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    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»Il piacere di andare in montagna
    Costume e società

    Il piacere di andare in montagna

    DolsBy Dols10/07/2024Updated:11/07/2024Nessun commento6 Mins Read
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    sicurezza-montagna
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    Andare in montagna deve essere un piacere e non un azzardo come purtroppo spesso è.
    Vi è tutta una lista di pericoli più o meno gravi e più o meno frequenti ai quali è esposto l’escursionista.

    Se non avete mai fatto gite in montagna vi consigliamo di leggere e seguire quanto un esperto escursionista, giornalista e scrittore come Paolo Paci consiglia.

    Sicurezza in montagna
    Durante le gite in montagna di un tempo, c’erano due cose che non mancavano mai dallo zaino dei nostri nonni: il siero antivipera e una fiaschetta di vino (opeggio, di grappa). Sono due oggetti altamente sconsigliati: il siero si è rivelato spesso più tossico del morso stesso della vipera, per il quale basta il più delle volte somministrare un antibiotico; e l’alcol è un vasodilatatore che agisce negativamente sulla termoregolazione naturale e sulle capacità di giudizio e di reazione di un escursionista. Camminare semiubriachi sull’orlo di un precipizio
    non è proprio salutare.

    Questo per dire quanto sia cambiato nel tempo il concetto di sicurezza in montagna.
    Oggi, anche per affrontare un’escursione semplice in quota, esistono parametri (e materiali tecnici) ben diversi.
    Ma premettiamo innanzitutto che la sicurezza è un fattore molto individuale.
    Solo noi sappiamo quanto siamo esperti dell’ambiente in cui ci muoviamo, quanto allenati, quanto consapevoli dei rischi oggettivi (per rischi oggettivi intendiamo la possibilità di crolli e frane in roccia, slavine e crepacci sulla neve, cambiamenti improvvisi delle condizioni meteorologiche, insomma tutto ciò che non possiamo direttamente controllare).

    Fatta onestamente questa valutazione, allora imbocchiamo pure serenamente il nostro sentiero, tenendo a mente il seguente decalogo.

    Attrezzatura.
    Scarpe giuste! Non lo si ripete mai abbastanza, e infatti ogni estate vengono pubblicate immagini di persone con infradito sulle ferrate dolomitiche e con sneaker sui ghiacciai. Per camminare in sicurezza bisogna indossare scarponcini con le suole scolpite, meglio se alti a fasciare la caviglia. Le scarpe tecniche da corsa in montagna, più leggere, vanno bene per chi ha già il passo molto sicuro, e spesso non sono impermeabili. Sulla neve o su ghiacciaio ci vogliono veri e propri scarponi da alpinismo, adatti ai ramponi.

    E parlando di ferro, un complemento molto utile per ogni escursione in alta quota, dove anche in piena estate si potrebbero trovare canali ghiacciati o campi di neve dura, sono proprio i ramponcini con la struttura in silicone, facili da indossare e ultraleggeri.
    Un altro oggetto sempre più utilizzato dagli escursionisti sono le bacchette (o bastoncini) telescopiche. Non servono alla sicurezza, anzi a volte su terreni ripidi interferiscono con l’equilibrio, e portarli o meno è una scelta individuale. In salita scaricano il peso dalle gambe alle spalle, in discesa alleviano il lavoro
    delle ginocchia… ma bisogna saperle usare! Per chi si impegna su percorsi attrezzati o su vie ferrate, è indispensabile il kit da ferrata, costituito da casco, imbragatura, longes con moschettoni. Non è difficilda indossare e utilizzare, ma un principiante potrebbe trovarsi in difficoltà. Nel dubbio, sempre meglio farsi accompagnare da una guida alpina.

    Abbigliamento.
    Essere vestiti “giusti” aumenta considerevolmente la nostra sicurezza. Magliette traspiranti, un cappello con visiera per il sole, e sempre nello zaino felpe calde, un guscio impermeabile, guanti di pile… nonrisparmiamo in abbigliamento, meglio portare un peso (relativo) in più piuttosto che trovarci a tremare per un improvviso cambiamento di tempo.

    Una nota speciale va ai pantaloni: quelli moderni da escursionismo hanno spesso il fondo staccabile, per tenere i polpacci al fresco. Ma attenzione ai sentieri nel bosco e nell’erba alta: il pericolo di zecche sulle montagne italiane è aumentato esponenzialmente, e così il rischio di malattie trasmesse, per cui è sempre meglio indossare i pantaloni lunghi e calze (e controllare il corpo alla fine delle escursioni: in farmacia si trovano kit antizecca).
    Alimentazione.

    Dell’alcol abbiamo già detto: forse vi tirerà su di morale, ma non vi aiuterà a rimanere caldi e lucidi. Per l’idratazione basterà l’acqua: megliaverne nella borraccia piuttosto che fidarsi dei ruscelli lungo il percorso, che potrebbero essere inquinati da pascoli sovrastanti. Vanno bene anche le bevande energetiche, ma sono costose e bisogna stare attenti a non andare in sovradosaggio di sali e zuccheri: spesso la normalissima H2O è la bevanda migliore. Per quanto riguarda il cibo, la maggior parte dei percorsi alpini è servita da rifugi, quindi non sarà un problema rifocillarsi durante le escursioni, ma qualche “scorta” nello zaino, barrette energetiche o frutta secca, è sempre utile. I nonni portavano pane e formaggio, e nessuno di loro è morto di fame.

    Cose varie e… indispensabili
    Alla base di un’escursione sicura c’è la documentazione. Leggiamo guide e relazioni prima di partire, scarichiamo sul cellulare le tracce Gps dei sentieri, portiamoci anche una tradizionale cartina cartacea. In rifugio, non abbiamo timore di chiedere informazioni ai gestori sulle condizioni del percorso, e così prima di partire presso gli uffici guide e gli uffici informazioni: molti incidenti iniziano con un disorientamento. Soprattutto, non pensiamo di metterci in cammino a cuor leggero perché tanto… ci sarà sempre un elicottero a soccorrerci. Il Soccorso alpino (si chiama con il 118) è estremamente efficiente, ma non è un servizio taxi.

    Ancora una volta, se non siamo sicuri delle nostre capacità, rivolgiamoci ai professionisti: guide alpine e accompagnatori di media montagna su percorsi senza difficoltà alpinistiche, solo guide alpine su percorsi tecnici e in alta quota.

    Un altro elemento da tenere bene sotto controllo è la meteorologia. I temporali in montagna sono pericolosi: i fulmini sono attirati dagli alberi, dalle pareti rocciose, dalle grotte, dall’attrezzatura metallica che spesso ci portiamo addosso,
    Per ridurre il rischio di morire fulminati dovremmo eliminare qualsiasi tipo di metallo e di punta (bastoncini, piccozze…) e stenderci su un prato piatto a bagnarci. Non bello. Meglio dunque partire con previsioni sicure di alta
    pressione per TUTTA la durata della nostra escursione: oltre ai vari siti di meteorologia, sono da consultare le previsioni locali, sempre esposte negli uffici guide.

    Altri piccoli oggetti che potrebbero servire? Occhiali da sole (soprattutto per i percorsi su neve o ghiaccio), creme ad alta protezione, una power bank, un piccolo kit di pronto soccorso, un fischietto… Cosa dite, avete in casa anche una vecchia confezione di siero antivipera? No, quella lasciatela fuori dallo zaino, anzi, datela
    a un museo.

    Paolo Paci, giornalista e scrittore, direttore di Meridiani Montagne dell’Editoriale Domus. Mi fai un piacere anche se citi il mio ultimo romanzo, La montagna delle illusioni, Piemme.giornalista e scrittore, direttore di Meridiani Montagne dell’Editoriale Domus. Il suo ultimo romanzo, è La montagna delle illusioni, Piemme.


    montagna sicurezza
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