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    Home»Pari opportunità»Parità di genere»Le parole delle donne»Quando le donne diventano icone di femminicidio
    Le parole delle donne

    Quando le donne diventano icone di femminicidio

    Maria Giovanna FarinaBy Maria Giovanna Farina09/11/2019Updated:09/11/2019Nessun commento3 Mins Read
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    di Paola Giordano ”SCRAMBLED WOMEN “-150 x 200-tecnica mista
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    Carmen, Emma, Margherita, Anna, quante sono le donne morte per “amore”? Morte a causa di un amore e doppiamente vittime, vittime di un amore finito e di un uomo che le ha uccise o spinte a farla finita.

     

    Non sto parlando delle nostre amiche della porta accanto, delle donne che ogni giorno perdono la vita per mano di uomo, ma di eroine letterarie dell’800 straordinarie interpreti di classici della letteratura da cui, in certi casi, sono nate opere liriche di fama internazionale. La notorietà di queste donne e però decisamente drammatica.

    Durante un incontro con un’amica pittrice, Paola Giordano, sono stata investita dal suo forte disappunto tanto da chiedermi di occuparmi di questo particolare aspetto della storia femminile. “Scrivi qualcosa Maria Giovanna” mi ha invocato con una certa ansia mista ad un palpabile sdegno.

    È mai possibile che debbano sempre morire le donne anche nei romanzi? Una domanda che si sono già poste altre scrittrici e alla quale ho voluto dare una risposta. È vero, le donne muoiono nei libri classici ed in questo modo i loro sacrifici diventano esempi immortali; la terribile questione risale alla origini della civiltà e con ciò sto pensando ai racconti epici nati dalla tradizione orale ancor prima dell’avvento della scrittura. Didone, moglie di Enea, si uccide dopo che il suo uomo la abbandona per seguire il volere degli dei. Lei lo maledice ma non sopportando l’idea di vivere senza di lui pone fine alla propria esistenza.

    Molti romanzi dell’800 devono essere sottoposti a maggior attenzione, pensiamo ad Emma adultera e suicida in Madame Bovary di Flaubert e che dire di Margherita una cortigiana pentita de La signora delle camelie di Alexandre Dumas che addirittura diventa un’opera lirica: Violetta nella Traviata di Giuseppe Verdi. E in Russia le cose non andavano meglio, penso ad Anna, adultera e suicida in Anna Karenina di Tolstoj, ma non dimentico il racconto breve di Mérimée dove Carmen viene uccisa dall’uomo che voleva lasciare e anche da qui nasce l’omonima opera che è la Carmen di Bizet.

    Che fare dunque? Eliminare la letteratura classica dalle nostre librerie? No, devono rimanere ancorate agli scaffali per farsi testimonianza di una cultura da superare. Si ripete come una cantilena che la cultura deve cambiare, bene allora partiamo dai libri e insegniamo ai giovani studenti che leggere un libro non significa condividerne sempre il pensiero di fondo. Leggere le storie che ho messo in evidenza significa comprendere che il maschilismo sa essere un male strisciante quando diventa, attraverso letteratura, arte e musica, un modello culturale consolidato. Non credo sia un maschilismo inconscio quello che vuole far morire le eroine letterarie che per qualche motivo non sono “idonee” alla morale della supremazia maschile, sono convinta che i maschi maschilisti non abbiano mai sopportato che una donna li surclassasse: loro possono tradire, avere amanti, vivere avventure fuori dal matrimonio, ma le loro donne no. Le donne adultere devono essere distrutte, non importa se lo sono diventate perché compagne, fidanzate o mogli di uomini che le hanno ignorate preferendo una vita di libertinaggio piuttosto che mantenere il patto di fedeltà che si stipula quando si entra in coppia.

    Continuiamo a leggere quei libri ma facciamolo con occhi e menti libere da retaggi inaccettabili.

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    Maria Giovanna Farina
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    Maria Giovanna Farina si è laureata in Filosofia con indirizzo psicologico all’Università Statale di Milano. È filosofa, consulente filosofico, analista della comunicazione, formatrice e autrice di libri per aiutare le persone a risolvere le difficoltà relazionali. Nei suoi saggi e romanzi ha affrontato temi quali l’amore, la musica, la violenza di genere, la filosofia insegnata ai bambini, l’ottimismo, la libertà, la relazione con gli animali da compagnia e col cibo. Pioniera nel campo delle pratiche filosofiche, nel 2001 ha fondato Heuristic Institution dove si è dedicata, in collaborazione con il filosofo Max Bonfanti, anche alla ricerca di metodi e strategie da applicare alla risoluzione delle difficoltà esistenziali attraverso il TFAR (trattamento fenomenologico delle aree relazionali) da loro ideato. È creatrice della rivista on line “L’accento di Socrate”, scrive su varie riviste ed è intervenuta ed interviene in Radio e TV. Ha tenuto incontri e conferenze sulla violenza di genere a scuola e presso associazioni, taluni sponsorizzati da Regione Lombardia e patrocinati da vari Comuni italiani. Con un gruppo di studiosi ha chiesto, ottenendolo, alla Treccani.it di inserire la parola nonviolenza in un’unica forma verbale. Studiosa di relazioni, il suo sito è www.mariagiovannafarina.it

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La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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Recensione poetica emozionale di Lezione d’amore. Sinfonia di un incontro.

Spettacolo scritto e diretto da Andrée Ruth Shammah, con Milena Vukotic, Federico De Giacomo e Andrea Soffiantini. Visto al teatro Franco Parenti Maggio 2025.
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