“Fuochi d’artificio” miniserie in 3 puntate (le prime due già trasmesse da Rai 1 la terza sarà in onda il 25 Aprile disponibile anche su Rai play)diretta e scritta da Susanna Nicchiarelli che in questa serie è capace di fondere con delicatezza la memoria storica con la vitalità del racconto giovanile.
Tratta dal romanzo di Andrea Bouchard, ambientata nelle Alpi piemontesi del 1944, la storia segue quattro adolescenti che scelgono di unirsi alla Resistenza durante l’occupazione nazista.
Un racconto di formazione, coraggio e perdita dell’innocenza, che porta la firma inconfondibile di una delle registe italiane più originali e personalmente da me apprezzata, degli ultimi anni. Nicchiarelli conferma, anche in ambito televisivo, la sua capacità di raccontare storie intime dentro contesti storici complessi, un tratto che ha già caratterizzato gran parte della sua filmografia.
Dopo l’esordio con Cosmonauta (2009), che indagava l’ideologia comunista attraverso lo sguardo di una giovane ragazza negli anni ‘50, e Nico, 1988 (2017), biopic della cantante tedesca ex Velvet Underground, vincitore nella Sezione Orizzonti a Venezia, Nicchiarelli ha continuato a esplorare personaggi femminili forti e marginali con Miss Marx (2020) e Chiara (2022) sulla vita di Santa Chiara. Anche in Fuochi d’artificio, i protagonisti vengono raccontati con profondo rispetto, evitando ogni retorica.
La regia è elegante e discreta, costruita su silenzi, primi piani intensi e paesaggi naturali che diventano personaggi a loro volta. L’ambientazione montana, magnificamente fotografata, dona autenticità e drammaticità, mentre la sceneggiatura evita facili eroismi, scegliendo invece la strada della complessità morale.
Un altro tratto distintivo di Nicchiarelli è la cura per la colonna sonora, qui affidata a Nicola Tescari, che arricchisce l’atmosfera con brani che mescolano suggestioni classiche a sonorità contemporanee, sottolineando la frattura temporale tra il passato raccontato e il presente che guarda e riflette. In definitiva,
Fuochi d’artificio non è solo una serie storica sulla Resistenza: è un inno alla libertà, alla responsabilità e al potere del racconto corale ,come nella cifra stilistica personale della regista. La filmografia di Susanna Nicchiarelli si conferma ancora una volta capace di rappresentare e dare voce a storie e personaggi soprattutto femminili che non facilmente vengono raccontati. Vedetela e cercate i suoi films.