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    Home»Salute e benessere»PSICOLOGIA»Essere uomini? Non è facile
    PSICOLOGIA

    Essere uomini? Non è facile

    Maria Cristina Paselli lifecoachBy Maria Cristina Paselli lifecoach13/12/2011Updated:05/07/2015Nessun commento6 Mins Read
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    uomo-donna
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    Ma anche per le donne la ricerca spasmodica dell’uomo ideale,  a volte cade nel vuoto.

    Mai come in questi anni mi sono ripetuta … non vorrei essere un uomo ed anche “ per fortuna ho una figlia femmina, frasi alquanto in controtendenza se si pensa che noi donne abbiamo ereditato una società ed una cultura con secoli di dominanza maschile e millenni di macismo, una società in cui ancora fino a poco tempo fa, in alcune zone d’Italia, ci si congratulava con la madre solo se aveva partorito un maschio che, per elezione, era una benedizione per la famiglia.

    Intendiamoci l’altra metà del cielo ci attrae, ci seduce, ci incanta e ci fa anche soffrire allo stesso tempo, sempre con le stesse dinamiche, ma non ho mai trovato, come in questi nostri tempi, tanti uomini in difficoltà nel rapporto con le donne e per difficoltà non intendo solo quelle sessuali, ma anche quelle legate al raggiungimento di una complicità intellettuale e solidale.

    Non a caso le statistiche ci informano che, negli ultimi sei mesi, in molte province italiane, si sono registrati matrimoni e unioni di fatto con donne di nazionalità diverse: russe, ucraine, cubane, moldave, di indubbia bellezza e fascino, ma soprattutto di grande maestria nel porsi e nel trattare con l’uomo italiano.

    Che cosa spinge questi uomini a scegliere le straniere, oltre all’amore s’intende?

    La loro disponibilità, la capacità di farli sentire maschi, di essere come erano le nostre madri, vicine, premurose, presenti e soprattutto apparentemente stabili.

    Quando ero adolescente la lotta per la conquista della parità tra i sessi era un obiettivo imprescindibile nella vita di coppia e molta parte delle mie battaglie di partner e madre sono andate in quella direzione, sono cresciuta come un gladiatore che prima di tutto deve ottenere la parità di ruolo con l’altro sesso, che paga al ristorante se cena con un uomo, per non sentirsi di peso, che ha imparato a fare tutti i lavori normalmente destinati alla prassi maschile per non essere da meno ed aver bisogno e così via nella quotidianità dei rapporti.

    Oggi le donne economicamente indipendenti, finalmente libere nella loro sessualità e nelle scelte, prese dalla carriera o dal raggiungimento di obiettivi a medio termine, non appaiono all’uomo poi tanto desiderose di accoppiarsi stabilmente, divenendo mogli o madri, caricandosi spesso in prima ed unica persona di molte responsabilità e pesi che ne derivano.

    Le più aspettano “di essere realizzate” o un “grande amore” per cui valga il sacrificio e vivono da single, in questa trepida e spesso molto lunga attesa.

    Ci si trova di fronte ad odierne Peter Pan, eterne trenta-quarantenni giocose, scanzonate e non sempre felici che passano le serate con differenti amici o tra donne, fanno sesso come una volta lo facevano gli uomini, senza troppo coinvolgimento e impegno poi se ne tornano a casa propria, nel loro nido arredato con cura e ordine, di solito indipendenti dai genitori, organizzandosi la vita tra lavoro, vacanze e tempo per sé.

    Il ticchettio dell’orologio biologico che sollecita loro la maternità come destino imprescindibile e naturale viene ovattato dal suono festoso del cellulare che ricorda l’appuntamento al Centro estetico per il massaggio.

    E gli uomini?

    L’uomo che appare oggi davanti a me è un uomo spesso in difficoltà, sostanzialmente non troppo felice anche se realizzato nei mezzi e nella professione, è dinamico, intelligente, diffidente e ha molta paura di termini quali impegno e “per sempre.

    Pensa che un rapporto duraturo lo limiti, gli impedisca di vivere in modo personale, lo richiami a troppi doveri e se poi è già stato sposato o accoppiato, l’amarezza dell’aver rinunciato ai figli o del dover sostentare la moglie che magari vive con un altro, lo rende ancora più arrabbiato e diffidente verso le probabili future compagne.

    E’ una persona che fa ancora molto riferimento alla famiglia d’origine e soprattutto alla mamma, un uomo che fatica a trovare la donna giusta che gli sia compagna della vita.

    Non gradisce la competizione e dopo secoli di incontrastata supremazia non appare troppo interessato né attratto dai cambiamenti copernicani, dai sovvertimenti forti dell’ordine costituito, non desidera mutamenti così totali nelle abitudini e nelle consuetudini per lui tanto soddisfacenti quanto pietrificate nel tempo.

    Cerca una donna con le caratteristiche materne, capace di stargli vicino, di curarlo, ma anche complice e sessualmente appagante.

    La posizione che frequentemente si rileva è quella di un maschio che, a fronte di uno scanzonato disimpegno femminile per la coppia costituita e tradizionale risponde con altrettanto disimpegno nei rapporti che forzatamente e con insoddisfazione di entrambi, diventano take-away, mordi la mela e fuggi a gambe levate, sparisci senza parole e senza una telefonata di spiegazione.

    Ecco allora che si sente dire dalle giovani: Non ci sono più gli uomini di una volta! Quelli che ti fanno sentire l’unica, la protagonista, la ragione stessa della vita…

    Così ci ritroviamo in una società nella quale ci si stupisce se una coppia si sposa o ancor di più se s’ incontra una coppia che sta insieme per tutta la vita!
    Allora per gli uomini d’oggi, quelli con la maiuscola non è davvero vita facile.

    Ci chiediamo dove sono finiti gli eroi dei tempi andati, quelli che corteggiavano, che usavano la galanteria o la cavalleria, quelli che s’innamoravano perdutamente fino alla morte, che attendevano in salotto per ore, quelli che offrivano fiori e dimostravano l’amore con lo stare vicino, con la dedizione e la condivisione.

    La presunta ritrovata parità ha decretato la loro estinzione?
    Cosa fare allora per ritrovare un equilibrio, un riavvicinamento non solo nel rapporto di una notte, ma nella solidale partecipazione a grosse prove cui la vita spesso ci chiama?

    Come fare per vincere le solitudini reciproche, le ricerche dell’altro affidate sempre più spesso ad Agenzie specializzate:
    … Cerco compagna desiderosa di formare una famiglia e avere figli, capace di rapporto duraturo e sincero…
    oppure
    Cerco compagno comprensivo, gentile e premuroso per condividere viaggi e se possibile vita a due…

    Cercarsi per completarsi, per ritrovare un equilibrio significa accettarsi nelle differenze, ma sopra ogni cosa riuscire ancora ad
    innamorarsi con la consapevolezza che gli uomini rifiutano la mascolinizzazione delle compagne, sono spiazzati dalle dichiarazioni di eccessiva indipendenza che li rendono insicuri e le donne non rinunciano più a se stesse come hanno fatto le loro madri, non delegano la propria felicità e hanno voglia di incontrare un Uomo che, amandole sia capace di dar loro tanto affetto, accettare che partecipino da protagoniste alla vita a due con uguali opportunità e diritti, senza sentirsi sminuito nel ruolo, ma che abbia, però, almeno alcune delle caratteristiche seduttive del Principe Azzurro che vaga per le città con la scarpina in mano, alla ricerca della sua metà.

    Se vuoi scrivere alla d.ssa Paselli clicca qui:la prima consulenza è
    gratuita

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    Maria Cristina Paselli lifecoach
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    Specializzata in Scienze d’Azienda, Gestione di Risorse Umane, lavora da tempo nei settori dell’Alta Formazione per Manager, nel Coaching, nella Comunicazione Positiva, Marketing, Creazione di Team Leader, Immagine Personale, Leadership Aziendale e nella Selezione di Personale Hight Level. Collabora con Province e Regioni per Corsi di Avvio e Formazione all’ Imprenditoria . Consulente di Aziende Private ed Enti Pubblici per Attività di Organizzazione, Management, Aggiornamento professionale, Progettazione, Formazione sul Lavoro ed Orientamento. Ha pubblicato testi sulla Formazione, l’Inserimento e il Ricollocamento di donne, adolescenti difficili, adulti e categorie ritenute socialmente deboli. Ha realizzato la sceneggiatura di Performance teatrali al termine di Corsi di Autostima. Ha progettato e diretto Programmi di Prevenzione e Mantenimento del Benessere Psicofisico in Centri di Cura, collaborando con specialisti e terapisti orientali, sia in Veneto che in Toscana.

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