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    Home»"D" come Donna»Una porta sempre aperta
    "D" come Donna

    Una porta sempre aperta

    DolsBy Dols26/06/2013Updated:02/10/2014Nessun commento6 Mins Read
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    carraresi
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    Vi ricordate il ‘caso Parmalat’? Maria Stefania Carraresi: agire in banca nell’interesse del cliente.

    da donne senza guscio

    ”Rispondere veramente ai bisogni dei clienti, cioè allo scopo economico per cui esistono le banche, che invece vediamo ormai concentrarsi solo sui loro profitti. Ma si può occuparsi di finanza pensando che non è questione di numeri ma di persone. Perché un “rapporto seriamente professionale è anche e soprattutto umano”. E’ l’atteggiamento di Maria Stefania Carraresi, Direttore di Filiale di un grande gruppo bancario. Che ricorda un’altra bella esperienza, una società finanziaria fondata su valori che vengono dalla differenza femminile http://www.ted.com/talks/halla_tomasdottir.html. E Maria Stefania l’ha segnalato al suo Direttore Generale. (Luisa Pogliana)

    Lavoro in banca, in un grande gruppo bancario. Oggi, e da diversi anni, sono direttore di una filiale (dopo aver diretto altre filiali). Ho iniziato a lavorare molto giovane, quando l’ambiente bancario era fortemente maschilista. Ricordo, anche se sarebbe da dimenticare, quella volta che in un colloquio con un direttore a cui chiedevo un cambiamento di mansioni per imparare un lavoro nuovo, mi rispose con una domanda: “Suo marito non la soddisfa?” – Altro episodio spiacevole: in un momento poco felice della mia vita privata, in cui ero stata costretta a chiedere uno spostamento in una piazza diversa, andando a salutare un mio superiore il giorno prima del trasferimento, questi mi chiese se volevo uscire a cena con lui quella mia ultima sera a Milano (!!!) Ho dovuto lavorare il doppio per dimostrare di valere quanto e forse più di tanti uomini, non curandomi di battute poco eleganti di qualche collega e di calunnie o insinuazioni sul mio conto. Ma mi sono sempre difesa da sola: o con l’indifferenza, portando avanti il mio impegno lavorativo senza calpestare nessuno, o con secche ‘botta e risposta’. Il lato positivo è stato invece quello di aver ricevuto gratificanti apprezzamenti da coloro (uomini, superiori o direttori) che mi hanno espressamente ringraziato per il modo fattivo con cui avevo collaborato e li avevo supportati e affiancati nelle varie fasi lavorative, anche difficoltose, e quindi mi hanno comunicato quanto fosse stato prezioso il mio contributo personale.

    Per quanto riguarda le mie esperienze di direttore. Prima di tutto ho sempre tenuto la porta del mio ufficio aperta a tutti. Non ho mai fatto particolari distinzioni tra clienti di serie A o B; chiunque poteva e può venire da me se lo desidera ed è sempre stata mia abitudine girare spesso per il ‘salone’ per salutare i clienti presenti e scambiare con loro qualche parola. Mi colpì quel cliente che, alla notizia del mio imminente trasferimento altrove, mi disse: “Perderemo un bel punto di riferimento, ci sentiremo soli”. Ogni volta che, come direttore, lasciavo una filiale, nell’impossibilità di salutare tutti, inviavo una lettera ‘del tutto mia’, totalmente al di fuori degli schemi convenzionali/istituzionali, impostandola in base alle caratteristiche peculiari di quella piazza, di quell’ambiente, sulla base dell’arricchimento, soprattutto umano, che mi aveva apportato. Questo non è ‘marketing’ perché, generalmente, quando uno sta per andarsene, cambiando anche città, non si cura più di ciò che lascia ma pensa già a ciò che troverà. Lo considero invece una questione di stile, di rispetto ed educazione, ed anche un bisogno (del tutto personale) di dimostrare che ‘quel’ tipo di rapporto, pur essendo seriamente professionale, è stato veramente anche e soprattutto umano.

    Quali conseguenze da questo comportamento? Da parte dei clienti: grande considerazione e fiducia, al punto che mi cercano ancora oggi clienti avuti anni prima per chiedermi pareri e consigli, oppure alcuni hanno continuato a seguirmi, in veste di clienti, da una filiale all’altra (anche in piazze diverse dalla loro residenza). Altri ancora sono anche divenuti cari amici. Da parte dei colleghi: ammirazione e punto di riferimento. Riconoscimento del mio ruolo esercitato in modo diverso, al di fuori dei soliti canoni. Vari miei collaboratori (cresciuti alla ‘mia scuola’) sono diventati a loro volta direttori di filiale e a posteriori mi sono resa conto che hanno appreso molto dai miei insegnamenti/comportamenti. E questa per me è stata una grande soddisfazione.

    Vi ricordate il famoso ‘caso Parmalat’? Ebbene, alle prime notizie di probabili seri problemi, riunii i colleghi addetti agli investimenti e decisi di aprire una ‘unità di crisi’. Ordinai di telefonare a tutti i clienti possessori di titoli Parmalat per informarli delle avvisaglie negative invitandoli a venire in filiale per decidere il da farsi. Una parte di clienti vendette subito i titoli senza perdere alcunché, altri vollero aspettare (chi più chi meno), essendo comunque costantemente informati, e chi ci rimise veramente era perché aveva deciso spontaneamente di attendere gli eventi che sperava migliori. So per certo che quanto sopra non fu fatto altrove.

    Alle riunioni periodiche con i miei colleghi direttori, al cospetto di superiori o del Direttore Generale, mentre regna l’abitudine di ascoltare e starsene zitti, sono solita intervenire, quando ne ravviso il caso, anche e soprattutto per far presente criticità e suggerire o sollecitare miglioramenti. Inizialmente ero bollata come quella polemica, ma da quando si è finalmente compreso il mio movente costruttivo mi sono resa conto (e mi è stato anche esplicitamente detto) che ogni volta che prendo la parola sono ascoltata con attenzione e interesse, molto dagli altri colleghi direttori e anche dai superiori da cui ho poi visto prendere iniziative in base ai miei suggerimenti e alle idee esposte. Il giorno successivo ad ogni riunione di cui sopra vengo interpellata dal coordinatore delle filiali per avere da me un feedback, a dimostrazione della considerazione riscossa dai miei pareri, per quanto abbia ormai la nomina di pasionaria, ma, contemporaneamente, seriamente e professionalmente impegnata in modo ineccepibile.

    Mi sono anche impegnata più volte a caldeggiare l’accoglimento di sponsorizzazioni a supporto di innovative iniziative culturali del mio territorio, in primis create o promosse da donne e, sin qui, ci sono riuscita e ne sono stata gratificata. A volte mi rendo conto di pensare e agire ‘più avanti’ e allora mi devo fermare allorquando mi accorgo che l’ambiente non è ancora pronto per alcune idee che propongo. Spero sempre che arrivino i tempi giusti.

    Tutto ciò che ho scritto può sembrare un auto celebrazione, in realtà è una consapevolezza acquisita dopo tanti anni di perseveranza nel proseguire il mio percorso lavorativo con umiltà e con i miei fondamentali principi: lealtà, trasparenza, onestà intellettuale e valorizzazione del rapporto umano, all’interno e all’esterno.

    donne senza guscio luisa pogliana Maria Stefania Carraresi parmalat
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    Dols

    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Stamattina mi sono svegliato con gli uccellini ch Stamattina  mi sono svegliato con gli uccellini che gorgheggiavano
    https://www.dols.it/2025/06/10/musica-con-vista-20 https://www.dols.it/2025/06/10/musica-con-vista-2025/
    Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare barriere e confini, ai cambiamenti, alla PACE.
Protagoniste di una sfida femminile secolare che nessuna guerra potrà negare. Nessun futuro potrà prescinderne.

https://www.dols.it/2025/06/09/donne-di-pace-e-di-guerra/
    https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-n https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-non-amati/

La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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