Tifando Lautaro e Torino Calcio a San Siro.
L’occasione è ghiotta. San Siro (1) sta per morire o giù di lì. La Scala del Calcio sarà demolita o sostituita da qualche improvvido amministratore della Cosa Pubblica in cerca di denaro supplementare. Leggi bustarella, meglio se dalla ‘ndrangheta. In un caso o nell’altro, lo stadio di Milano non sarà più come l’onorevole Meazza. Quindi, è necessario andare a vedere almeno una partita. Quella dell’Inter che accetta la sfida del Torino Calcio avrebbe potuto sembrare risibile (come poi si sarebbe rivelata), ma anche appetitosa per due tifosi del Torino simpatizzanti dell’Inter come Stefi e Fabri.
E così armati di compassione buddista che condivide empaticamente le sofferenze degli altri come fossero le proprie perché si riconosce un enorme potenziale in ogni essere vivente, e pronti alla inevitabile capitolazione, i due salgono con baldanza le gradinate dello stadio un’ora prima del fischio d’inizio. Muscoli così che il giorno dopo… aiuto! Acido lattico a 1000 e cosce marmorizzate.
Sconsiderata Cubista da Gradinata.
A fare da intrattenitori musicali quelli di una radio privata milanese che alternano gli inni istituzionali della squadra di casa a coinvolgenti pezzi di artisti cari alle masse. Stefi si aggrappa alla ringhiera del secondo anello come solo una stagionata cubista sa fare. Fabri lega con due interisti venuti a Milano da Padova.
«Ghe pias el vin!» esclama, la sua tipica aria da inconsapevole malandrino stampata sul sorriso. Di soppiatto, Stefi guarda i due padovani: sembrano non aver colto.
Per fortuna!
Dopo una giornata faticosa fatta da 180 km in autostrada, da parziale smontaggio della casa di mamma passata in latenza e piena di polvere (la casa, non la mamma) e di stanchezza psicologica, mancava dover placare due padovani già poco sobri.
Atmosfere Calcistiche.
L’atmosfera carica di furore divino dei 2.000 tifosi del toro relegati in un angolo in cima al terzo anello della curva Sud e quello dei rimanenti 71.000 interisti, raffreddati un tantino dallo sciopero della loro curva Nord per la faccenda del blocco alla cessione degli abbonamenti e l’installazione di telecamere ai tornelli dopo le indagini della Procura di Milano (grazie Fedez e Lazza!) (3) ci fa mettere a parte le ansie angosce preoccupazioni della giornata e ci fa trepidare in attesa.
Entra il Toro:
«BUUUUUUUUUU» da venir giù lo stadio.
Entra l’Inter: tutte e tutti cantano l’inno e applaudono fino a spellarsi le mani.
Tifosi Teutonici.
Entrano anche i 5 della Gegrüßet seist du Maria, in tedesco sarebbe la parafrasi del film ‘I 4 dell’Ave Maria’ (4): 5 energumeni biondo platinato si seggono proprio dietro di noi, già carichi di bionda birra in gola e tra le mani. Strabevono dai bicchieroni di plastica che appoggiano ai loro piedi: 2 o 3 a testa. Al momento sono tranquilli: all’ingresso di Lautaro Martinez detto El Toro, intonano un coro con così tante R da perderne il conto:
«TORRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRO!!!!!»
E si compiacciono con noi del loro italiano, facendo i pollici in su nei miei video. Forse non hanno capito che sono ANCHE torinista.
Quando il loro tifo si riempie di «RAUSSSSS!! RRRRAUSSSSSSSSS!!!!» di nazista memoria, mi convinco a tifare SOLO Inter.
A Testa in Giù.
Al primo gol interista, l’entusiasmo di uno di loro lo fa capitombolare due gradinate più in basso, a capofitto. Fortuna il bimbo sotto di lui non è stato travolto. Il biondo tetesco si guarda spaesato in giro come a chiedersi ‘Cosa ci faccio qui sotto?‘ anzi, per meglio dire, ‘Was mache ich hier unten?’ Un perfetto tuffo senza incidenti. Ritornato sopra, chiede scusa a tutti e tutte, me compresa che forse mi scambia per la nonna del ragazzino.
Calciatori Addormentati.
La partita scorre piano e dormiente per entrambe le squadre: la differenza sta nel cogliere le défaillances dell’avversario.
5 pere. Lo scrivo in grande: CINQUE PERE. CINQUE GOL contro il Torino Calcio. E una cascata di birra sulle nostre spalle. I 5 della Gegrüßet seist du Maria si erano alzati a più riprese solo per tornare con scatole di cartone colme di bicchieroni di bionda oscillante. Solo che non era una tipa avvenente sui tacchi, ma birroni da paura in quantità industriale. Che fluttuavano liquidi fuori dai bordi dei bicchieroni, impregnando le scatole che poi riversavano a doccia la birra sulle nostre spalle.
Già in preda allo sconforto per l’umiliazione della sua squadra del cuore, Fabri si alza di scatto e prende per la T-shirt uno dei 5. Anche se si sta scusando, Fabri aggredisce a parole e con gli occhi. Ho riconosciuto lo sguardo della bestia. Gli ho sussurrato nell’orecchio «Andiamocene, tanto ormai contro 5 pere a 5 minuti dalla fine della partita non si può fare nulla. Rassegnati!»
Fortuna che mi ha dato retta. A termine partita gli addetti avrebbero dovuto non solo spazzare cartacce e bicchieroni vuoti, ma anche sangue.
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Note:
- San Siro: intitolato a Giuseppe Meazza, venti anni all’Inter dal 1927 al 1947 e 284 reti segnate, lo stadio è conosciuto anche come San Siro, dal nome del quartiere che lo ospita. È soprannominato la ‘Scala’ del calcio ed è stato teatro della storia dell’Inter dal 1927 in poi. Nel 1990 la ristrutturazione in occasione dei Mondiali ha fatto erigere il terzo anello, e la capienza totale attuale è di 75.710 posti.
- Stadio Giuseppe Meazza | Inter.it
- Fedez e Lazza: Inchiesta sulle curve di Inter e Milan, Fedez trattava per pubblicizzare la sua bibita a San Siro
- “I 4 dell’Ave Maria”: I quattro dell’Ave Maria – Film (1968) – MYmovies.it