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    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»Attualità»Giulia Tramontano, quasi una preghiera
    Attualità

    Giulia Tramontano, quasi una preghiera

    Daniela TuscanoBy Daniela Tuscano05/06/2023Updated:17/07/2024Nessun commento2 Mins Read
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    GIULIA
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    di Daniela Tuscano

    No, davvero non riescono a non colpevolizzare la donna. “Giulia all’appuntamento con l’assassino è andata, e non doveva farlo!” si ode adesso dai pulpiti mediatici.
    L’amante invece (l’omicida la tradiva, anche), è stata più accorta. È rimasta a casa malgrado le raccomandazioni di lui. “Ora sono un uomo libero” le avrebbe detto.
    Aveva appena assassinato la compagna e il figlio che portava in grembo. Il loro figlio.
    Aveva poi cercato di bruciare cadavere. Questa la sua idea di libertà.
    Giulia Tramontano come Lea Garofalo, il bambino come Giuseppe Di Matteo.
    Perché femminicidio e figlicidio sono delitti di mafia. La mafia del suprematismo sessuale, il terrorismo del patriarcato, la radice prima d’ogni violenza e ingiustizia.
    Violenza e ingiustizia che il Magnificat – ricorreva ieri, giorno in cui Giulia è stata ritrovata, la festa della Visitazione di Maria – dichiara sconfitte per sempre con l’arrivo d’un fanciullo amato. Un dio bambino che ripudia i patriarchi, ma che alla calda energia della madre – la corredentrice – non sa rinunciare.
    Potrebbe. Non è forse Dio l’Onnipotente?
    Ma il Dio di Gesù Cristo, il Dio del Magnificat, è onnipotente nella misericordia. Utero di tenerezza.
    Lo è in tutto ciò che il mondo considera debole, insignificante, muliebre. E il mondo, da sempre, appartiene ai patriarchi.
    Per questo il Dio del Magnificat “non è di questo mondo”.
    Giulia, donna, madre, non di questo mondo, non poteva rinunciare alla sua personale Visitazione. Purtroppo dall’altra parte non c’era una Elisabetta, né un altro bimbo che esultava nelle di lei viscere. Non uteri di tenerezza ma egotismo del patriarca. Da cui bisognerebbe guardarsi, lo sappiamo. Ma anche la croce è simbolo d'”imprudenza”. L’imprudenza di chi una possibilità la concede sempre. Di chi si fida, di chi ama.
    Oggi, nell’immondezzaio dove Giulia è stata gettata come un rifiuto, la sua immagine è sormontata dalla sguardo di Maria. Maria ci ha promesso un “tempo femminile” generativo, un tempo della madre senza patriarchi, un tempo che oggi, ancora una volta, dal patriarca è stato vituperato. Ma chi ama nasce ogni volta. Chi ama rivive, e vince il mondo.

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    Daniela Tuscano

    Daniela Tuscano, docente di italiano e storia all'IIS «Enrico De Nicola» di Sesto San Giovanni (MI), esponente di Radfem Nord Italia e del gruppo I-Dee, si occupa di storia delle donne, di arte e scrittura nonché di dialogo interreligioso. Organizza incontri interculturali nelle scuole e presso varie associazioni. È autrice di volumi di prosa e saggistica, tra cui ricordiamo: «Femmine e preti non sono poeti» (con Madre Maria Vittoria Longhitano) e «Maternità surrogata, utero in affitto e gravidanza

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