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    Donne e architettura

    Margarete Schütte Lihotzky – L’Ingegno delle donne

    DolsBy Dols13/05/2016Nessun commento4 Mins Read
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    Margarete-Schuttepic
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    “Vidi che ogni millimetro disegnato aveva un significato e si realizzava qualcosa che avrebbe influenzato l’ambiente quotidiano dell’uomo…”

     
    dal saggio “Tante Donne” di Vittoria De Marco Veneziano

    MARGARETE-schutte“Vidi che ogni millimetro disegnato aveva un significato e si realizzava qualcosa che avrebbe influenzato l’ambiente quotidiano dell’uomo…”
    Margarete Schütte Lihotzky

    Modelli culturali ricorrenti e convenzionali intendono la figura dell’inventore associata al genere maschile. Se si pensa a un’invenzione, con un notevole grado di probabilità, ci verrà in mente un uomo.
    L’idea di donna come inventrice è stata spesso sminuita e, in alcuni casi, ignorata. Non dobbiamo dimenticare che le donne sono state, per molto tempo, private del potere legale ed economico di produrre o distribuire un brevetto con il proprio nome. Sovente è capitato che prodotti, procedimenti e tecniche svolti e potenziati da donne, fossero pubblicamente convalidate a uomini.
    Le cose sono cambiate solo tra l’ottocento e il novecento, allorquando sono anche aumentate le possibilità educative delle donne e questo ha influito, positivamente, sul numero delle invenzioni femminili e sui brevetti.
    Occorre non dimenticare la capacità intuitiva del genere femminile. L’acutezza e la perspicacia sono importanti nell’attitudine a individuare la soluzione di un problema. Molte casalinghe hanno prodotto invenzioni eccezionali e singolari insieme.
    Del resto occorre ricordare che l’esperienza è il primo incentivo per l’invenzione e molte donne hanno migliorato il proprio mondo cercando di trovare soluzioni valide e pratiche per ottimizzare la loro quotidianità.
    greteLe donne ogni giorno – oggi come in passato – sono costrette ad assolvere più compiti. Il loro cervello è abile nel dirimere i problemi pratici. È proprio dalla necessità di rendere più agevoli i molteplici impegni quotidiani di casalinga, madre e lavoratrice, che sono nate molte invenzioni.
    Le donne inventrici sono tantissime.
    Fra le tante Margarete Schütte Lihotzky, testimone e protagonista dell’architettura del secolo scorso, seconda donna austriaca a laurearsi in architettura e la prima che svolgerà attività professionale. Lei nasce nell’eclettica Vienna il 23 gennaio 1897, in una famiglia benestante amante del progresso e del nuovo.
    Già durante gli studi di architettura esprime il suo interesse rivolto alla razionalizzazione del lavoro domestico. Dedica tutta la sua lunga esistenza – è morta a Vienna il 18 gennaio 2000 cinque giorni prima di compiere 103 anni – al miglioramento delle condizioni di vita delle donne e delle classi disagiate.
    CUCINA DI FRANCOFORTECUCINA DI FRANCOFORTE (2)Affermava che il dovere dell’architetto fosse quello di creare un’edilizia abitativa tale da facilitare la vita alle donne e agli uomini. Si impegnò soprattutto nell’edilizia sociale. Progettò scuole, istituzioni per l’infanzia, biblioteche, ambulatori, secondo principi che verranno a lungo riproposti.
    La sua ricerca si estese allo studio dell’ambiente domestico e, in particolare, alla cucina. Da questi studi nel 1927 nasce la prima cucina componibile, la famosa “Frankfurt Küche”: la cucina di Francoforte, costruita secondo principi ergonomici.
    Una cucina moderna, in cui ogni singolo elemento è subordinato all’altro e sistemato in maniera tale da ottenere il massimo rendimento. Gli elementi sono distribuiti secondo uno schema a “U”, che consente la massima libertà di movimento e abbrevia i tragitti necessari durante il lavoro. Con l’antica disposizione dei mobili si dovevano compiere diverse decine di metri ogni giorno, invece con la nuova cucina modulare i medesimi movimenti erano limitati solo a pochi metri.
    Una grande innovazione!

    Vittoria De MarcoVittoria De Marco Veneziano, insegnante, scrittrice, narratrice e saggista ha pubblicato per la Erga edizioni La farfalla dalle ali spezzate (2008), L’isola a forma di quaglia (2010) e il saggio Tante Donne (2013) adottato come testo di lettura nelle scuole. I suoi libri sono stati presentati presso Biblioteche, Comuni, Librerie, Scuole. E’ intensa la sua attività di conferenziera. Collabora con quotidiani e periodici. Tiene incontri e testimonianze sulla diversità e lo svantaggio nelle scuole e associazioni.
    www.vittoriademarcoveneziano.it
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    Dols

    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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    Caterina Della Torre

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    Redattora del sito internet www dols.it

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    Stamattina mi sono svegliato con gli uccellini ch Stamattina  mi sono svegliato con gli uccellini che gorgheggiavano
    https://www.dols.it/2025/06/10/musica-con-vista-20 https://www.dols.it/2025/06/10/musica-con-vista-2025/
    Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare barriere e confini, ai cambiamenti, alla PACE.
Protagoniste di una sfida femminile secolare che nessuna guerra potrà negare. Nessun futuro potrà prescinderne.

https://www.dols.it/2025/06/09/donne-di-pace-e-di-guerra/
    https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-n https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-non-amati/

La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

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