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    Home»Costume e società»Cultura»Bella tutta! I miei grassi giorni felici
    Cultura

    Bella tutta! I miei grassi giorni felici

    Caterina Della TorreBy Caterina Della Torre12/03/2012Updated:16/06/20141 commento5 Mins Read
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    di Caterina Della Torre

    Mille diete per arrivare alla fine a piacersi ”tanta” e” tutta”. Elena Guerrini racconta la sua storia a teatro ed in un libro.

    Le si potrebbe dare mille appellativi: morbida, burrosa, accogliente, esplosiva, serena, accattivante etc…infine Bella. Sì. tutta.

    L’ho intervistata  dopo una tournée milanese e sembrava che irraggiasse tutta la stanza di felicità.

    Vestita di rosso e nero con qualche chilo di troppo (spero non me ne vorrà per quanto ho appena scritto). Ma ”di troppo” rispetto a che o a chi? direbbe lei. Elena Guerrini, quarantenne, toscana, nata e cresciuta in Maremma, un figlio di 5 anni. Oltre che regista, è attrice di teatro e di cinema: ha lavorato al Teatro Valdoca e Pippo Delbono, Pupi Avati e Alfonso Arau. Nella sua vita ha provato tutte le diete, ha perso 310 chili e ne ha ripresi 325. Poi un giorno ha deciso che era una battaglia persa ed ha mollato.

    Qual è la tua professione principale, regista, attrice o scrittrice?
    Direi Creattrice, sono cioè un’attrice che non interpreta ma crea. Sono stata per 15 anni attrice nella compagnia Delbono. Poi da quando è nato mio figlio creo per me stessa. ”Orti insorti”  (che poi è stato anche un libro ed  un manifesto ambientalista)  ha fatto più di 200 repliche in tutto il mondo.

    Ho creato anche il primo festival del baratto, non monetario, il primo in Italia, dove gli artisti vengono pagati con il baratto. Il biglietto d’ingresso non è monetario, ma una bottiglia di vino, del formaggio etc.

    Come è nata quest’ idea?
    Quando ho lasciato la città (ho abitato a Bologna e Milano) e sono andata ad vivere in Maremma nella casa dei miei nonni. Mio nonno era un contadino ed ho imparato ad amare la natura. Allora proprio ho scritto  ”Orti Insorti” che ha venduto 2000 copie solo con il passaparola. Andavo tutti i sabati pomeriggio a raccontare questa storia nei poderi.
    Questo è stato il mio primo lavoro che ho portato in giro per il mondo. Facevo gli spettacoli facendomi pagare con il baratto. Credo che sia molto rivoluzionario il mio approccio e voglio che chi senta il mio spettacolo, percepisca questa carica esplosiva. Che entri con un’idea e ne esca con un’altra.

    E con il corpo? Hai fatto un lavoro rivoluzionario anche su quello?
    Bella Tutta è un libro ed un lavoro teatrale tutto concentrato sul corpo, come viene visto dai media e nella società e come è invece la realtà. Il mio. E’ uno spettacolo sul ” fascismo rosa”.

    Cioè?
    Un unico modo di pensare, intendere le cose, una specie di dittatura estetica, un canone unico.
    Sono andata nelle scuole a portare il mio spettacolo. Le ragazze che vogliono fare l’attrice mi chiedono: ‘Che cosa mi devo rifare?Il culo o il seno?’ Io rispondo: ”E’ meglio che studi”.

    Ma questa non è la norma!
    No, la norma purtroppo è questa.

    Cosa racconti nel tuo libro?
    Di tutti gli sforzi che ho fatto prima di riuscirmi ad accettare con il mio corpo. Sono arrivata a 90 kg con la gravidanza. Ho   provato 68 diete diverse, ho perso 310 kg e ne ho ripresi 325.
    Ho capito che stavo violentando il mio corpo, e sarei sempre stata lontana dall’immagine che vedevo in TV e sui media.

    Non ascoltavo il mio corpo. Sono arrivata addirittura a prendere delle anfetamine per dimagrire e raggiungere il mio ideale di bellezza, ma la bellezza non è una cosa fisica, è una luce che hai dentro. Sono più bella a 90 chili che a 50. E me ne sono resa conto quando è nato mio figlio.

    Prima il libro o lo spettacolo?
    Il libro nasce dopo lo spettacolo e racconta una storia vera, la mia. Chiaramente è uno spettacolo molto comico. E’ la storia di come ho cominciato ad amare la mia pancia in gravidanza, perchè allora non era segno di obesità, ma di un corpo che cresceva dentro di me. Ero bellissima, portavo i pantaloni attillatissimi con le magliette corte.

    Quando è nato mio figlio, ho deciso di non limitare più il mio corpo ed ascoltarlo. Di non spendere più  le mie energie ed i miei soldi nelle continue diete. Dopo lo spettacolo la Garzanti mi ha chiamato e mi ha chiesto di scriverne un libro.

    Il libro comincia parlando delle diete e finisce con la mia figura messa a nudo (anche letteralmente sulla scena).
    La dieta è diventato un burka. Il libro rispetto allo spettacolo ha però un’azione più ampia, racconto tutti gli anni ’80 e ’90, il percorso di una ragazzina che racconta del suo amore per Fabio Concato  e la ricerca continua di abiti che le entrassero.

    La moda condiziona le ragazza spingendole all’anoressia e alla bulimia. Racconto di una mia amica morta di anoressia. Probabilmente se non ci fosse stato questo caso, ci sarei forse caduta anche io. Non sei mai magra abbastanza.

    Invece alla fine ho buttato la bilancia.

     

    &

    baratto dieta Donne Donne grasso Spettacoli teatrali
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    Caterina Della Torre
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    Proprietaria di www.dols.it di cui è direttrice editoriale e general manger Nata a Bari nel 1958, sposata con una una figlia. Linguista, laureata in russo e inglese, passata al marketing ed alla comunicazione. Dopo cinque anni in Armando Testa, dove seguiva i mercati dell’Est Europa per il new business e dopo una breve esperienza in un network interazionale di pubblicità, ha iniziato a lavorare su Internet. Dopo una breve conoscenza di Webgrrls Italy, passa nel 1998 a progettare con tre socie il sito delle donne on line, dedicato a quello che le donne volevano incontrare su Internet e non trovavano ancora. L’esperienza di dol’s le ha permesso di coniugare la sua esperienza di marketing, comunicazione ed anche l’aspetto linguistico (conosce l’inglese, il russo, il tedesco, il francese, lo spagnolo e altre lingue minori :) ). Specializzata in pubbliche relazioni e marketing della comunicazione, si occupa di lavoro (con uno sguardo all’imprenditoria e al diritto del lavoro), solidarietà, formazione (è stata docente di webmarketing per IFOA, Galdus e Talete). Organizzatrice di eventi indirizzati ad un pubblico femminile, da più di 10 anni si occupa di pari opportunità. Redattrice e content manager per dol’s, ha scritto molti degli articoli pubblicati su www.dols.it.

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    1 commento

    1. Vlad on 07/12/2017 17:17

      dimagrire per chi è obeso non è impossibile e ed è meglio per la salute
      Ci sarebbero meno insicurezze sul corpo se si accettassero i dati di realtà: non c’è nessun canone unico, e le veline non centrano un tubo. certo che si è belli anche con qualche chilo di troppo purchè siano pochi chili di troppo (tra l’altro una donna in lieve sovrappeso è sicuramente più bella di un uomo che tende ad accumulare i chili solo sull’addome facendosi venire una panza esteticamente orrenda) ma tenendo presente la realtà: ci sono uomini che hanno un bel fisico e uomini che non ce l’hanno; donne che hanno un bel fisico e donne che non ce l’hanno. E donne e uomini che hanno un bel fisico non sono “omologati”, e non sono irreali, sono realissimi, hanno solo vinto la lotteria genetica (che facciano palestra o no). anche tralasciando la questione salute (che esiste), uomini e donne molto grassi non sono fisicamente belli come non lo sono uomini e donne scheletrici, non è stereotipo, è realtà: ci sono uomini e donne che per natura hanno corpi snelli non scheletrici o formosi non obesi e sono più belli e più attraenti di altri che sono troppo magri o obesi , anche chi non è bello/a (come il sottoscritto) può attrarre qualcuno, può piacersi, anche i brutti hanno storie d’amore e fanno sesso ma deve accettare che chi ha un bel corpo risulta più attraente in linea di massima, luca argentero e zac efron sono più attraenti fisicamente di Danny De Vito, Monica Bellucci e Gal Gadot sono più belle e attraenti fisicamente di Anna Mazzamauro o di Kathy Bates, non è uno stereotipo è un fatto. Io non sono bello fisicamente e se una ragazza che mi attrae non mi trova attraente e preferisce uomini con un corpo diverso dal mio io lo accetto, ha diritto ai suoi gusti come io ho i miei. E va da sè che per rispettare qualcuno non occorre trovaelo bello/a

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