di Scott McGehee e David Siegel
con Naomi Watts, Bill Murray, Cloé Xhauflaire, Joel Van Liew, Josh Pais
nelle sale dal 5 giugno
Iris (Naomi Watts) è ancora più minuta se confrontata con Apollo, un fiero alano con cui si trova a condividere un pezzetto di vita. O forse tutta la vita.

Ma cominciamo dal principio. Iris è una scrittrice e docente di scrittura creativa a Manhattan. Vive sola, in un piccolo appartamento in Washington Square. Nella sua vita riservata, divisa fra le fatiche della scrittura e gli allievi dalle personalità complicate, fa la sua comparsa all’improvviso l’ingombrante Apollo. Walter, il suo grande amico, mentore e (ma solo per pochissimo) amante si è suicidato e nelle sue ultime volontà ha espresso il desiderio che fosse proprio lei a occuparsi del suo cane. E dire che se lei potesse scegliere, si prenderebbe in casa al massimo un gatto.

Perché mai questa incombenza è caduta proprio sulle sue spalle quando Walter poteva contare su ben tre mogli fra ex e in carica e un discreto numero di amanti? Non c’è una risposta, ma a Iris non resta scelta e prende Apollo, a detta dell’ultima moglie molto depresso per la scomparsa dell’adorato padrone. L’alano si fa trascinare riluttante per le vie di una New York piena di fascino, una città memore di Woody Allen e di vecchi film e lontanissima da quella luccicante metropoli fatta di altissimi grattacieli che va di moda oggi, ma questo senso retro è uno dei punti di forza del film .
Anche se lo sappiamo fin dall’inizio che fra i due nascerà un legame fortissimo e che assieme affronteranno il lutto che li ha colpiti, seguiamo lo stesso con trepidazione perché vogliamo vedere come arriveranno a quell’intesa che sembrava impossibile.

Film delicato, una storia di buoni sentimenti, eppure mai sdolcinato, mai forzato, è tutto sulle spalle dei due fantastici protagonisti. Naomi Watts è fragile, biondina, una sorta di Diane Keaton silenziosa eppure in grado di esprimere tutta la gamma di emozioni del dolore, della solitudine e della rinascita. Apollo lo amiamo da subito, ci fa simpatia quando non ubbidisce, quando si piazza sul letto di Iris costringendola a dormire su un giaciglio improvvisato e ogni sua espressione ci sembra diretta dal migliore dei registi.
Un film che era una scommessa, che avrebbe potuto essere solo melassa, invece, grazie anche alla sceneggiatura dosata con garbo e piena di amore riesce a raccontare quel dolore che tutti abbiamo provato di fronte a un lutto e, va ammesso, la chimica fra Naomi Watts e l’alano è magica.

Fra tanti film angoscianti o peggio ancora cinici, L’amico fedele si ritaglia un posto a sé raccontandoci la storia di una lenta, tenera guarigione. A suo modo una grande storia d’amore.