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    Dol's Magazine
    Home»Pari opportunità»Disabilità e genere a scuola
    Pari opportunità

    Disabilità e genere a scuola

    DolsBy Dols14/02/2012Updated:20/06/2014Nessun commento4 Mins Read
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    di M.P.Ercolini

    I portatori di handicap, uomini o donne che siano, sono percepiti come diversi e in quanto tali costituiscono un terzo genere.

    I rapporti fra diversabili e normodotati, a scuola, costituiscono un insieme eterogeneo di slanci e disagi, solidarietà ed estraneità.

    Non esistono regole fisse nella relazione tra le due componenti e le dinamiche sono per lo più affidate alle iniziative dei singoli, ovviamente favorite ed instradate dal corpo docente. Non sempre i due mondi trovano lo spazio e il modo per conoscersi a sufficienza e per sviluppare quei legami che portano ad un reciproco arricchimento: schiacciati dalle esigenze strettamente didattiche, nella scuola superiore i percorsi condivisi sono rari. In tal modo l’approccio con il compagno o la compagna diversamente abile mette in luce quasi esclusivamente l’handicap che differenzia dal gruppo e non le emozioni, gli affetti e le pulsioni che accomunano ad esso.

    Molto spesso i soggetti diversamente abili sono considerati asessuati o dotati di una sessualità incontrollata: in altre parole vi è il riconoscimento di un loro sesso biologico ma la negazione di un’identità sessuale intesa in senso più ampio. Questa condizione può essere ricondotta allo stereotipo, assai diffuso anche nella sfera dei normodotati, che associa alla sessualità il solo aspetto genitale.

    I portatori di handicap, uomini o donne che siano, sono percepiti come diversi e in quanto tali costituiscono un terzo genere.

    Tra i disabili le conseguenze di tale immaginario sono tante e complesse: il diritto negato ad un’affettività, la mortificazione con cui viene vissuta la propria fisicità, le violenze subite a causa di una mancata consapevolezza del ruolo di genere…

    La disabilità rende sicuramente più laboriosa e conflittuale l’identificazione nei modelli di genere tradizionali.

    Se la società si aspetta fin troppo spesso che le donne adempiano al ruolo di mogli e madri ed assistano le fasce deboli, per una donna disabile queste aspettative sono del tutto negate. La maternità di una donna disabile è ritenuta un profondo atto di egoismo e in presenza di un deficit, la femminilità viene volutamente soffocata: secondo l’immaginario collettivo, un corpo imperfetto impedisce di essere seducente e l’handicap, qualunque esso sia, non permette di sostenere la famiglia e di occuparsi della casa.

    Lo stereotipo dell’angelo del focolare, in questo caso, prima discrimina, poi punisce.
    Esistono numerose analogie tra i percorsi di emancipazione delle donne e dei disabili. Se le prime hanno voluto distinguere il dato biologico dal dato socialmente costruito, i secondi hanno scisso la propria disabilità effettiva dagli svantaggi dovuti ad una società impreparata ad accoglierli. Sia le donne che i disabili lottano per la crescita di autostima e consapevolezza e in quest’ottica lo slogan femminista «io sono mia» ha lo stesso valore del «niente su di noi senza di noi» sostenuto dai portatori di handicap.

    Eppure il femminismo non si è occupato molto delle donne disabili, discriminate quindi più volte: dal movimento, che le ha ignorate, dalla scuola, che non le ha istruite (al mondo, soltanto l’1% sa leggere e scrivere contro il 3% degli uomini), dal lavoro, che non le occupa e dalla vita affettiva, che le marginalizza (si sposano più tardi delle altre donne e più tardi dei maschi disabili).

    Inoltre le donne disabili, benché ritenute indesiderabili, sono frequente oggetto di violenze sessuali quasi mai denunciate, quasi mai registrate dalle statistiche.
    Si tratta di abusi legati più all’esercizio del potere che alla libido e si manifestano anche in altre forme, fisiche e psicologiche: sterilizzazioni forzate, aborti selettivi, infanticidi, reclusioni e internamenti, tutte pratiche legittimate dalle paure e dalle inadempienze di una società impreparata.

    Molti abusi vengono spesso ripetuti in modo continuativo, perché nella maggior parte dei casi sono commessi da familiari e da assistenti personali, e a volte si accompagnano a sfruttamento economico.
    L’adozione di definizioni generiche al maschile ha contribuito a far aumentare l’invisibilità delle donne disabili, sicuramente dimenticate e marginalizzate molto più degli uomini che vivono la stessa condizione.

    Se si analizzano i diversi documenti, le legislazioni internazionali e gli strumenti per promuovere e proteggere i diritti delle persone con disabilità, in generale si scopre che in pochi di essi è stata adottata una prospettiva di genere.

    Cristina Lanteri e Marina Tilli riflettono su questi e altri punti nodali. Oltre ad offrire una ricca raccolta di materiali, propongono possibili percorsi didattici per restituire il genere negato al soggetto disabile e facilitarne l’inserimento nel gruppo come individuo a tutto tondo.

    Le autrici
    Cristina Lanteri, antropologa culturale
    Marina Tilli, insegnante di sostegno

    handicapped
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    Dols

    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Terrazzo un fiore Terrazzo un fiore
    https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gi https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gioco/

E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
“ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
    Post su Instagram 18054001580213162 Post su Instagram 18054001580213162
    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

https://www.dols.it/2025/05/04/la-statuaria-torinese-una-disputa-femminista/
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    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
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    Papa Francesco è stato raccontato al cinema da au Papa Francesco è stato raccontato al cinema da autori come Wim Wenders, Gianfranco Rosi e Daniele Luchetti, perché la sua figura ha esercitato un forte impatto non solo sulla Chiesa cattolica, ma anche sulla società laica credente e non credente e sulla politica mondiale.

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    CHERASCO PIEMONTE CHERASCO PIEMONTE
    Tra pregiudizi di genere e grande determinazione Tra pregiudizi di genere e grande determinazione

Cambiare vita, dare spazio ai propri desideri e fare quello che davvero ci piace è il sogno di molti,
ma realtà per pochi. Lo conferma l’analisi di Hays Italia in collaborazione con Serenis, il 40% degli
intervistati non è per nulla contento della propria condizione lavorativa e il 60% pensa con
regolarità a un cambio radicale della propria esistenza.

https://www.dols.it/2025/04/16/francesca-rizzo-imprenditrice-di-successo-a-bali/
    Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni con mia cugina, che vive in Germania. Lei è alevita e ha sposato un ragazzo sunnita originario di Erzurum. Eppure, nonostante entrambi appartengano al popolo curdo, le differenze religiose sono bastate a creare muri. La famiglia del marito fatica ad accettarla, ritenendo gli aleviti culturalmente ed eticamente inferiori. Questo mi ha portato a riflettere su una dinamica universale: la tendenza dell’essere umano a costruire confini invisibili, a classificare, separare, giudicare.

Quante volte, da immigrati, ci siamo sentiti dire: “Se tutti fossero come voi, così integrati, sarebbe diverso”? Quante volte il nostro valore è stato misurato in base alla capacità di adattarci, di “assomigliare” alla cultura dominante? Ma questa non è una dinamica esclusiva delle migrazioni o della religione. Ovunque, gruppi diversi si osservano con sospetto. Il “diverso” fa paura.

Se ci spostassimo in un villaggio del Togo, del Senegal, del Congo, del Tibet, della Birmania o del Perù, troveremmo le stesse dinamiche: anche all’interno della stessa etnia, le tribù si guardano con diffidenza. Come se l’altro fosse meno degno, meno umano. È un istinto antico, quasi animale, nato dal bisogno di proteggere il proprio spazio. Ma qui nasce il paradosso: gli animali conoscono il proprio territorio e lo rispettano. Noi esseri umani, invece, non facciamo altro che invadere, appropriandoci, giudicando, alimentando paure e pregiudizi grandi come montagne.
https://www.dols.it/2025/04/16/pregiudizi-paura-e-confini-invisibili-il-difficile-cammino-dellumanita-verso-laccettazione/

⸻
    Regia di Guido Chiesa Prodotto da Iginio Straffi e Regia di Guido Chiesa
Prodotto da Iginio Straffi e Alessandro Usai
Con Micaela Ramazzotti, Edoardo Leo, Gloria Harvey, Andrea Pisani, Anna Bonaiuto
Al cinema dal 17 aprile
https://www.dols.it/2025/04/15/30-notti-con-il-mio-ex/
    https://www.dols.it/2025/04/14/shirin-neshat-a-mil https://www.dols.it/2025/04/14/shirin-neshat-a-milano-al-pac-con-body-of-evidence/

E’ la prima ampia mostra personale in Italia dell’artista iraniana; che attraverso le sue opere filmiche e fotografiche esplora le rappresentazioni identitarie del femminile e del maschile nella sua cultura.
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