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    Dol's Magazine
    Home»Food»Etichetta e qualità dei prodotti che acquistiamo
    Food

    Etichetta e qualità dei prodotti che acquistiamo

    Caterina Della TorreBy Caterina Della Torre16/12/2014Updated:17/12/20141 commento6 Mins Read
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    Etichetta e qualità dei prodotti che acquistiamo
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    La contraffazione dei generi alimentari di largo consumo a marchio IT è sempre più spesso oggetto delle cronache giudiziarie, e come se non bastasse, a questo problema si aggiunge anche la scarsa qualità di alcuni prodotti posti in commercio.Da qui la domanda etichetta e qualità dei prodotti che acquistiamo camminano di pari passo?

    Con le festività natalizie alle porte gli italiani si preparano come tradizione a un tour de force enogastronomico, che li vedrà impegnati nell’assunzione di prelibatezze e calorie, in un meraviglioso arcobaleno di proposte che in pochi paesi come l’Italia sa essere così variegato e ricco di sapori legati al territorio.

    L’impennata del consumo di prodotti alimentari nel mese di dicembre porterà con se, purtroppo, anche alcune note stonate.
    La contraffazione dei generi alimentari di largo consumo a marchio IT è sempre più spesso oggetto delle cronache giudiziarie, e come se non bastasse, a questo problema si aggiunge anche la scarsa qualità di alcuni prodotti posti in commercio.
    La crisi economica nel nostro paese e la stretta ai consumi, consente a imprenditori poco etici l’opportunità per un business, soprattutto sui prodotti alimentari confezionati, che può minare la salute dei consumatori.
    Per comprendere meglio cosa avviene nelle aziende del comparto alimentare abbiamo incontrato Anna Laura Ravera, CSR Manager di APS Pavimenti Sicuri, che sulla base delle esperienze maturate nelle industrie alimentari di ogni dimensione, ci ha dato un nuovo punto di vista e invitato ad una riflessione per meglio comprendere “cosa c’è dietro l’etichetta?” dei prodotti che acquisteremo questo Natale.

    Perché dovremmo domanadarci cosa c’è dietro l’ettichetta? Quanto vi è riportato non è una sufficiente garanzia del prodotto che acquistiamo?

    Purtroppo non sempre, l’immagine che precede il testo della nostra intervista credo sia esemplificativa.
    Per essere più chiare, l’ambiente rappresentato è un luogo dove si producono alimenti che poi noi tutti acquistiamo nella grande distribuzione e consumiamo.

    Nel senso che in Italia abbiamo un serio problema di igiene in capo alle aziende che producono alimenti?

    Assolutamente no. Sono molte le aziende che hanno i requisiti e rispettano le norme HACCP, etc …, ma molte altre purtroppo per svariati motivi che comunque non le giustificano, si trovano ad operare in luoghi fatiscenti.

    Come sei venuta a conoscenza di queste situazioni e cosa sono le norme HACCP?

    Io sono una CSR Manager in un’impresa che si occupa di realizzare pavimentazioni e rivestimenti di sicurezza nelle aziende, con una forte prevalenza per le aziende alimentari. Il mio ruolo primario è quello di coordinare le strategie aziendali ed integrare il proprio business con il superamento dei valori imposti dalla legge in materia di salute, ambiente e sicurezza.
    Visitando le aziende dei clienti, mi sono resa conto che in questo ambito c’è ancora un grande spazio di miglioramento e che con il nostro lavoro possiamo veramente contribuire alla salubrità degli ambienti in modo determinante, soprattutto quelli destinati alle lavorazioni alimentari.
    Lo standard HACCP è l’insieme delle normative che devono essere rispettate da ogni industria e garantiscono al consumatore il rispetto dell’igiene e della sicurezza dell’alimento in ogni fase, dalla materia prima al momento del consumo.
    Per questo contribuire all’igiene e alla sicurezza dei luoghi dove si svolgono le lavorazioni degli alimenti, per me non è solo il mio lavoro, ma una precisa missione, in quanto le nostre realizzazioni potranno consentire di produrre in ambienti più sani e sicuri, per garantire il massimo dell’igiene dei prodotti che poi tutti noi troveremo nel piatto.

    Dunque possiamo dire che il CSR Manager fa gli interessi di noi consumatori?

    Certo! Innanzitutto perché il CSR Manager è anch’esso un consumatore attento ma con “qualche freccia in più nella faretra”.
    Infatti attraverso il costante confronto con altri CSR Manager presenti in molte aziende, non solo in Italia ma nel mondo, con il suo lavoro è in grado di influenzare le decisioni della propria azienda, proponendo azioni che vadano nella direzione della qualità dei prodotti realizzati e contemporaneamente anche utili allo sviluppo dell’azienda stessa, ma sempre fortemente caratterizzate da valori aggiunti e distintivi.
    E se poi come nel mio caso è anche una donna e mamma, nel pensare alla sicurezza degli ambienti di produzione di alimenti, non potrà fare a meno di collegare le sue azioni a ciò che vorrebbe per la sua famiglia.

    In un certo modo se vogliamo possiamo vederla anche così, in realtà il ruolo del CSR Manager consiste nel fare in modo che le aziende sviluppino il proprio business in un’ottica di qualità del prodotto e delle ripercussioni che la sua produzione può avere sull’uomo e l’ambiente.

    Centrato. Nel nostro paese però abbiamo ancora molta strada da fare perché per i consumatori è molto difficile rendersi conto di cosa c’è dietro il prodotto che hanno in mano. Nella vita di uno yogurt, ad esempio, non ci sono solo le materie prime con cui è prodotto e le persone che lo lavorano, ma ci sono anche gli imballaggi che lo contengono, i macchinari, i pallet su cui viene trasportato, i mezzi che lo consegnano e naturalmente gli ambienti in cui sono svolte le lavorazioni.
    In altre parole possiamo dire ad esempio, che nel nostro yogurt c’è un po’ di tutto questo e se manca l’attenzione rischiamo di trovarci dentro anche un po’ del pavimento che abbiamo visto all’inizio!
    Per avere una reale informazione sul prodotto che stiamo consumando, dovremmo poter conoscere l’attenzione che viene posta dall’Azienda nella gestione di tutti i passaggi della filiera, anche quelli che non risultano sull’etichetta.

    Dunque come possiamo fare per conoscere “la storia” dei prodotti che acquistiamo?

    Come dicevo all’inizio della nostra intervista “sono molte le aziende che hanno i requisiti e rispettano le norme HACCP…” e inoltre l’etichettatura dei prodotti è soggetta a precise norme comunitarie, ciò nonostante ritengo che si possa fare ancora uno sforzo in più.

    A tal proposito in occasione di Matching share & grow, l’evento che si è tenuto dal 24 al 26 novembre scorso a Fiera Milano a Rho, ho avuto modo di presentare il nuovo percorso di comunicazione indirizzato alle imprese dell’agroalimentare, per portare a conoscenza dei consumatori l’impegno per la sicurezza condiviso, al fine di ottenere prodotti più sani, sicuri e competitivi.

    Etichetta e qualità dei prodotti che acquistiamoQuesto importante progetto teso ad una comunicazione più consapevole delle imprese a favore dei consumatori, vedrà la partecipazione di Industrie Alimentari, Progettisti, Imprese di costruzioni e di Forniture, in quello che abbiamo definito un Business-road.

    Un lungo viaggio nell’Italia che produce prodotti di eccellenza, che ci impegnerà per tutto il 2015. Ci auguriamo inoltre che la nostra iniziativa porti ad una attiva partecipazione dei consumatori attraverso le attività di social networking che stiamo elaborando in questi giorni, e anche attraverso le pagine di questo magazine.

    Grazie Anna per averci fornito questi nuovi spunti di riflessione per acquisti più consapevoli.
    Aspettiamo di leggere prossimamente gli esiti di questo progetto che condivideremo volentieri  sulle pagine di Dol’s.

    Grazie a te Caterina per avermi dato la possibilità di incontrare anche se virtualmente le lettrici di Dol’s e avermi concesso l’occasione di trattare un argomento che spesso resta circoscritto agli addetti di settore, mentre come penso si sia compreso tocca tutte noi molto più da vicino di quanto si possa immaginare.

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    Caterina Della Torre
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    Proprietaria di www.dols.it di cui è direttrice editoriale e general manger Nata a Bari nel 1958, sposata con una una figlia. Linguista, laureata in russo e inglese, passata al marketing ed alla comunicazione. Dopo cinque anni in Armando Testa, dove seguiva i mercati dell’Est Europa per il new business e dopo una breve esperienza in un network interazionale di pubblicità, ha iniziato a lavorare su Internet. Dopo una breve conoscenza di Webgrrls Italy, passa nel 1998 a progettare con tre socie il sito delle donne on line, dedicato a quello che le donne volevano incontrare su Internet e non trovavano ancora. L’esperienza di dol’s le ha permesso di coniugare la sua esperienza di marketing, comunicazione ed anche l’aspetto linguistico (conosce l’inglese, il russo, il tedesco, il francese, lo spagnolo e altre lingue minori :) ). Specializzata in pubbliche relazioni e marketing della comunicazione, si occupa di lavoro (con uno sguardo all’imprenditoria e al diritto del lavoro), solidarietà, formazione (è stata docente di webmarketing per IFOA, Galdus e Talete). Organizzatrice di eventi indirizzati ad un pubblico femminile, da più di 10 anni si occupa di pari opportunità. Redattrice e content manager per dol’s, ha scritto molti degli articoli pubblicati su www.dols.it.

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    1 commento

    1. Rita Garofalo on 22/12/2014 12:10

      Interessante progetto questo che mira ad ottenere maggiore sicurezza nel settore alimentare salvaguardando la salute del consumatore.
      Purtroppo, non sempre le etichette riportano sufficienti indicazioni sulla qualità delle materie prime utilizzate oppure la certificazione di qualità del prodotto spesso richiede costi talmente esosi da risultare improponibili soprattutto per i piccoli produttori.
      Questo ha un’ incidenza negativa sull’acquisto di un prodotto di qualità mancando delle sufficienti garanzie richieste dall’acquirente.
      Sarebbe opportuna una gestione corretta delle politiche agro-alimentari per una produzione sempre più competitiva e salutare.

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