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    teatro

    Archivio Sentimentale: la Casa di Famiglia

    Caterina Della TorreBy Caterina Della Torre25/06/2025Updated:25/06/2025Nessun commento9 Mins Read
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    “Archivio Sentimentale: La Casa di Famiglia di Elena Guerrini al Festival Inequilibrio  “                          
    Sottrarre gli oggetti all’oblio per restituirli alla vita: una performance abitata  tra memoria , centrini e radici. 

    A Castiglioncello in provincia di Livorno , si accende ogni estate da 28 anni  Inequilibrio  Festival , uno degli appuntamenti più innovativi della scena teatrale contemporanea italiana, capace di dare spazio alla sperimentazione, alla danza, alla performance e al dialogo tra arti e comunità’. 

    Tra le novità di quest’anno, spicca il debutto in prima nazionale di Elena Guerrini con il suo progetto unico e irriverente “Può sempre servire, non si sa mai ! – Archivio sentimentale della casa di famiglia “ Un viaggio teatrale che racconta genealogie femminili, e celebra il caos emotivo degli oggetti che custodiamo.  Dopo una residenza creativa a contatto con gli abitanti  del quartiere Barona a Milano con il sostegno produttivo  di Mare Culturale Urbano e una presentazione dello studio  al Piccolo Teatro di Milano a Settembre per il Festival Immersioni 24 l’artista accoglierà  8 ospiti alla volta nella stanza emozionale ricreata nella sala del cielo  del Castello Pasquini.

    In questa intervista esclusiva, a cura di Caterina Della Torre ,scopriamo insieme il cuore pulsante di un progetto che fa guardare con altri occhi  le case dei genitori , che svuotiamo dopo un lutto e quel centrino della nonna che tutte noi  abbiamo in soffitta .

    Cdt : Elena, da dove nasce questo progetto così carico di ricordi e… oggetti?

    Elena Guerrini:
    Nasce dalla mia incrollabile fede nel “può sempre servire, non si sa mai”. Mia madre e mia nonna erano delle vere collezioniste seriali: se qualcosa si rompeva, non si buttava, si cercava di aggiustare .  Io sono la loro erede spirituale, la anti Marie Kondo . Questo archivio è una specie di santuario delle  piccole cose i che parlano di storie, di donne, di famiglie normali, di resistenza quotidiana .

    C.D.T.:

    Quindi tu ti definisci… anti-Marie Kondo?

    E.G.:

    Assolutamente sì! Marie Kondo vuole che si butti via tutto ciò che non “porta gioia”. Io dico: ma come si fa a decidere cosa porta gioia , a me molti oggetti portano memorie e storie .

    C.D.T.:

    Parliamo dei centrini, che per te sono  testimoni  di questo progetto, ne hai raccolti moltissimi .

    C D T . Tenere o buttare ? 

    E .G Mia madre,  e mia nonna e le sue sorelle  erano profughe istriane, hanno lasciato tutti mobili e le masserizie al Magazzino 18 a Trieste , poi accolte  in Toscana, hanno vissuto con l’idea che  ogni cosa “può sempre servire, non si sa mai”.  Conservavano ogni cosa, davano valore a tutto. Ho ereditato questo archivio sentimentale e mi sono trovata davanti a una scelta: tenere, donare, buttare ? Ho messo tutto in scena .

    CDT.,
    Come si svolge l’esperienza  immersiva per chi entra nella stanza emozionale a Castello Pasquini?

    E.G.:
    Gli ospiti entrano  in piccoli gruppi, otto persone alla volta. Non c’è una quarta parete, non c’è palco. Io sono la padrona di casa e li accompagno in un percorso sensoriale tra oggetti, suoni, registrazioni, parole azioni da fare . Curiosità e sorprese .  Con me c’è Elena Piscitilli  che e ‘tecnica in scena , e ha maturato una grande esperienza in Spagna in allestimenti di teatro sensoriale .  C’è  tutto cio ‘ che era nelle nostre case negli anni 80 , la segreteria telefonica con le voci rimaste vive ,  la macchina da scrivere , oggetti che parlano e ci parlano. È un invito all’autodrammaturgia: ognuno costruisce la propria storia a partire da ciò che sente e da ciò che ricorda. È un viaggio emozionale, intimo e corale al tempo stesso .

    C.D.T.:

    Nel tuo lavoro c’è sempre una forte attenzione alla genealogia femminile. Qui in particolare sembra emergere un filo rosso tra madri, figlie e oggetti.

    E.G.:

    Sì, è un omaggio alle donne che mi hanno preceduta. Le madri, le nonne, le zie che con le mani hanno costruito, cucito, tenuto insieme. In questa genealogia ci sono le case piene, i cassetti stipati, i corredi mai usati. Ma c’è anche la loro forza di resistere, di conservare , di curare indettagli. Ogni oggetto è un gesto d’amore e di cura .  Mi commuove la scatola verde con gli orli che conservava mia madre .

    I centrini  trovati nei bauli delle case da svuotare sono  rivoluzionari.  I centrini sono tradizionalmente associati al mondo domestico, femminile e marginale.  Esporli  in scena, ridare loro dignità artistica e centrale, ribalta un simbolo relegato all’invisibilità.  È un gesto “eretico” rispetto alla cultura dominante che considera certe memorie, pratiche manuali e oggetti “minori” come irrilevanti. Il centrino diventa una bandiera , sfida lo stereotipo: non è solo decorazione, ma memoria viva, trama di relazioni, filo che cuce le genealogie femminili creando i primi collettivi di donne  che lavorando a uncinetto si trovavano a parlare.


     È un modo di restituire voce e spazio alle donne, alle nonne, alle madri dimenticate, decostruendo lo stereotipo. In questa performance poetica abitata  gli ospiti entrano attraverso una tenda di centrini  si vive il passare oltre  come  un rito , un atto di ribellione intima contro la cultura della velocità e della superficialità.
    La cura degli oggetti diventa una cura del sé e della comunità: è un’eresia rispetto al consumismo e all’oblio.  Ho chiesto tramite  una call sui social  centrini da tutta Italia creando  una rete partecipata di storie e oggetti, trasformando il privato in collettivo, la casa in spazio politico ed eretico.  Ne ho raccolti 2000

    C.D.T.:

    A Inequilibrio Festival  oltre alla performance partecipata terrai  anche un corso di scrittura. Che tipo di percorso proponi?

    E.G.:

    Propongo un laboratorio di scrittura autobiografica  creativa e sensoriale collegato agli oggetti e alla memoria. Lavoriamo sulla scrittura come strumento per recuperare piccole storie nascoste nelle case, nei gesti quotidiani, nei silenzi di famiglia. È un percorso aperto a chiunque voglia mettersi in ascolto di sé, senza giudizio, senza la pressione della performance. Lo facciamo in un clima di condivisione, a stretto contatto con l’archivio emozionale che porto in scena 

    C.D.T.:

    Porteresti questa performance nelle rsa o in luoghi dove le persone convivono con fragilità cognitive, come l’Alzheimer?

    E.G.:

    Sì, ci sto pensando e ringrazio lo staff di Armunia che mi ha coinvolto nel loro progetto, proponendo la visione dello spettacolo e il laboratorio di scrittura biografica creativa anche per gli ospiti  dell’RSA di Rosignano Solvay  Cardinale Maffi .  Gli oggetti sono ponti straordinari per accedere alla memoria remota, anche quando la memoria recente vacilla. Ho incontrato persone con demenza che non ricordavano cosa avevano mangiato a pranzo, ma riconoscevano la musica di un carillon , il suono di una vecchia macchina da scrivere, la consistenza di una coperta di lana. Credo che questa stanza emozionale possa diventare un luogo inclusivo anche per chi vive in RSA o ha bisogno di un accesso dolce alla memoria, senza pressioni, senza tempo, con grande rispetto per ogni risposta emotiva che può emergere 

    C.D.T.:

    Che ruolo ha avuto per te Inequilibrio , Fondazione Armunia e Castello Pasquini in questo progetto?

    E.G.:

    Castiglioncello è casa per me  da quasi 18 anni .            

    E adesso ci ho portato anche tutti i mobili della mia casa da svuotare .Qui mi sento accolta, ascoltata, accompagnata. Dal 2008 il festival Inequilibrio è stato per me uno spazio di libertà artistica e di grande umanità. Ho scritto e  creato  in residenza qui , tutti i miei spettacoli che poi han girato in Italia e all’estero .                                                                        

    Orti Insorti, Bella Tutta , Alluvioni, Vie delle donne  e Archeologia  del coraggio , la performance in mare per pubblico a bagno.  Devo molto a tutto lo staff di Armunia,  alla direzione artistica di Angela Fumarola, alla cura di Fabio Masi, e all’attenzione quotidiana di Ranieri, Gloria, Nadia e Letizia e tutto lo staff tecnico . In questo luogo ho trovato la possibilità di esplorare di costruire relazioni, di far crescere le mie creazioni con  cura , amore  e tempo  circondata dal mare e dalla bellezza del paesaggio

    “Può sempre servire, non si sa mai!                        

    Archivio sentimentale della casa di famiglia”

    di e con Elena Guerrini                                                   Cura dell’abitare :    Elena Piscitilli

    📅 Dal 1 al 5 luglio 2025  

    📍 Castello Pasquini, Castiglioncello

    🕑 Accesso per piccoli gruppi: 8 persone alla volta – durata 20 minuti  dalle 17 alle 21  

    🎟️ Prenotazione consigliata 0586 754202 gloria@armunia.eu      www.armunia.eu

    Laboratorio gratuito di scrittura biografica  creativa 

    🗓️ 3  4 luglio 2025 – ore 10:00-13.00

    📍 Sala del Cielo, Castello Pasquini   Castiglioncello.

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    Caterina Della Torre
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    Proprietaria di www.dols.it di cui è direttrice editoriale e general manger Nata a Bari nel 1958, sposata con una una figlia. Linguista, laureata in russo e inglese, passata al marketing ed alla comunicazione. Dopo cinque anni in Armando Testa, dove seguiva i mercati dell’Est Europa per il new business e dopo una breve esperienza in un network interazionale di pubblicità, ha iniziato a lavorare su Internet. Dopo una breve conoscenza di Webgrrls Italy, passa nel 1998 a progettare con tre socie il sito delle donne on line, dedicato a quello che le donne volevano incontrare su Internet e non trovavano ancora. L’esperienza di dol’s le ha permesso di coniugare la sua esperienza di marketing, comunicazione ed anche l’aspetto linguistico (conosce l’inglese, il russo, il tedesco, il francese, lo spagnolo e altre lingue minori :) ). Specializzata in pubbliche relazioni e marketing della comunicazione, si occupa di lavoro (con uno sguardo all’imprenditoria e al diritto del lavoro), solidarietà, formazione (è stata docente di webmarketing per IFOA, Galdus e Talete). Organizzatrice di eventi indirizzati ad un pubblico femminile, da più di 10 anni si occupa di pari opportunità. Redattrice e content manager per dol’s, ha scritto molti degli articoli pubblicati su www.dols.it.

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Appunti di viaggio.

Di Alfredo Centofanti

Bari. La città vecchia è un labirinto di vie che raccontano infinite storie. Inarrestabile è il vociare degli abitanti nel dialetto locale, dei tanti turisti stranieri, dei pellegrini che da secoli vengono qui per venerare San Nicola, amato tanto dai cattolici quanto dagli ortodossi.
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La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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