EL GRECO: LA VISIONE DEL FUTURO

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di Mariacristina Paselli (lifecoach)

“San Martino e il mendicante” Toledo 1597- 1599

National Gallery of Art Washington Usa.

Milano, città europea e universale, ospita dall’11 ottobre all’11 febbraio 2024, a Palazzo Reale, una mostra di altissimo livello, completa di cinquantaquattro opere dipinte da Domínikos Theotokópoulos, pittore non troppo noto ai più, nato a Candia nel 1541, quando questa era sotto la dominazione di Venezia, vissuto poi in Italia tra il 1567 e il 1576 tra Venezia e Roma, dove appunto veniva chiamato El Greco perché originario della Grecia.

 Il periodo italiano e veneziano in particolare fu periodo fondamentale per la sua formazione artistica e la creazione di una maniera stilistica del tutto personale, d’avanguardia, estremamente visionaria e espressionista, anticipatrice delle correnti del novecento.

Il percorso della mostra, che ha necessitato di ben cinque anni di preparazione è stato curato da Juan Antonio García Castro, Palma Martínez, Burgos García e Thomas Clement Salomon con la diretta collaborazione dell’architetto Corrado Anselmi.

 Accattivante e stupefacente per lo spettatore  è seguire un iter davvero ben fatto, suddiviso in cinque unità per comprendere appieno l’evoluzione artistica e tematica del pittore, dagli esordi greco bizantini, attraverso gli insegnamenti di grandi maestri dell’arte veneziana fin anche a Michelangelo.

         El Greco è stato un personaggio eccezionale, la cui vita riflette la sua pittura straordinariamente modernarivoluzionaria, emozionale d’approccio diretto, espressivo e frontale.

Il cammino attraverso le sale è ben articolato e consente di percorrere tutta l’evoluzione personale e creativa del pittore.

L’accostamento dei dipinti di El Greco, soprattutto alla scuola veneta, a pittori quali Iacopo da Bassano, Tintoretto, Tiziano e Correggio, le cui opere sono provenienti da prestigiosi musei di molte parti del mondo, ci mostra la diversità e la straordinaria creatività visionaria con la quale l’artista usa il suo codice espressivo futurista in epoca di maniera.

Anche se Filippo II, re di Spagna non lo ritenne adatto a dipingere l’Escorial di Madrid, ci troviamo di fronte ad una genialità che lo colloca tra i dieci pittori più grandi di tutti i tempi. 

La mostra si conclude, con opera tardive del maestro, nelle ultime sale, con un omaggio alla mitologia greca e al mito di Laocoonte e alla città di Troia, quando il veggente scagliò una lancia contro il cavallo donato dagli Ateniesi esclamando la famosa frase “Timeo Danaos et dona ferentes” “Temo i greci anche quando recano doni”. 

Il critico Vittorio Sgarbi ha acutamente definito il percorso della mostra un viaggio attraverso il tempo della mente.

Consiglio di emozionarsi e di andare ad ammirare questi capolavori che difficilmente potremo trovare ancora insieme.  

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Profilo Autore

Maria Cristina Paselli lifecoach

Specializzata in Scienze d’Azienda, Gestione di Risorse Umane, lavora da tempo nei settori dell’Alta Formazione per Manager, nel Coaching, nella Comunicazione Positiva, Marketing, Creazione di Team Leader, Immagine Personale, Leadership Aziendale e nella Selezione di Personale Hight Level. Collabora con Province e Regioni per Corsi di Avvio e Formazione all’ Imprenditoria . Consulente di Aziende Private ed Enti Pubblici per Attività di Organizzazione, Management, Aggiornamento professionale, Progettazione, Formazione sul Lavoro ed Orientamento. Ha pubblicato testi sulla Formazione, l’Inserimento e il Ricollocamento di donne, adolescenti difficili, adulti e categorie ritenute socialmente deboli. Ha realizzato la sceneggiatura di Performance teatrali al termine di Corsi di Autostima. Ha progettato e diretto Programmi di Prevenzione e Mantenimento del Benessere Psicofisico in Centri di Cura, collaborando con specialisti e terapisti orientali, sia in Veneto che in Toscana.

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