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    Home»Costume e società»Cultura»Film»Simone Veil – La donna del secolo
    Film

    Simone Veil – La donna del secolo

    Erica ArosioBy Erica Arosio21/01/2025Nessun commento3 Mins Read
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    regia di Olivier Dahan

    con  Elsa Zylberstein e Rebecca Marder

    nelle sale dal 30 gennaio, con anteprime il 27, Giornata della Memoria

    Ci sono donne da cui si può solo imparare. Ci sono donne di cui si pensa, con un po’ di supponenza, di sapere tutto. Magari si è anche convinte che siano relegate nel passato. Poi, arriva un film che ci fa avvicinare va loro e ci si rende conto di quanto sia stata preziosa la loro vita. E quanto ci sia ancora da imparare da loro. Un film che si poteva temere scontato si rivela invece ricco di emozioni e di insegnamenti. Simone Veil, alla fine del bel film di Olivier Dahan, la sentiamo vicina, amica, quasi una parente, una zia che abbiamo visto poco ma di cui ci hanno parlato molto.

    Questo è il merito principale del lavoro di Dahan, raccontare senza appesantire, romanzare solo per spiegare meglio, emozionare restando ancorati al coraggio.  E alla fierezza, perché fin da bambina questa è stata Simone Veil: una persona fiera, che ha sempre cercato la sincerità e che con totale onestà ha combattuto per tutta la vita, fedele ai suoi ideali di giustizia e tolleranza, senza mai lasciarsi trascinare nel vortice cupo della vendetta e neanche della depressione. Sentimenti che, con tutto quello che ha subito, sarebbero stati comprensibili.

    La scelta del regista di far andare lo spettatore avanti e indietro nel tempo evita l’approccio didascalico e aiuta a entrare nel cuore, nella mente, nello spirito di questa grandissima donna.

    La vediamo nelle diverse fasi della sua vita, in sintesi tre. Bambina, già decisa e curiosa, in un’infanzia serena con genitori molto amati, poi nel buio della guerra, nella devastante deportazione a Auschwitz, infine negli anni del riscatto dove, madre di tre figli, magistrato e politico, porterà avanti battaglie epocali in Francia e nella nascente Europa.

    Caparbiamente arriva dove sembrava impossibile, è magistrato di Francia e poi la prima presidente donna del Consiglio superiore della Magistratura. Infine statista a 360 gradi, che fra le molte battaglie vinte ha fatto approvare la legge sulla depenalizzazione dell’aborto in Francia, risultato che l’ha resa popolare fra tutte le donne. Infine il ruolo più prestigioso: europarlamentare e prima donna presidente del Parlamento europeo dal 1978 al 1982.

    Niente è stato facile, niente le è stato regalato, tutto lo ha conquistato con l’impegno e la fatica, lottando anche in famiglia perché il marito all’inizio non accettava gli impegni della moglie “che la allontanavano da lui e dai tre figli”. Ma poi è stato il primo dei suoi sostenitori, in un rapporto che come tutti quelli più riusciti, la coppia ha costruito giorno dopo giorno.

    Fra le tante battaglie “civili” non va dimenticato l’impegno per aprire le biblioteche nelle carceri, la difesa delle prostitute. E l’attenzione ai carcerati soprattutto ai “terroristi” algerini. Seguendo la sua storia si ha nostalgia di un tempo in cui si compivano progressi democratici veri, senza gli stizzosi litigi quotidiani a cui assistiamo oggi fronte democratico. Di Simone (alla fine diventa naturale chiamarla per nome), si ammirano l’intelligenza, la lucidità, l’onestà intellettuale mai venuti meno l’orrore dei campi di sterminio. In una scena la vediamo con la cazzuola in mano, a posare i mattoni per un’inaugurazione, con grande abilità. All’uomo politico di fianco a lei che l’elogia risponde: è una lavoro che so fare. L’ho imparato nei campi. E in ogni momento quei ricordi, quella terribile esperienza si trasformano in qualcosa di positivo e mai in un blocco.  

    Una grande lezione, una grande donna, un film da far vedere ai più giovani.

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    Erica Arosio

    Erica Arosio, milanese, una laurea in filosofia, giornalista, scrittrice, critico cinematografico, è mamma di due figli meravigliosi, Mimosa e Leono. è stata a lungo responsabile delle sezioni cultura e spettacolo del settimanale «Gioia» e ha curato per vari anni la rubrica cinema di «Radio Popolare». Autrice di una biografia su Marilyn (1989 Multiplo, poi 2013 Feltrinelli Real cinema, in cofanetto con il dvd «Love, Marilyn»), ha collaborato a varie testate, fra cui «la Repubblica» e «Il Giorno». Nel 2012 esce il suo primo romanzo, “L’uomo sbagliato” (La Tartaruga, poi Baldini & Castoldi, 2014). Con Giorgio Maimone scrive una serie di gialli ambientati nella Milano degli anni 50 e 60: “Vertigine” (Baldini & Castoldi, 2013), “Non mi dire chi sei”, “Cinemascope” , “Juke-box” e il racconto “Autarchia” nell’antologia “Ritratto dell’investigatore da piccolo” (tutti per Tea), “Macerie” (2022, Mursia), “Mannequin” (2023, Mursia) Sempre con Giorgio Maimone ha scritto “L’Amour Gourmet” (Mondadori, 2014), un romanzo sentimentale ambientato nella Milano degli anni Ottanta, il mémoire sul ’68 “A rincorrere il vento” (2018, Morellini) e i gialli ambientati in Liguria “Delitti all’ombra dell’ultimo sole” (2020, Frilli) e “La lista di Adele” (2021, Frilli). A gennaio 2024 è uscita l’audioserie originale Faccia d’angelo, storia di Felice Maniero e della mala del Brenta, disponibile sulle principali piattaforme. E’ autrice di ”Carne e nuvole” (Morellini, 2018) una raccolta di 101 racconti brevi e della favola ”La bambina che dipingeva le foglie” (Albe edizioni, 2019). Ha pubblicato diversi racconti in antologie collettive ed è fra gli autori in Delitti di lago 3, 4 e 5 (Morellini editore).

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