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    Home»"D" come Donna»Donna, Vita, Libertà
    "D" come Donna

    Donna, Vita, Libertà

    DolsBy Dols07/10/2023Updated:07/10/2023Nessun commento6 Mins Read
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    nerges
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    Donna, Vita, Libertà

     di Giuliana Cacciapuoti

    Narges Mohammadi, nata 51 anni fa a Zajan, provincia nord-occidentale dell’Iran, laureata, ironia della sorte alla Imam Khomeini International University a Qazvin, un’università internazionale fondata dopo la rivoluzione islamica, braccio destro della prima iraniana insignita del medesimo premio l’avvocata Shirin Ebadi, è stata insignita del Premio Nobel per la pace 2023.

    L’attivista è in prigione, dove sconta una condanna a 11 anni e 11 mesi di carcere. Il premio sostiene la lunga lotta di coloro che stanno soffrendo e pagando anche con la vita, per i diritti umani in Iran. Il Premio Nobel assegnato a Mohammedi simbolicamente riconosce l’impegno del movimento di popolo “Donna, vita, libertà” che da oltre un anno scende in piazza nel paese sciita.

    Mohammadi è impegnata nel campo dei diritti dal 2016, è stata incarcerata frustata e la stessa sua salute messa a rischio. La famiglia,  marito due gemelli il fratello, non hanno che scarse notizie e non l’incontrano da anni. La sua incrollabile e instancabile resistenza la rende simbolo della lotta delle donne iraniane all’indomani delle proteste di piazza in Iran scatenate dall’arresto e morte di Masha Amini ai primi di settembre del 2022. La ragione di tanto accanimento nei confronti delle donne e delle ragazze che rifiutano di indossare il chador, risiede nell’accusa che il regime rivolge alle donne ribelli. Non commettono solo un reato contro la morale o la legge islamica della repubblica iraniana: le manifestanti sono accusate del grave reato di moharebeh, essere nemiche di Dio.

     La Guida suprema Khamenei definisce la protesta e l’assegnazione del Nobel come “una cospirazione dei paesi dominatori che vogliono indebolire la forte Repubblica Islamica”, e i manifestanti “al servizio di un piano diabolico dei nemici”. Ha ribadito l’accusa più grave nei confronti delle donne e  in Iran questo genere di accusa può significare la pena di morte. Il moharebeh è usato oramai da decenni per mantenere il controllo autoritario sulla popolazione, e per infliggere pene spropositate contro infrazioni pericolose per la stabilità politica.

    Il reato è coerente nella visione della Repubblica islamica che fonda la sua legislazione sulle fonti coraniche e vede nella rivolta contro le autorità statali una ribellione nei confronti dell’autorità superiore anche al capo di stato, Iddio, il clemente e misericordioso, la cui parola rivelata nel Corano, prima fonte del diritto islamico, dirige e regola il governo e la guida suprema. Non è un reato rivolto solo verso le autorità civili e religiose, l’accusa di essere nemica di Dio giustifica la violenza repressiva, atroce dura inflessibile dei pasdaran, il corpo militare religioso a difesa dei principi basilari dello Stato iraniano. Il principio violato non riguarda più solo leggi e regolamenti è un’offesa verso il trascendente, verso la divinità. Questo reato contemplato dal codice iraniano e l’accusa delle guide religiose iraniane rivela il coraggio indomito di donne e uomini che sono in piazza. Porre la questione in termini di reato contro Dio impedisce ogni timido sostegno dei politici riformisti, indigna la parte di popolazione più tradizionalista e religiosa, carica sulle spalle delle manifestanti e dei manifestanti un fardello enorme, in una società culturalmente musulmana sebbene non tutta confessionale, e nonostante quarant’anni ininterrotti di regime religiosamente militante, una società ancora capace di desiderare un mondo di diritti e libertà.

     La crisi profonda che ha colpito il paese dopo la pandemia di Covid, la mancanza di prospettive per il futuro, in particolare per le generazioni che non conoscono altro mondo che la Repubblica sciita e il suo modello di società, ha alimentato proteste e rabbia e la conseguente repressione fatta di torture, processi sommari e condanne a morte. La rivolta attuale ha radici profonde nella società iraniana, e le proteste precedenti, che Narges Mohammadi ha vissuto da protagonista, secondo Ali Fathollah-Nejad, studioso iraniano dell’American University di Beirut, hanno innescato un processo forse rivoluzionario coinvolgendo le generazioni più giovani.

    Il sistema di governo islamico è permeato di ipocrisia sin dai primi anni della Rivoluzione, osserva la studiosa Sara Bazoobandi del German Institute for Global and Area Studies, ha sempre manipolato e oppresso il popolo iraniano, prima attraverso la propaganda sui due canali televisivi di stato, poi nell’epoca di terrore della guerra Iran-Iraq obbligando la maggior parte della popolazione alla pratica del silenzio, quale opportuna strategia di sopravvivenza personale e familiare. Il controllo della comunicazione e della diffusione di notizie si è rotta con le vicende attuali. Il 60% della popolazione in Iran è under 40, e oggi la generazione ticktocker ha una connettività totalmente differente, guarda via internet mondi diversi e elabora una idea di paese in cui vivere, aspettative e progetti di vita opposti all’attuale mondo religioso e islamico.

     Le restrizioni governative delle piattaforme social non sono più ostacoli, si stima che i network privati virtuali o VPN, permettano l’esistenza di oltre 24 milioni di utenti Instagram in Iran. Auspicabile che attraverso questi canali si diffonda prepotentemente la notizia del Premio Nobel a Mohammadi, che rinchiusa in prigione rischia di non poter nemmeno andare a ritirare il riconoscimento.

    La cronaca aggiorna tragicamente il numero delle incarcerazioni e delle esecuzioni capitali a cui risponde una continua e capillare opposizione. Nelle città iraniane si susseguono piccole iniziative, sparse e diffuse nei quartieri, nelle stazioni delle metropolitane, nei bazar e in ogni luogo di studio e lavoro, a volte di notte, segnali della volontà di riconquistare voce e visibilità. Un futuro diverso sogna la generazione di ragazzi e ragazze che con profonda disperazione, bruciano veli e si tagliano capelli in segno di lutto, sfidando la morte e l’incessante violenza del regime segno anche di una sua sostanziale debolezza, da ieri minata ancor di più da un Premio Nobel per la Pace nel nome della speranza di un nuovo inizio per l’Iran e il suo popolo.

     Zan, Zendegi, Azadi,per  Narges Mohammadi.

    Autrice

    Giuliana Cacciapuoti laureata in lingue e civiltà orientali sezione vicino e medio oriente e in lingue e letterature straniere dell’Istituto Universitario Orientale di Napoli studia, progetta e insegna lingua e cultura araba e musulmana nel mondo da oltre quarant’anni. Propone uno sguardo non convenzionale delle realtà del mondo arabo e musulmano nel contesto attuale della società globale. Nel 2014 ha fondato GCCK – Giuliana Cacciapuoti-Connecting Knowledge (https://www.giulianacacciapuoti.it/ )- per unire idee e visioni opposte, far dialogare e cooperare personalità differenti in modi inaspettati, valorizzare conoscenze, competenze ed esperienze diverse. Insegna nei corsi di alta formazione e specializzazione “Comunicare con l’Islam. Pubblica articoli e contributi scientifici su riviste accademiche e sul suo sito. Autrice di testi, articoli e pubblicazioni scientifiche, per  offrire al pubblico non musulmano uno sguardo vario e approfondito del Nord Africa e del Medio e Vicino Oriente. Nel solco di questo impegno ha pubblicato nel 2022 “Donne musulmane: un ritratto contro stereotipi e luoghi comuni”.


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    Dols

    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Terrazzo un fiore Terrazzo un fiore
    https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gi https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gioco/

E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
“ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
    Post su Instagram 18054001580213162 Post su Instagram 18054001580213162
    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

https://www.dols.it/2025/05/04/la-statuaria-torinese-una-disputa-femminista/
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    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
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    Tra pregiudizi di genere e grande determinazione Tra pregiudizi di genere e grande determinazione

Cambiare vita, dare spazio ai propri desideri e fare quello che davvero ci piace è il sogno di molti,
ma realtà per pochi. Lo conferma l’analisi di Hays Italia in collaborazione con Serenis, il 40% degli
intervistati non è per nulla contento della propria condizione lavorativa e il 60% pensa con
regolarità a un cambio radicale della propria esistenza.

https://www.dols.it/2025/04/16/francesca-rizzo-imprenditrice-di-successo-a-bali/
    Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni con mia cugina, che vive in Germania. Lei è alevita e ha sposato un ragazzo sunnita originario di Erzurum. Eppure, nonostante entrambi appartengano al popolo curdo, le differenze religiose sono bastate a creare muri. La famiglia del marito fatica ad accettarla, ritenendo gli aleviti culturalmente ed eticamente inferiori. Questo mi ha portato a riflettere su una dinamica universale: la tendenza dell’essere umano a costruire confini invisibili, a classificare, separare, giudicare.

Quante volte, da immigrati, ci siamo sentiti dire: “Se tutti fossero come voi, così integrati, sarebbe diverso”? Quante volte il nostro valore è stato misurato in base alla capacità di adattarci, di “assomigliare” alla cultura dominante? Ma questa non è una dinamica esclusiva delle migrazioni o della religione. Ovunque, gruppi diversi si osservano con sospetto. Il “diverso” fa paura.

Se ci spostassimo in un villaggio del Togo, del Senegal, del Congo, del Tibet, della Birmania o del Perù, troveremmo le stesse dinamiche: anche all’interno della stessa etnia, le tribù si guardano con diffidenza. Come se l’altro fosse meno degno, meno umano. È un istinto antico, quasi animale, nato dal bisogno di proteggere il proprio spazio. Ma qui nasce il paradosso: gli animali conoscono il proprio territorio e lo rispettano. Noi esseri umani, invece, non facciamo altro che invadere, appropriandoci, giudicando, alimentando paure e pregiudizi grandi come montagne.
https://www.dols.it/2025/04/16/pregiudizi-paura-e-confini-invisibili-il-difficile-cammino-dellumanita-verso-laccettazione/

⸻
    Regia di Guido Chiesa Prodotto da Iginio Straffi e Regia di Guido Chiesa
Prodotto da Iginio Straffi e Alessandro Usai
Con Micaela Ramazzotti, Edoardo Leo, Gloria Harvey, Andrea Pisani, Anna Bonaiuto
Al cinema dal 17 aprile
https://www.dols.it/2025/04/15/30-notti-con-il-mio-ex/
    https://www.dols.it/2025/04/14/shirin-neshat-a-mil https://www.dols.it/2025/04/14/shirin-neshat-a-milano-al-pac-con-body-of-evidence/

E’ la prima ampia mostra personale in Italia dell’artista iraniana; che attraverso le sue opere filmiche e fotografiche esplora le rappresentazioni identitarie del femminile e del maschile nella sua cultura.
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