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    Home»Vie e disparità»Ravenna. Un’esperienza di toponomastica femminile
    Vie e disparità

    Ravenna. Un’esperienza di toponomastica femminile

    DolsBy Dols05/01/2014Updated:09/09/20141 commento5 Mins Read
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    Ravenna_AnitaGaribaldi
    di Patrizia -DiVito
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    L’esperienza ravennate è ben descritta nel libro ”Strada alle Donne”al femminile.

    di Giovanna Piaia

    Toponomastica al femminile nel comune di Ravenna, realizzato per sottolineare e rendere maggiormente visibile un percorso aperto dall’amministrazione comunale al riconoscimento delle figure femminili – negli ultimi anni si è triplicato il numero delle strade dedicate alle donne, fino ad arrivare a settantacinque alla fine del 2012, mantenendosi in continuo sviluppo.

    La parità fra uomini e donne nella toponomastica non è un capriccio di parità, ma una questione simbolica non marginale.
    Nominare ed essere nominate come donne ci fa esistere come persone senza scarti di genere. La toponomastica è un tassello nella ricerca di spazi di cui ancora appropriarsi.
    Per le donne diventare simboli nella civiltà e nella cultura è conquista recente.
    Anche a Ravenna siamo partite per crescere da molto in basso. Questo dato negativo si è triplicato in pochi anni.
    Per correggere lo squilibrio, in qualità di assessora alle Pari opportunità con delega alla toponomastica, ho impostato delle azioni di base, creando dapprima una commissione con presenza paritaria e fissando poi regole di parità nelle titolazioni.
    A conferma di quanto siano le regole di parità e la volontà di concretizzarle che fanno ottenere risultati e non la semplice delega femminile a capo della Commissione, lo dimostra il fatto che l’attuale assessore Massimo Cameliani sta mantenendo una operativa continuità.

    via Mafalda di Savoia- Ravenna_PatriziaDi Nino
    via Mafalda di Savoia- Ravenna_PatriziaDi Nino

    Il movimento recente che si è creato a livello nazionale a sostegno della toponomastica femminile non ha trovato Ravenna impreparata, anzi rappresenta un caso emblematico per la sensibilità degli amministratori.
    Ravenna è stata citata da La7 nella rubrica di Paolo Pagliaro lo scorso 8 marzo e in un articolo della rivista dell”Anci per la particolare qualità delle titolazioni.
    Abbiamo ricordato maestre, donne premio Nobel, partigiane, vittime della storia o della mafia, donne di arte e di cultura. Non solo sante, madonne o benefattrici come maggiormente presenti nelle altre città.
    Ciononostante, quello che ancora oggi viene sottolineato come un dato eccezionale deve diventare norma.
    Tributare alle donne i giusti riconoscimenti deve configurarsi come una consuetudine che avanza di pari passo con una reale parità di opportunità nella vita di tutti i giorni.
    L’assessore alla Toponomastica ha inoltre manifestato l’intenzione, per la futura intitolazione di strade o aree verdi a figure femminili, “di indagare più approfonditamente il ruolo delle donne nel mondo dell’imprenditoria e della cooperazione ravennati” e ha attivato, nell’ambito dei progetti estivi dell’iniziativa “Lavori in Comune”, un Laboratorio finalizzato proprio alla mappatura delle strade dedicate a donne e alla proposta di nuove denominazioni.

    Il volume Strada alle donne è stato curato da Claudia Giuliani, dirigente del Servizio bibliotecario dell’Istituzione Biblioteca Classense, presidente del Soroptimist Club Ravenna, membro della Commissione toponomastica insieme a Sandra Dirani e Cristina Fragorzi, bibliotecarie dell’Istituzione Biblioteca Classense.
    RavennaLogo400L’Istituzione Biblioteca Classense, luogo privilegiato della memoria storica cittadina, ha voluto essere presente con il contributo di molte bibliotecarie, con la ricchezza delle proprie fonti librarie e documentarie, partecipando attivamente alla ricostruzione storica che è alla base di questo lavoro.
    Le schede biografiche del libro sono state rivisitate da molte donne collaboratrici: Floriana Amicucci, Paola Andrini, Sandra Dirani, Silvia Fiammenghi, Claudia Foschini, Cristina Fragorzi, Anna Galletti, Barbara Gentile, Claudia Giuliani, Daniela Poggiali e Marta Zocchi; per il Soroptimist Club Ravenna Julia Chance, Stefania Gambirasio, Raffaella Gueltrini, Manuela Mantani, Maria Cinzia Medri, Fulvia Missiroli, Alba Maria Orselli, Nadia Colomba Tassini; e inoltre Magda Gentile e la sottoscritta.

    Il volume ha una impostazione rigorosamente storico-biografica ed è un’antologia di donne. Nel senso antico, etimologico del termine: una raccolta di fiori, di biografie scelte. Non sono agiografie, anche se spesso le vite narrate aspirano a essere tali per l’esemplarità di un impegno, di una vita, di una vicenda. Non in tale chiave vanno lette le loro storie, ma nella cifra di una presenza. Se è vero che le donne sono state cancellate dalla storia, ed è spesso assente il loro protagonismo, ebbene queste donne ora sono presenti, attraverso i loro nomi assegnati alle strade, ai giardini, alle piazze e alle rotonde della città, popolando la nostra quotidianità.
    Le protagoniste sono state divise in vincitrici del premio Nobel (Pearl Buck, Grazia Deledda, Selma Lagerlöf, Gabriela Mistral, Nelly Sachs, Gerty Cori, Marie Curie, Gertrude Belle Elion, Emily Greene Balch, Alva Myrdal, Bertha von Suttner, Madre Teresa di Calcutta), donne di scienza e di medicina (Laura Conti, Giorgina Danesi, Argia Drudi, Cornelia Fabri, Dian Fossey, Isotta Gervasi), donne di arti e di lettere (Luigia Bendazzi, Emma Calderini, Malvina Cavallazzi, Elisa Guastalla Ricci, “Gugù”Augusta Rasponi, Elsa Morante, Ada Negri, Cordula Poletti, Felicia Rasponi, Renata Viganò), maestre (Maestra Giacomina, Maestra Teresita Norreri, Wilma Soprani), imperatrici e regine (Amalasunta, Galla Placidia, Teodora), donne politiche (Adele Bei, Elsa Conci, Maria Federici, Angela Maria Guidi Cingolani, Nilde Iotti, Lina Merlin, Teresa Noce, Giovanna Bosi Maramotti, Jone Fenati Gentile, Maria Goia, Emma Miserocchi Orselli) donne di lotta e di impegno (la patriota risorgimentale Anita Garibaldi; le partigiane Maria Bartolotti, Maria Bassi, Natalina Vacchi, Itala Valpiani, Iris Versari; le filantrope Caterina Borghese Pasolini, Maria Ponti Pasolini, Gabriella Spalletti Rasponi, Laura Vitali Ghezzo), sante (Sant’Agata, Sant’Anna, Santa Caterina, Santa Teresa), vittime nella storia (Antonella Ceci, Anne Frank, Morena Maccherozzi, Mafalda di Savoia, Maria Margotti, Maria Montanari, Emanuela Setti Carraro), le donne dei poeti, da Dante a Montale (Beatrice Alighieri, Beatrice, Costanza, Francesca, Lucia, Matelda, Piccarda, Dora Markus).

    Infine il volume cita una delibera approvata dalla giunta nel gennaio di quest’anno, contenente sette nuovi toponimi per altrettante aree verdi (giardini e parchi) dedicate alle donne: Patrizia Angiolini Martinelli (1940-2000), storica dell’arte; Argentina Bonetti Altobelli (1866-1942), dirigente nazionale socialista, prima donna sindacalista italiana; Maria Luisa Fagnocchi (scomparsa nel 2002), poetessa, ultima discendente delle famiglie ravennati dei Rava e dei Baccarini; Ipazia (seconda metà IV sec.), filosofa, scienziata, martire dell’integralismo religioso; Maria Montessori (1870-1952), medico, filosofa, pedagogista; Beata Vincenza (prima metà IV sec.), moglie di San Severo, vescovo di Ravenna; Cristina Trivulzio di Belgioioso (1808-1871), patriota risorgimentale.

    Ravenna stade alle donne toponomastica feminile
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    Dols

    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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    1 commento

    1. giulia on 06/01/2014 14:00

      Complimenti all’amministrazione del Comune di Ravenna e alle/ai docenti impegnate nella ricostruzione e recupero storico dei materiali biografici delle donne protagoniste della Storia.
      L’antologia, che ho avuto il piacere di leggere, è davvero interessante e completa nelle informazioni storiche e scorrevole nella lettura.
      Da consigliare in tutte le scuole!

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    Donne di dols

    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    https://www.dols.it/2025/05/09/sara-chiara-sophie- https://www.dols.it/2025/05/09/sara-chiara-sophie-e-le-altre-lallarme-atti-persecutori/

Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
    https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello- https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello-2025-e-femmina/

A trionfare sono state le donne: 7 David a Vermiglio di Maura Delpero mentre L’arte della gioia di Valeria Golino e Gloria! di Margherita Vicario hanno conquistato 3 premi a testa
    Terrazzo un fiore Terrazzo un fiore
    https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gi https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gioco/

E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
“ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
    Post su Instagram 18054001580213162 Post su Instagram 18054001580213162
    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

https://www.dols.it/2025/05/04/la-statuaria-torinese-una-disputa-femminista/
    Post su Instagram 18064505543304814 Post su Instagram 18064505543304814
    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
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    Papa Francesco è stato raccontato al cinema da au Papa Francesco è stato raccontato al cinema da autori come Wim Wenders, Gianfranco Rosi e Daniele Luchetti, perché la sua figura ha esercitato un forte impatto non solo sulla Chiesa cattolica, ma anche sulla società laica credente e non credente e sulla politica mondiale.

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    CHERASCO PIEMONTE CHERASCO PIEMONTE
    Tra pregiudizi di genere e grande determinazione Tra pregiudizi di genere e grande determinazione

Cambiare vita, dare spazio ai propri desideri e fare quello che davvero ci piace è il sogno di molti,
ma realtà per pochi. Lo conferma l’analisi di Hays Italia in collaborazione con Serenis, il 40% degli
intervistati non è per nulla contento della propria condizione lavorativa e il 60% pensa con
regolarità a un cambio radicale della propria esistenza.

https://www.dols.it/2025/04/16/francesca-rizzo-imprenditrice-di-successo-a-bali/
    Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni con mia cugina, che vive in Germania. Lei è alevita e ha sposato un ragazzo sunnita originario di Erzurum. Eppure, nonostante entrambi appartengano al popolo curdo, le differenze religiose sono bastate a creare muri. La famiglia del marito fatica ad accettarla, ritenendo gli aleviti culturalmente ed eticamente inferiori. Questo mi ha portato a riflettere su una dinamica universale: la tendenza dell’essere umano a costruire confini invisibili, a classificare, separare, giudicare.

Quante volte, da immigrati, ci siamo sentiti dire: “Se tutti fossero come voi, così integrati, sarebbe diverso”? Quante volte il nostro valore è stato misurato in base alla capacità di adattarci, di “assomigliare” alla cultura dominante? Ma questa non è una dinamica esclusiva delle migrazioni o della religione. Ovunque, gruppi diversi si osservano con sospetto. Il “diverso” fa paura.

Se ci spostassimo in un villaggio del Togo, del Senegal, del Congo, del Tibet, della Birmania o del Perù, troveremmo le stesse dinamiche: anche all’interno della stessa etnia, le tribù si guardano con diffidenza. Come se l’altro fosse meno degno, meno umano. È un istinto antico, quasi animale, nato dal bisogno di proteggere il proprio spazio. Ma qui nasce il paradosso: gli animali conoscono il proprio territorio e lo rispettano. Noi esseri umani, invece, non facciamo altro che invadere, appropriandoci, giudicando, alimentando paure e pregiudizi grandi come montagne.
https://www.dols.it/2025/04/16/pregiudizi-paura-e-confini-invisibili-il-difficile-cammino-dellumanita-verso-laccettazione/

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