Ascoltiamo il corpo per superare le nostre ansie

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Suggerimenti di Filosofia pratica per affrontare meglio la nostra vita

Mai come nel tempo attuale è importante ascoltare il corpo, concentriamoci sui suoi messaggi e deconcentriamoci dal bombardamento di parole esterne capaci spesso di farci stare male: l’ansia impera e allora….

Ippocrate di Cos, padre della medicina moderna, aveva compreso già nel V secolo a.C. l’importanza dell’influenza della mente sul corpo gettando le basi della moderna Psicosomatica. Facendo un salto e giungendo al XVII secolo incontriamo Renato Cartesio che a detta di molti avrebbe inferto un duro colpo d’arresto a questo progresso con la sua divisione dell’uomo in res cogitans et res extensa. Non credo che il fine di Cartesio fosse quello di creare una separazione tra mente e corpo, ma se così fosse ricordo che il vero filosofo, amando la sapienza-conoscenza, non prende nessuna idea per buona, ma la analizza in modo razionale cercando di salvare ciò che è utile ed eliminando ciò che è dannoso per l’uomo. È sottinteso che per il filosofo le teorie sono suscettibili a cambiamenti. Possiamo quindi asserire che la mente è separata dal corpo quando c’è carenza di “ascolto del corpo”. Il corpo non mente, analizzando i suoi comportamenti possiamo capire meglio i nostri interlocutori. Il mio suggerimento è quello di abbandonarci di più al corpo. Ad esempio per risolvere certi disturbi di tensione muscolare dobbiamo staccarci temporaneamente dalla nostra parte razionale che spesso ne è la causa. Una postura inarcata delle spalle può significare che stiamo trasportando un peso interiore enorme, come in questo anno pandemico: mentre cerchiamo di negarlo a livello razionale il corpo lo afferma.

Proviamo allora a rilassare i nostri muscoli cercando di entrare in contatto col corpo attraverso la respirazione. Mettiamoci in posizione supina sdraiati su di un divano rigido o sul tappeto di casa, mettiamo sotto la schiena nel punto ove si inarca un cuscino in modo che la pancia sia più in alto rispetto al resto del corpo e portiamo le braccia all’indietro. Iniziamo a respirare con regolarità prima con il torace e dopo un po’ con la pancia. Riusciamo bene in entrambi i modi? Che cosa succede? Il nostro corpo sta iniziando a parlare e la mente può iniziare ad ascoltarlo. Questa posizione favorisce l’affiorare dell’istinto che troppo spesso tentiamo di negare e per essere efficace l’esercizio è da farsi in solitudine. Ascoltare il nostro corpo significa liberarsi in parte dai pesi che gravano sulla nostra anima.

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Profilo Autore

Maria Giovanna Farina

Maria Giovanna Farina si è laureata in Filosofia con indirizzo psicologico all’Università Statale di Milano. È filosofa, consulente filosofico, analista della comunicazione, formatrice e autrice di libri per aiutare le persone a risolvere le difficoltà relazionali. Nei suoi saggi e romanzi ha affrontato temi quali l’amore, la musica, la violenza di genere, la filosofia insegnata ai bambini, l’ottimismo, la libertà, la relazione con gli animali da compagnia e col cibo. Pioniera nel campo delle pratiche filosofiche, nel 2001 ha fondato Heuristic Institution dove si è dedicata, in collaborazione con il filosofo Max Bonfanti, anche alla ricerca di metodi e strategie da applicare alla risoluzione delle difficoltà esistenziali attraverso il TFAR (trattamento fenomenologico delle aree relazionali) da loro ideato. È creatrice della rivista on line “L’accento di Socrate”, scrive su varie riviste ed è intervenuta ed interviene in Radio e TV. Ha tenuto incontri e conferenze sulla violenza di genere a scuola e presso associazioni, taluni sponsorizzati da Regione Lombardia e patrocinati da vari Comuni italiani. Con un gruppo di studiosi ha chiesto, ottenendolo, alla Treccani.it di inserire la parola nonviolenza in un’unica forma verbale. Studiosa di relazioni, il suo sito è www.mariagiovannafarina.it

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