), non la Marzano.
      Certo, preferisco anch’io le Primarie -ovviamente- come metodo di scelta dei candidati, ma magari tutte le scelte “fatte calare dall’alto” fossero di questa levatura!
      L’unico timore che ho -conoscendo la politica italiana- è che non la si lasci lavorare con la dovuta libertà. Ma, se non si tenterà di ostacolarla o imbrigliarla in logiche di partito o di palazzo, potrà dare al paese un contributo enorme in termini di crescita civile e culturale. Ce ne sarebbe un gran bisogno.

      Reply
    3. Carmen on 16/01/2013 20:31

      Sig. Turi , l’accostamento tra le due donne è frutto della sua ignoranza. Michela Marzano è una DONNA colta e intelligente. Ha scritto dei libri che la Minetti dovrebbe studiare e, forse pure lei,, anche se dubito fortemente che possa avere un quoziente intellettivo sufficiente per capirne il significato. La filosofa ha partecipato ad alcuni salotti televisi per elevarne il livello culturale. Non si è rifatta nè il seno nè le labbra per partecipare a quei salotto, ma per la sua intelligenza e cultura è stata chiamata. Ha scritto un libro: Sii bella e stai zitta. Io non so se lei sia bello o brutto, ma posso dirle “Stia zitto”.

      Reply
    4. Tamara on 17/01/2013 13:38

      Concordo con i precedenti commenti! Inoltre vorrei ricordare che Bersani ha scelto , senza esserne obbligato, di fare le primarie al contrario di tutti gli altri partiti.. circa l’80% dei candidati sono stati scelti dalle primarie , circa il 40% sono donne – quale altro partito ha fatto la stessa cosa?

      Reply
    5. luciano martinoli on 21/01/2013 09:35

      Io penso che questo post sia una dimostrazione abbastanza paradigmatica di un fatto “sistemico” ormai sotto gli occhi di tutti: il “metodo”, in questo caso le regole, ha preso il sopravvento sul “merito”, i contenuti delle proposte.
      Infatti si paragonano le due donne, paragone da rispedire al mittente solo andando a guardare la bibliografia dei libri pubblicati dalle due, non per quello che sono ma per come sono state scelte. E il giudizio del metodo di scelta ha prevalso, nella logica di Turi, sul giudizio del merito delle singole.
      E’ evidente che così facendo non andremo da nessuna parte. E’ urgente aprire un dibattito serio e pacato su che Italia vogliamo per poi decidere le regole per realizzarla. Quelle di oggi sono evidentemente a rappresentanza di un Italia che non c’è più, se consentono tali paragoni. E allora è il caso rifiutarsi di annichilirci sui dettagli: sono ormai irrisolvibili e servono solo a riempire gli spazi televisivi e virtuali di “baruffe chiozzotte”… per gli amanti del “wrestling” dialettico.

      Reply
    6. antonio turi on 21/01/2013 16:17

      caro luciano
      questione di punti di vista. il tuo rientra nell’ottica di chi ritiene di avere la verità in mano e di poter dare giudizi di valore. io (dici) so cos’è bene e cos’è male, so chi vale e chi no, ho la capacità di distinguere, gli altri sono spazzatura. il mio nell’ottica di chi sapendo di non avere nessuna verità crede nell’importanza della forma (metodo è una definzione un più banalotta ed elementare, prima del metodo viene la forma). la forma e le regole sono la base della garanzia per tutti.
      al tuo “io so” può tranquillamente opporsi un altro “io so” e non se ne esce più. per esempio, ancora, la bibliografia dei libri scritti dalle due figure che ho portato a esempio non è detto che sia un criterio di selezione: la marzano può aver scritto mille libri ed essere una emerita cretina, avendoli pubblicati solo perché ben inserita nel sistema (guarda che non lo penso, sto solo cercando di farti degli esempi) mentre la minetti potrebbe essersi rifatta tette e labbra e altro ancora ma questo non significa che non possa essere un’ottima amministratrice (anche qui, non lo penso, ma logicamente è così).
      nel tuo intervento dici una autentica assurdità: che prima dobbiamo decidere che italia vogliamo e poi stabilire le regole. penso che una fesseria più grande non la potevi scrivere. il dibattito sul paese che vogliamo deve venire dopo la definizione delle regole in cui avviene. altrimenti che facciamo, una guerra civile per decidere il paese e il fatto è che qui ci sono delle regole che tagliano fuori il paese dalle decisioni. decisioni che vengono prese da due leader, o da un leader da una parte e da un apparato dall’altra, se preferisci. e queste regole di selezione impediscono al paese di partecipare alle scelte prima e di approvarle o meno poi attraverso le elezioni, visto che se bersani o berlusconi decidono che la marzano e/o la minetti devono andare in parlamento le candidano in un collegio bloccato e le due ci andranno. e allora di fronte a tutto questo io ti ribadisco che per me sia la marzano che la minetti accettando di stare in questo gioco sono frutto dello stesso metodo e sono la stessa cosa: un danno per l’italia

      Reply
    7. Tamara on 21/01/2013 23:12

      La causa di questo dibattito e’ l’assurda, ingiusta legge elettorale che abbiamo, definita “porcata” dal suo stesso fautore (Calderoli) . E’ necessario il merito per avere una forma di sostanza e non superficiale, racchiusa da regole condivise e rispettate da tutti per costruire un Paese civile, in cui le diverse opinioni possano coesistere rispettandosi. Con le “ragioni” o “verità” non si costruisce una società in armonia e aperta, ma chiusa in caste autoreferenziali, in fazioni che favoriscono gli scontri distruttivi..

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    Donne di dols

    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    https://www.dols.it/2025/05/09/sara-chiara-sophie- https://www.dols.it/2025/05/09/sara-chiara-sophie-e-le-altre-lallarme-atti-persecutori/

Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
    https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello- https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello-2025-e-femmina/

A trionfare sono state le donne: 7 David a Vermiglio di Maura Delpero mentre L’arte della gioia di Valeria Golino e Gloria! di Margherita Vicario hanno conquistato 3 premi a testa
    Terrazzo un fiore Terrazzo un fiore
    https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gi https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gioco/

E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
“ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
    Post su Instagram 18054001580213162 Post su Instagram 18054001580213162
    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

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Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
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Cambiare vita, dare spazio ai propri desideri e fare quello che davvero ci piace è il sogno di molti,
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    Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni con mia cugina, che vive in Germania. Lei è alevita e ha sposato un ragazzo sunnita originario di Erzurum. Eppure, nonostante entrambi appartengano al popolo curdo, le differenze religiose sono bastate a creare muri. La famiglia del marito fatica ad accettarla, ritenendo gli aleviti culturalmente ed eticamente inferiori. Questo mi ha portato a riflettere su una dinamica universale: la tendenza dell’essere umano a costruire confini invisibili, a classificare, separare, giudicare.

Quante volte, da immigrati, ci siamo sentiti dire: “Se tutti fossero come voi, così integrati, sarebbe diverso”? Quante volte il nostro valore è stato misurato in base alla capacità di adattarci, di “assomigliare” alla cultura dominante? Ma questa non è una dinamica esclusiva delle migrazioni o della religione. Ovunque, gruppi diversi si osservano con sospetto. Il “diverso” fa paura.

Se ci spostassimo in un villaggio del Togo, del Senegal, del Congo, del Tibet, della Birmania o del Perù, troveremmo le stesse dinamiche: anche all’interno della stessa etnia, le tribù si guardano con diffidenza. Come se l’altro fosse meno degno, meno umano. È un istinto antico, quasi animale, nato dal bisogno di proteggere il proprio spazio. Ma qui nasce il paradosso: gli animali conoscono il proprio territorio e lo rispettano. Noi esseri umani, invece, non facciamo altro che invadere, appropriandoci, giudicando, alimentando paure e pregiudizi grandi come montagne.
https://www.dols.it/2025/04/16/pregiudizi-paura-e-confini-invisibili-il-difficile-cammino-dellumanita-verso-laccettazione/

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