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    Home»Costume e società»25 maggio: una data per non dimenticare i bambini spariti
    Costume e società

    25 maggio: una data per non dimenticare i bambini spariti

    Marta AjòBy Marta Ajò24/05/2021Updated:24/05/2021Nessun commento4 Mins Read
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    bambini-spariti
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    Il 25 maggio ci richiama al dolore e al dovere.

    Hanno tutti lo stesso sguardo: occhi grandi di chi deve ancora scoprire il mondo. Di chi si affida. Di chi ha paura. Di chi è smarrito.
    Occhi di bambini vivi in quell’attimo, in quel fermo immagine, scomparsi nel nulla. Prima c’erano poi non più.
    Dove finiscono i bambini scomparsi in Italia?  In molti non sono mai stati ritrovati. Non succede nei film, nelle fiction, nei romanzi ma nel nostro mondo, nell’era fantastica della tecnologia, dove le macchine potranno raggiungere tutto ma non loro. I bambini rapiti, scappati o perduti dove sono finiti? Come e dove staranno? Sono soli? Sono vivi o morti? 

    A queste terribili domande siamo chiamati a rispondere e a riflettere su quello che offriamo ai bambini, non solo ai nostri ma a tutti. Noi che siamo preoccupati solo di rendere questo mondo sempre più rispondente ai nostri egoismi, individuali e collettivi, con interventi mirati al nostro benessere di adulti.

    Il 25 maggio, a richiamarci a queste riflessioni, concorre la giornata celebrativa rivolta “ai bambini scomparsi”.
    Una data che s’inserisce nelle oltre 140 giornate dedicate e calendarizzate dalle Nazioni Unite per celebrare e sensibilizzare l’opinione pubblica e i Governi su temi di rilevanza speciale, quale appunto e drammaticamente quello dei piccoli scomparsi.

    Una ricorrenza che, diversamente ad altre che sono diventate celebrazioni e feste contemporaneamente, come ad esempio quella dell’8 marzo (delle donne), si lista a lutto e va a ricongiungersi con quella contro la tratta di esseri umani e quella dedicata all’infanzia.

    In relazione a queste date l’opinione pubblica, non sempre informata, ritrova un elemento di fratellanza, un impegno che non essendo governativo non può che manifestarsi con la partecipazione. Nel modo consentito da spazi sociali, di studio, di cultura a cui un popolo può attingere ed alimentare partecipazione, conoscenza e umanità del sapere.

    La celebrazione del 25 maggio invece scivola in sordina nella coscienza collettiva e, forse, non può che essere così rispetto ad un tema così doloroso.
    I minori scomparsi, che moralmente sono anche i nostri figli, hanno una fascia d’età da 0 anni in su.
    Esseri umani a cui viene sottratto il diritto alla vita, alla crescita, alla speranza senza che abbiano la minima responsabilità personale.
    Fra i tantissimi bambini che non rispondono più all’appello, potremmo citare alcuni nomi che sono arrivati sulle pagine di cronaca, seguiti con apprensione da un’attenzione deviata spesso nella morbosità o nella strumentalità mediatica.
    Forme di attenzione che non rispondono appieno alla necessità di sollecitare e sostenere le forze dell’ordine, le organizzazioni non governative e di volontariato, tutti coloro che operano per la tutela del mondo dell’infanzia.

    Il mondo dei piccoli scomparsi è il mondo di nessuno.
    Di tutti loro di cui si sono perse le tracce, bambini o adolescenti, e che scomparendo sono diventati invisibili.
    Un fenomeno orribile che pure non tutti i Paesi riconoscono come prioritario, pur essendo corresponsabili nel non frenare e punire sufficientemente le cause e gli scellerati che determinano questo fenomeno.
    Perché i minori che scompaiono, siano sottratti da un genitore, rapiti da un malintenzionato o pedofilo, migranti, sfruttati, usati ed abusati non hanno strumenti di difesa ed è la società che deve soccorrerli.
    Storie d’infanzia scomparsa da non dimenticare.

    E il 25 maggio ci richiama al dolore e al dovere.
    Siamo noi che dobbiamo sentire ed accogliere il loro urlo silenzioso di disperazione e di aiuto. Non constatare-accettare, che, nel mondo in cui sono nati, li abbiamo fatti nascere, di molti non si saprà mai più nulla.
    Essi non sono solo bambini ma  persone e come tali vanno protetti e rispettati.

    A loro lo dobbiamo perché la prima volta che hanno aperto gli occhi hanno visto noi, che dovevamo accoglierli e proteggerli.

    25 maggio bambini spariti
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    Marta Ajo
    Marta Ajò
    • Website

    Marta Ajò, scrittrice, giornalista dal 1981 (tessera nr.69160). Fondatrice e direttrice del Portale delle Donne: www.donneierioggiedomani.it (2005/2017). Direttrice responsabile della collana editoriale Donne Ieri Oggi e Domani-KKIEN Publisghing International. Ha scritto: "Viaggio in terza classe", Nilde Iotti, raccontata in "Le italiane", "Un tè al cimitero", "Il trasloco", "La donna nel socialismo Italiano tra cronaca e storia 1892-1978; ha curato “Matera 2019. Gli Stati Generali delle donne sono in movimento”, "Guida ai diritti delle donne immigrate", "Donna, Immigrazione, Lavoro - Il lavoro nel mezzogiorno tra marginalità e risorse", "Donne e Lavoro”. Nel 1997 ha progettato la realizzazione del primo sito web della "Commissione Nazionale per la Parità e le Pari Opportunità" della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il quale è stata Editor/content manager fino al 2004. Dal 2000 al 2003, Project manager e direttrice responsabile del sito www.lantia.it, un portale di informazione cinematografica. Per la sua attività giornalistica e di scrittrice ha vinto diversi premi. Prima di passare al giornalismo è stata: Consigliere circoscrizionale del Comune di Roma, Vice Presidente del Comitato di parità presso il Ministero del Lavoro, Presidente del Comitato di parità presso il Ministero degli Affari Esteri e Consigliere regionale di parità presso l'Ufficio del lavoro della Regione Lazio.

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    Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare barriere e confini, ai cambiamenti, alla PACE.
Protagoniste di una sfida femminile secolare che nessuna guerra potrà negare. Nessun futuro potrà prescinderne.

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La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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