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    Home»Costume e società»Cultura»Il tempo che ci vuole
    Cultura

    Il tempo che ci vuole

    Caterina Della TorreBy Caterina Della Torre08/11/2011Updated:16/06/2014Nessun commento6 Mins Read
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    di Caterina Della Torre

    …affinchè le stratificazioni temporali si tocchino e che il passato incontri il presente fino a superarlo


    Un libro che ti avvince sin dalle prime righe quello di Francesca Palumbo, ”Il tempo che ci vuole”, e scorrendo le pagine trovi che i personaggi descritti li conosci bene, potresti essere tu o una tua amica o amico, un tuo parente. Storie così prossime che sembrano emergere dalle pagine e recitare davanti a te prendendoti per mano. Eppure quello che l’autrice riesce a comunicare sembra sempre nuovo, perchè guardato e sentito da un altro punto di vista e con un’altra sensibilità. Ne parliamo con la scrittrice.

    Il tuo libro da cosa è nato? Esperienze personali, di amiche/amici?
    Il mio libro è nato dall’esigenza di dar voce ad una serie di esperienze incamerate negli anni, ad alcune intuizioni, a dei ricordi, delle sinapsi emotive riaffiorate da chissà dove, dal desiderio di costruire una storia che inglobasse più generazioni.

    In origine volevo raccontare soltanto di due adolescenti che cercavano se stesse e che si stavano perdendo, poi, dopo le prime pagine sono arrivati tutti gli altri personaggi e il libro è diventato più un romanzo di formazione, con un montaggio che si è formato quasi spontaneamente.
    “il tempo che ci vuole percorre un po’ tutte le pagine…
    L’idea del tempo è fondamentale, ma è un tempo interiore, non cronologico quello che abbraccia e percorre le pagine di questo romanzo e tutti i suoi personaggi, è un tempo di matrice bergsoniana e la frase che ricorre più volte nel romanzo ne sottolinia la valenza fortemente soggettiva per ognuno, perché non esiste un tempo del dolore, della consapevolezza, dell’elaborazione o della rinuncia universalmente uguale per tutti. Il tempo che ci vuole, in questo senso, è molto personale e intimo, è un tempo assolutamente privato ed esclusivo che riunisce in sé ciò che è stato e ciò che siamo adesso, consentendo così che le stratificazioni temporali si tocchino e che il passato incontri il presente fino a superarlo. Ecco, questo è il vero tessuto del libro. In coerenza con quanto detto finora anche il mio modo di raccontare non segue un tempo lineare, ma è soggettto a dei continui balzi in avanti o passi indietro. Non riesco a scrivere in altra maniera. Raccontare in maniera lineare generalmente mi annoia.

    Il personaggio che mi piace di più o di meno?
    Sono molto affezionata a tutti i personaggi, ma non posso celare una mia predilezione per Girardi e per Lacca, il primo un’insegnante e il secondo un clochard, entrambi attenti osservatori e persone estremamente generose e sensibili. Forse quello che amo meno è Carlo perché incarna una tipologia di uomo troppo egocentrica e richiedente nella relazione amorosa.

    Le esperienze che narri le hai apprese dai tuoi studenti?

    Le avventure delle due ADOLESCENTI…
    Sono avventure mutuate dalla mia immaginazione ma al contempo dalla dose massiccia di tempo che trascorro con gli adolescenti (molto più che tra miei coetanei, sono una adulta di 50 anni!) Insegno da 25 anni, gli adolescenti sono il mio pane quotidiano, sono materia delicata e sempre in trasformazione, non facilmente catalogabile, materia liquida e sfuggente..affascinante.

    Come giudichi i nostri giovani? E la nostra generazione?
    Fondamentalmente io mi sforzo di non giudicare, anzi mi alleno costantemente alla sospensione del giudizio, è una disciplina che attingo dal buddismo, verso il quale nutro una sempre maggiore attrazione per alcuni assiomi basilari che si avvicinano molto al mio modo di intendere l’impegno, la consapevolezza e la responsabilità del singolo. Quello che cerco di mostrare nel mio romanzo è che, particolarmente in questo momento storico, siamo molto fragili, diffidenti e disorientati (sia adolescenti che adulti) ma in questo disorientamento collettivo le distanze esistenziali miracolosamente si accorciano al contatto con la sofferenza, che, allorchè vista, riconosciuta e accolta, può essere facilmente arginata e può addirittura portare alla rinascita, alla ricostruzione del sé. In questo senso IL TEMPO CHE CI VUOLE è fondamentalmente un romanzo sullo SGUARDO, perché è solo attraverso lo sguardo e il riconoscimento dell’altro che molti dei personaggi riprendono a sentirsi vivi!

    E gli anziani in tutto questo?
    Gli anziani andrebbero rispettati e “coccolati” un po’ di più (cosa piuttosto rara nei Paesi Occidentali e molto più sentita in Oriente) perché sono i portatori della tradizione e delle radici, sono la memoria, il ricordo, il passato che ritorna ma anche l’anestesia del futuro e la testimonianza scomoda che nessuno di noi è eterno. Considerazione che trova spazio nel romanzo in certe pagine dedicate esclusivamente al tema della malattia, e in particolare alla lotta serrata contro la dimenticanza. Parlo in maniera molto diretta di una patologia tanto invasiva quanto invalidante sul piano della dignità e dell’amor proprio come l’Alzheimer. Scriverne mi è servito a ricordare mio padre che ne è stato affetto, ed è stato per me un atto dovuto, e bello, per ricordarlo.

    Hai scritto un altro libro, in cosa differisce da questo?
    Questo è il mio secondo libro. Il primo è una silloge di racconti dal titolo VOLEVO DIRTELO.In realtà io non lo percepisco come tanto diverso dal precedente. In questo romanzo in realtà ricorrono molti dei temi già affrontati nel primo libro.

    Lo consiglieresti a un adulto o a un ragazzo?
    Personalmente lo consiglierei sia agli adolescenti che agli adulti perché in questo guardarsi reciproco e alternato ogni personaggio (indipendentemente dall’età) si rivela capace di acquisire una forte consapevolezza e di essere maestro per gli altri. In poche parole ognuno può insegnare all’altro qualcosa in uno scambio continuo che è fatto di sguardo e attenzione.
    Nel romanzo scrivo che in giapponese Mon- do significa Domanda-Risposta.
    Credo che uno dei compiti principali dello scrittore sia fondamentalmente questo, ovvero di far innamorare del mondo a dispetto di tutto; di puntare la luce sulla nostra umanità, che è qualcosa di più forte, affascinante e vincente della disumanità. Allora ecco che la gentilezza, l’attenzione e la lealtà di ognuno diventano un antidoto all’estraneità, all’indifferenza, una modalità efficace per uscire dall’autismo sociale…e questo vale sia per i giovani che per noi adulti, che evidentemente non riusciamo più ad essere dei buoni modelli!

     

    adolescenti anziani giovani tempo
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    Caterina Della Torre
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    Proprietaria di www.dols.it di cui è direttrice editoriale e general manger Nata a Bari nel 1958, sposata con una una figlia. Linguista, laureata in russo e inglese, passata al marketing ed alla comunicazione. Dopo cinque anni in Armando Testa, dove seguiva i mercati dell’Est Europa per il new business e dopo una breve esperienza in un network interazionale di pubblicità, ha iniziato a lavorare su Internet. Dopo una breve conoscenza di Webgrrls Italy, passa nel 1998 a progettare con tre socie il sito delle donne on line, dedicato a quello che le donne volevano incontrare su Internet e non trovavano ancora. L’esperienza di dol’s le ha permesso di coniugare la sua esperienza di marketing, comunicazione ed anche l’aspetto linguistico (conosce l’inglese, il russo, il tedesco, il francese, lo spagnolo e altre lingue minori :) ). Specializzata in pubbliche relazioni e marketing della comunicazione, si occupa di lavoro (con uno sguardo all’imprenditoria e al diritto del lavoro), solidarietà, formazione (è stata docente di webmarketing per IFOA, Galdus e Talete). Organizzatrice di eventi indirizzati ad un pubblico femminile, da più di 10 anni si occupa di pari opportunità. Redattrice e content manager per dol’s, ha scritto molti degli articoli pubblicati su www.dols.it.

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    Donne di dols

    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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Recensione poetica emozionale di Lezione d’amore. Sinfonia di un incontro.

Spettacolo scritto e diretto da Andrée Ruth Shammah, con Milena Vukotic, Federico De Giacomo e Andrea Soffiantini. Visto al teatro Franco Parenti Maggio 2025.
    La regista Elisabetta Sgarbi, che con Eugenio Lio La regista Elisabetta Sgarbi, che con Eugenio Lio ha anche scritto la sceneggiatura, spiega: «I personaggi sono nati e si sono sviluppati, per lo più, già con il volto di chi li avrebbe interpretati, il loro corpo, i loro modi. Questo ci ha aiutato molto nello scrivere il film, perché, laddove la sceneggiatura non poteva e non doveva dire, potevamo immaginare un colpo d’occhio, un movimento, un gesto, una espressione che riempissero quel “vuoto”. 

https://www.dols.it/2025/05/20/lisola-degli-idealisti/
    È il tempo delle rose È il tempo delle rose
    Bolle all'arcibmboldi Bolle all'arcibmboldi
    https://www.dols.it/2025/05/14/la-trama-fenicia A https://www.dols.it/2025/05/14/la-trama-fenicia

Aspettiamo con ansia l’imminente uscita del La trama fenicia del mitico texano.

La trama fenicia (The Phoenician Scheme) è il 13* film diretto da Wes Anderson, 56 anni, e da lui scritto con il 60enne Roman Coppola, segnando così la loro sesta collaborazione.
    Rose rosse per me Rose rosse per me
    Storia di Kechic una sartoria e un marchio di abbi Storia di Kechic una sartoria e un marchio di abbigliamento italo africano. Nasce dall’incontro tra Valeria Zanoni e Cheikh Diattara Lui senegalese e sarto, lei italiana ed esperta di comunicazione. Prende origine da questa amicizia, dalla voglia di creare qualcosa di bello insieme e di condividerlo.

https://www.dols.it/2025/05/09/amici-di-ago-e-filo/
    di Eugenio Alberti Schatz L’8 maggio si è inau di Eugenio Alberti Schatz

L’8 maggio si è inaugurata al Museo di Arte Occidentale e Orientale la mostra di Анна Голубовская (Anna Golubovskaja dal titolo Punti di attrazione (2022-2025).

https://www.dols.it/2025/05/11/punti-di-attrazione-di-anna-golubovskaja/
    Dicono di TE …. Ti sei divertita con “I nomi Dicono di TE ….

Ti sei divertita con “I nomi da Indiani”? Hai creato la tua tribù e inventato la leggenda sull’origine del tuo nome? Per costruire il tuo nome sei ricorsa a ciò che dicono gli altri per identificarti quando non ti conoscono se non superficialmente. Hai usato le similitudini che vengono in mente pensando a te.

Ora fai un passo avanti e segui i suggerimenti per una nuova scrittura “metaforica”!
https://www.dols.it/2025/05/12/te-metaforico/
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    Rose di maggio Rose di maggio
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Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
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A trionfare sono state le donne: 7 David a Vermiglio di Maura Delpero mentre L’arte della gioia di Valeria Golino e Gloria! di Margherita Vicario hanno conquistato 3 premi a testa
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E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
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