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    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»Clandestina a Damasco
    Costume e società

    Clandestina a Damasco

    DolsBy Dols06/12/2011Updated:24/06/20142 commenti5 Mins Read
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    di Caterina Della Torre

    Antonella Appiano,  giornalista e specialista nel Medio Oriente,  di recente di ritono dalla Siria ha scritto un libro che sta facendo il giro delle librerie italiane,    ”Clandestina a Damasco”,  per l’attualità dell’argomento trattato. Un diario della rivolta siriana vista da un occhio esterno,  ma non per questo meno attento.

    Come mai a Damasco in un periodo così turbolento?
    Ero già a Damasco quando sono iniziate le rivolte.  Sono entrata in Siria il 7 di marzo 2011 e in quel momento la situazione nel Paese era tranquilla. Certo le “primavere arabe” stavano infiammando l’area medio-orientale da gennaio ed esisteva la possibilità che scoppiassero disordini anche in Siria.

    Curiosità,  amore per il paese,  dovere giornalistico?
    Come giornalista specializzata in Medio Oriente,  soprattutto il desiderio quasi la necessità,  di essere presente in un momento storico così importante. Amore per il mestiere. Poi certo anche la curiosità. Un giornalista deve essere curioso, deve avere voglia di vedere, d’indagare, di chiedere. Cercare di capire. Anche partendo da piccole cose. Come lo storico Braudel che,  dai particolari, arrivava a ricostruire un quadro completo. Amore per la Siria,  per la sua cultura,  la sua gente. Anche. Ma mi sarei fermata anche in un altro Paese del Mondo Arabo se mi fossi trovata coinvolta in eventi determinanti.

    Come hai vissuto lì, da occidentale intoccabile o tra la gente?
    Conosco bene i luoghi in Siria. Le città,  le strade,  gli usi e costumi,  il cibo,  le caratteristiche religiose. Mi sono sempre sentita a mio agio. Ho vissuto fra la gente. Frequentando i siriani, quasi solo siriani. Il contatto,  il rapporto con gli “altri” nel nostro mestiere è fondamentale. Abitavo in una vecchia casa araba,  mangiavo il cibo del posto,  andavo all’hammam,  al suq, prendevo l’autobus…Solo così è possibile raccogliere testimonianze,  entrare in contatto,  creare rapporti di fiducia.

    Ci racconti brevemente il tuo libro? Qual è la parte che ti è costata più fatica e quella invece che ami di più?
    Il libro è un reportage,  un’inchiesta,  una specie di diario della mia esperienza di giornalista “sotto copertura” in Siria ( il regime all’inizio delle rivolte aveva infatti espulso i giornalisti stranieri). Racconto ciò che ho visto, vissuto,  le storie di gente che si è trovata di colpo coinvolta,  spesso travolta dalla Storia. I mie dubbi. I rischi,  le avventure. Non mi è costato fatica,  il libro. Anzi, la narrazione si è trasformata subito in un processo fluido,  quasi naturale. Molte cose infatti non avevo potuto scriverle negli articoli, e avevo bisogno di mettere insieme tutti i tasselli. Di fare chiarezza.

    La popolazione siriana era pronta ad un tale evento?
    Non credo. Non all’inizio. L’impressione che si coglieva fra la gente era quella dello stupore. E anche molti oppositori mi dicevano:”Non siamo preparati, dovevamo aspettare”. D’altra parte come poteva essere pronto un popolo che ha vissuto dal 1963, dopo il colpo di Stato del Partito Baath, sotto un regime ferreo come quello siriano?

    E le donne hanno partecipato attivamente?
    Nel senso di scendere in piazza, no. Sono sempre state poche. Era (è) molto rischioso. La polizia, l’esercito, sparava. C’erano cecchini sui tetti. Confusione. Certo non si può generalizzare. Credo che a Homs e negli epicentri delle rivolte ora la situazione sia cambiata.

    Cosa pensano i siriani in Italia di quanto hai scritto?
    Dipende. Chi è a favore di Bashar e crede quindi nella tesi del complotto, sostenuta sempre dal regime, pur riconoscendomi coraggio,  equilibrio,  non ha cambiato idea. Eppure molti di loro non sono mai stati in Siria, oppure per brevi periodi. E soprattutto non durante le rivolte. Ma hanno fede nel sistema e nel Presidente Bashar. Qualcuno mi ha scritto che “ho avuto coraggio a stare con i terroristi”. Ho cercato di spiegare che non erano terroristi ma solo siriani che desideravano libertà e democrazia, ma con risultati nulli. La corrente dei siriani che dall’Italia,  sostengono le rivolte,  mi ha espresso spesso gratitudine. Anche se,  purtroppo,  tanti non capiscono che io non posso schierarmi. Un giornalista dovrebbe rappresentare infatti la “famosa fonte indipendente che conferma o meno i fatti”.

    I tuoi famigliari non sono in pena quando tu sei via, in paesi così destabilizzati?
    No…sono abituati! E certo ho sempre minimizzato..soprattutto per mia mamma! Certi  particolari che comunque non avrei potuto scrivere negli articoli, li ho nascosti. Come la sparatoria di notte vicino a casa mia. O quando gli agenti di sicurezza mi hanno fermato ad Homs… Ho un marito molto orgoglioso di me che mi ha sempre sostenuta. Sa che non sono incosciente…Comunque i siriani sono molto rispettosi. Un popolo di origini bizantina molto simile a noi…

    Dove conti di fare altre presentazioni del libro?
    Ho ricevuto richiesta da Università, librerie, enti in varie città Italiane. A Dicembre lo presenterò di nuovo a Milano, in versione meno “accademica”,  alla libreria della Triennale. A Gennaio a Torino,  Firenze e Bologna,  insahallah. Sempre inshallah, come è d’uso dire nei Paesi musulmani…

    Antonella Appiano, nata ad Asti, è giornalista e vive fra Milano e Roma. È Presidente dell’Associazione Culturale di Ricerca e Studi sul Medio Oriente e il Nord Africa, Moan-Opportunities and News. È sposata e ha due figli, Matteo e Tommaso. Ha iniziato il percorso professionale, scrivendo di società e costume per La Stampa e Il Sole 24 Ore. Nel 1995 pubblica il libro “Sabbie d’oro” (Antea Editrice), romanzo storico ambientato in Etiopia negli anni ’20. Partecipa alla stesura del testo “Il cibo e l’amore” di Willy Pasini (Mondadori Editore). In Tv ha collaborato con le Reti Mediaset come autrice, conduttrice e inviata in programmi e speciali di informazione e servizio. Attualmente lavora per Il Sole24ore – Job24.it.

     

    Antonella Appiano Damasco Siria
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    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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    2 commenti

    1. Pingback: Intervista ad Antonella Appiano. Sul Dol’s Magazine | Con bagaglio leggero

    2. roberto on 18/09/2012 10:28

      Brava Antonella, spero di leggere presto il tuo libro!

      Reply
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    Donne di dols

    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Terrazzo un fiore Terrazzo un fiore
    https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gi https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gioco/

E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
“ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
    Post su Instagram 18054001580213162 Post su Instagram 18054001580213162
    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

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    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
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    Cherasco Cherasco
    CHERASCO PIEMONTE CHERASCO PIEMONTE
    Tra pregiudizi di genere e grande determinazione Tra pregiudizi di genere e grande determinazione

Cambiare vita, dare spazio ai propri desideri e fare quello che davvero ci piace è il sogno di molti,
ma realtà per pochi. Lo conferma l’analisi di Hays Italia in collaborazione con Serenis, il 40% degli
intervistati non è per nulla contento della propria condizione lavorativa e il 60% pensa con
regolarità a un cambio radicale della propria esistenza.

https://www.dols.it/2025/04/16/francesca-rizzo-imprenditrice-di-successo-a-bali/
    Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni con mia cugina, che vive in Germania. Lei è alevita e ha sposato un ragazzo sunnita originario di Erzurum. Eppure, nonostante entrambi appartengano al popolo curdo, le differenze religiose sono bastate a creare muri. La famiglia del marito fatica ad accettarla, ritenendo gli aleviti culturalmente ed eticamente inferiori. Questo mi ha portato a riflettere su una dinamica universale: la tendenza dell’essere umano a costruire confini invisibili, a classificare, separare, giudicare.

Quante volte, da immigrati, ci siamo sentiti dire: “Se tutti fossero come voi, così integrati, sarebbe diverso”? Quante volte il nostro valore è stato misurato in base alla capacità di adattarci, di “assomigliare” alla cultura dominante? Ma questa non è una dinamica esclusiva delle migrazioni o della religione. Ovunque, gruppi diversi si osservano con sospetto. Il “diverso” fa paura.

Se ci spostassimo in un villaggio del Togo, del Senegal, del Congo, del Tibet, della Birmania o del Perù, troveremmo le stesse dinamiche: anche all’interno della stessa etnia, le tribù si guardano con diffidenza. Come se l’altro fosse meno degno, meno umano. È un istinto antico, quasi animale, nato dal bisogno di proteggere il proprio spazio. Ma qui nasce il paradosso: gli animali conoscono il proprio territorio e lo rispettano. Noi esseri umani, invece, non facciamo altro che invadere, appropriandoci, giudicando, alimentando paure e pregiudizi grandi come montagne.
https://www.dols.it/2025/04/16/pregiudizi-paura-e-confini-invisibili-il-difficile-cammino-dellumanita-verso-laccettazione/

⸻
    Regia di Guido Chiesa Prodotto da Iginio Straffi e Regia di Guido Chiesa
Prodotto da Iginio Straffi e Alessandro Usai
Con Micaela Ramazzotti, Edoardo Leo, Gloria Harvey, Andrea Pisani, Anna Bonaiuto
Al cinema dal 17 aprile
https://www.dols.it/2025/04/15/30-notti-con-il-mio-ex/
    https://www.dols.it/2025/04/14/shirin-neshat-a-mil https://www.dols.it/2025/04/14/shirin-neshat-a-milano-al-pac-con-body-of-evidence/

E’ la prima ampia mostra personale in Italia dell’artista iraniana; che attraverso le sue opere filmiche e fotografiche esplora le rappresentazioni identitarie del femminile e del maschile nella sua cultura.
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