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    Dol's Magazine
    Home»Donna e lavoro»Imprenditoria femminile»Home Creativity in Calabria
    Imprenditoria femminile

    Home Creativity in Calabria

    DolsBy Dols01/10/2015Updated:01/10/2015Nessun commento8 Mins Read
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    Un nuovo modello di ospitalità innovativa che somiglia al B&B ma prende il nome di co-housing.

    da tipitosti.it

    di Rita Garofalo

    Laureata in Scienze Filosofiche e, più precisamente in Filosofia del Diritto, intuisce di investire il suo futuro in un nuovo modello di ospitalità innovativa che somiglia al B&B ma prende il nome di co-housing, prevedendo lunghi soggiorni e quindi vere esperienze di vita. Lascia l’Emilia Romagna e si trasferisce in Calabria, sua regione di nascita per realizzare il suo sogno, una Home for Creativity, a Montalto Uffugo.

    Roberta Caruso è nata a Cosenza il 19 maggio del 1990, consegue la laurea triennale in Filosofia all’Università la Sapienza di Roma e nel novembre 2014 quella magistrale presso l’Alma Mater di Bologna. Dopo aver terminato i suoi studi si trova di fronte ad un bivio: lamentarsi o rimboccarsi le maniche? Opta per la seconda strada e per farlo decide di ripartire dalle sue origini, dalla sua terra e soprattutto dalla sua casa. Roberta racconta che “l’idea di creare un’innovativa tipologia di ospitalità, quasi un co-housing e molto più di un Bed and breakfast, nasce traendo spunto dal moto di responsabilità che muove gran parte dei popoli in questo momento di transizione. E’ un fenomeno che prende forza dalla riscoperta della bellezza, dell’autenticità che ci circonda e degli stimoli che esse offrono per incrementare creatività e immaginazione. Montalto Uffugo è la mia città d’origine ed è lì che sono cresciuta e che la mia casa è cresciuta insieme a me”.

    Ci puoi descrivere in cosa consiste esattamente li tuo progetto? Ti aiuta qualcuno?

    Il mio progetto consiste nella costituzione di una rete neurale, come l’ho definita, una community. Perché la casa non è unicamente il simbolo della proprietà privata, e quindi di interessi personali ed esclusivi, ma deve essere recuperata come luogo di scambio e condivisione di esperienze e personalità, insomma di creatività partecipata. Gli Home manager, ovvero quei residenti solidali che sono gli abitanti di Home for Creativity, avranno modo di alloggiare in HforC a prezzi contenuti, lasciandovi il loro segno artistico, impiegando le loro competenze in agricoltura o in azioni di promozione culturale, usufruendo di spazi di co-working versatili e di un contatto costante con i prodotti della terra e della cucina locale. In breve, conducendo al suo interno, una vita piena, ricca di scambi e completamente sostenibile.

    Quanto è stato faticoso investire in questa idea e quali le difficoltà che hai dovuto superare?

    Fare impresa è molto faticoso. Richiede sicuramente lucidità e tenacia, oltre che metodo. Quello che però non si insegna e si impara sul campo è l’entusiasmo e quanto questo eserciti un potere contagioso nel riuscire a creare le condizioni e le relazioni umane giuste per poter superare insieme ogni tipo di difficoltà. Si lavora 26 ore al giorno e ci si prende una pausa solo per pensare, la sera, a quello che si è fatto durante la giornata e a quello che invece è sfuggito. Voglio precisare però che “fare impresa” forse è riduttivo per definire ciò che sto facendo. Alcuni mi chiedono: come mai una laureata in filosofia ha scelto di diventare imprenditrice? Ecco, forse è in questa domanda la risposta: prima del business ci deve essere il pensiero. Troppo spesso assistiamo ad iniziative mosse solo dallo scopo di intercettare agevolazioni o finanziamenti, ma quante di queste hanno davvero creato crescita autentica? La filosofia applicata al business è la strada giusta per ritornare a dare al pensiero l’immenso valore che gli spetta, ed è la sola strada per decostruire le categorie umane, sociali, metodologiche ed economiche ed edificarne delle nuove sulle fondamenta della storia. La filosofia possiede un potenziale pratico enorme.

    C’è qualcuno che è stato fondamentale durante il tuo percorso di crescita professionale?

    Sicuramente ringrazio i miei genitori che hanno scelto di supportarmi in questa intrapresa. Ringrazierei volentieri anche i tanti amici recentemente incontrati in California che sono stati i primi a conoscere il mio progetto. I loro sguardi così pieni di sincero affetto e di immenso apprezzamento nei confronti degli italiani e delle loro peculiarità umane mi hanno fatto venire voglia di tornare in Italia e di guardare al mio Paese con occhi nuovi, capaci di cogliere meglio l’unicità in cui siamo immersi, ma anche la necessità di superare i confini geo-politici che spesso diventano confini mentali. Ci sono originalità che vanno valorizzate e rispettate, ci sono comportamenti, tradizioni, tipicità che devono essere conosciute, “differenze” che devono essere spunto di riflessione, di scoperta gioiosa, di scambio, appunto. Ho scelto di godere del mio essere italiana e cittadina del mondo insieme e di farlo con la consapevolezza di chi ha visto l’Italia da lontano e se ne è innamorato perdutamente.

    Di ostacoli Roberta ancora non parla, ma è convinta che ci saranno. E’ consapevole infatti, che dopo i messaggi di sostegno e le manifestazioni di apprezzamento l’ostacolo più grande da abbattere dopo queste prime fasi, sarà quello del pessimismo, della arrendevolezza e della scarsa propensione alla partecipazione. “Ma è proprio per questo che bisogna essere tosti”, ci fa sapere Roberta, “questa non è una terra da commiserare, piuttosto è una terra da amare perché è capace di dare piaceri inesplorati. Mia madre e mio padre sono stati da subito felici di rientrare in Calabria. Anche loro dopo gli studi a Roma hanno deciso di costruire la loro vita qui e siccome hanno dato prova di essere “tosti”, le loro ragioni, col tempo, si sono trasformate nelle mie. Di certo, quando li colgo ad osservare elettrizzati i cambiamenti che la nostra casa sta vivendo, il cuore mi si riempie di gioia, perché li vedo tornati ragazzi, pieni di grinta, di voglia di vivere e soprattutto di condividere”.

    In che modo i calabresi hanno accolto il tuo nuovo modello di turismo sostenibile e condiviso?

    Mi sono resa conto che l’interesse per il nuovo è forte, ma lo scetticismo è ancora tanto. Tuttavia, più mi guardo intorno e più mi accorgo che c’è una battaglia in atto contro questo mostro feroce che è l’individualismo, ci sono tanti guerrieri e si percepisce tanta voglia di diffondere una mentalità diversa.

    Che tipo di clientela è presente nella vostra struttura condivisa e che tipo di servizi offrite?

    L’home manager non è un cliente qualunque, altrimenti c’è l’albergo, o il semplice B&B. L’home manager fruisce di tutto ciò che è presente nella casa, che è uno splendido e panoramico casale di campagna, con ampie terrazze, giardino e piscina, ma è a sua volta fornitore di servizi, in forza della creatività, della partecipazione e dell’immaginazione che intende conferire al soggiorno. La formula di co-housing si nutre della condivisione totale e paritaria di tutto ciò che si trova nella casa e nell’ambiente che la circonda. Naturalmente una coabitazione regolamentata. Il nostro è un modello semplice in fondo. Si diventa tutti gestori responsabili di un luogo comune, fatto di confort, di spazi autonomi, di ambienti condivisi e paesaggio naturale. E naturalmente il social eating. Con la nostra associazione Collabori-Amo proponiamo eventi culturali ed enogastronomici in ogni periodo dell’anno. Sceglie di venire in HforC chi ha voglia di tranquillità ma anche chi vuole “usare” Home for Creativity per attivare nuove iniziative o diffondere ciò che ha già realizzato. Non mi rivolgo ad un preciso target professionale o anagrafico. L’Home manager ideale rispecchia un tipo umano, che si nutre del più grande catalizzatore di positività che esista e che è la relazione interpersonale accompagnata dalla curiosità.

    Cosa ha di particolare la tua Home for Creativity?

    Home for Creativity rispetta parametri diversi, che fondono la ricettività turistica con la formula del co-housing. Chi viene a soggiornare qui per un weekend o per un anno non fa una vacanza, una visita guidata o una piccola escursione in Calabria. In HforC fa un’esperienza di vita.

    Ce ne sono altre di strutture simili in Italia? E all’estero?

    Realtà simili si stanno diffondendo nel nord Italia e sono già affermate nel nord Europa, ma poche sono organizzate all’insegna della creatività.

    Ti senti” tosta”?

    Mi sento tostissima la maggior parte del tempo. Quando vado a letto la sera mi sento sfinita ma per la prima volta serena, quasi coccolata dall’immagine di una Italia che mi mancava da qualche tempo e che oggi sostiene costantemente le mie idee e la mia vitalità.

    Che desideri hai per il futuro della tua attività lavorativa e un sogno in particolare?

    Il mio sogno è di portare un po’ di mondo a casa mia e di vederlo andar via soddisfatto di aver vissuto un’esperienza unica nel suo genere. Il mio sogno continua ad essere quello di non lasciarmi schiacciare dal pensiero di vivere in un Paese marcio e sfinito. Il mio sogno è di affacciarmi dal balcone di casa e respirare, soddisfatta del mio piccolo luogo nel mondo e della fortuna di avere ondate intense di mondo che attraversano il mio luogo.

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    Dols

    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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    Donne di dols

    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    https://www.dols.it/2025/05/09/sara-chiara-sophie- https://www.dols.it/2025/05/09/sara-chiara-sophie-e-le-altre-lallarme-atti-persecutori/

Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
    https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello- https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello-2025-e-femmina/

A trionfare sono state le donne: 7 David a Vermiglio di Maura Delpero mentre L’arte della gioia di Valeria Golino e Gloria! di Margherita Vicario hanno conquistato 3 premi a testa
    Terrazzo un fiore Terrazzo un fiore
    https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gi https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gioco/

E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
“ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
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    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

https://www.dols.it/2025/05/04/la-statuaria-torinese-una-disputa-femminista/
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    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
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    Papa Francesco è stato raccontato al cinema da au Papa Francesco è stato raccontato al cinema da autori come Wim Wenders, Gianfranco Rosi e Daniele Luchetti, perché la sua figura ha esercitato un forte impatto non solo sulla Chiesa cattolica, ma anche sulla società laica credente e non credente e sulla politica mondiale.

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    CHERASCO PIEMONTE CHERASCO PIEMONTE
    Tra pregiudizi di genere e grande determinazione Tra pregiudizi di genere e grande determinazione

Cambiare vita, dare spazio ai propri desideri e fare quello che davvero ci piace è il sogno di molti,
ma realtà per pochi. Lo conferma l’analisi di Hays Italia in collaborazione con Serenis, il 40% degli
intervistati non è per nulla contento della propria condizione lavorativa e il 60% pensa con
regolarità a un cambio radicale della propria esistenza.

https://www.dols.it/2025/04/16/francesca-rizzo-imprenditrice-di-successo-a-bali/
    Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni con mia cugina, che vive in Germania. Lei è alevita e ha sposato un ragazzo sunnita originario di Erzurum. Eppure, nonostante entrambi appartengano al popolo curdo, le differenze religiose sono bastate a creare muri. La famiglia del marito fatica ad accettarla, ritenendo gli aleviti culturalmente ed eticamente inferiori. Questo mi ha portato a riflettere su una dinamica universale: la tendenza dell’essere umano a costruire confini invisibili, a classificare, separare, giudicare.

Quante volte, da immigrati, ci siamo sentiti dire: “Se tutti fossero come voi, così integrati, sarebbe diverso”? Quante volte il nostro valore è stato misurato in base alla capacità di adattarci, di “assomigliare” alla cultura dominante? Ma questa non è una dinamica esclusiva delle migrazioni o della religione. Ovunque, gruppi diversi si osservano con sospetto. Il “diverso” fa paura.

Se ci spostassimo in un villaggio del Togo, del Senegal, del Congo, del Tibet, della Birmania o del Perù, troveremmo le stesse dinamiche: anche all’interno della stessa etnia, le tribù si guardano con diffidenza. Come se l’altro fosse meno degno, meno umano. È un istinto antico, quasi animale, nato dal bisogno di proteggere il proprio spazio. Ma qui nasce il paradosso: gli animali conoscono il proprio territorio e lo rispettano. Noi esseri umani, invece, non facciamo altro che invadere, appropriandoci, giudicando, alimentando paure e pregiudizi grandi come montagne.
https://www.dols.it/2025/04/16/pregiudizi-paura-e-confini-invisibili-il-difficile-cammino-dellumanita-verso-laccettazione/

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