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    Home»Costume e società»Cultura»E quindi uscimmo a riveder le stelle
    Cultura

    E quindi uscimmo a riveder le stelle

    DolsBy Dols17/05/2020Updated:17/05/2020Nessun commento4 Mins Read
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    “E quindi uscimmo a riveder le stelle” è un lavoro di scuola nato durante l’emergenza covid, in un tempo  di  distanziamento, di  solitudini e smarrimenti, che scorre lento e faticoso  mentre si cercano strade di  risalita.  

    di Pina Arena

    Nella nuova realtà di una scuola  confinata in una quotidianità meccanica, la sfida è quella di espanderne i confini umanizzandola,  recuperando la dimensione viva e vera dell’anima umana che ora e qui comunica e si esprime solo attraverso schermi, videocamere, microfoni, piattaforme digitali.

     stelle-vedereSfida ancor più alta dal momento che gli interlocutori e le interlocutrici dell’insegnante –oltre-lo -schermo sono   adolescenti , apparentemente distanti e abbioccati nella nuova ruotine da covid,   in realtà  vibranti di inquietudini indefinite  e in attesa di risposte a domande di senso, oggi ancor più assillanti di quelle di sempre:  risaliremo, come si risale, cambieremo,  perché il mondo si ferma all’improvviso, finirà tutto questo, chi ci aiuterà, di chi possiamo fidarci, come sarà il mondo dopo, come saremo dopo ?

    Ed ecco che le parole di Dante danno voce al nostro e al loro  smarrimento. 

    “Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura”: da qui siamo ripartiti, in compagnia del classico assoluto  che ci viene    in aiuto, proprio come Virgilio ha fatto con Dante,  dà  risposte   e senso alle domande, guida,  rimodula emozioni e sentimenti,  indirizza   la ricerca  di noi persone adulte e specialmente  di  quegli adolescenti  inquieti.

    Così, Dante,  exul  immeritus, uomo smarrito che insegue virtute e canoscenza, pellegrino, che pone domande,  cerca risposte, sapiente conoscitore dell’umanità, degli antichi e dei moderni, è diventato  nostro compagno di viaggio e nostra guida in un viaggio di conoscenza, di purificazione e risalita  dall’inferno verso un ancora  inimmaginabile paradiso. E’ cominciato, così,  con lui un viaggio di letture e riletture, conversazioni e riflessioni  dalle quali è nato il nostro    video “italiano”  di terzine  dantesche.

     Con le sue parole, ci siamo ritrovati  insieme, da Catania a Milano, dalla Sicilia alla Lombardia, a raccontare la speranza, la paura, la fuga, il dolore, la perdita, il vuoto, l’errore, il desiderio di risalita, di luce, di rinascita, di abbracci umani, di sguardi puliti, di un mondo nuovo, di amore.

    Partito dalla scuola,      il progetto    è cresciuto ed ha accolto – nel chiuso delle nostre case- altre voci, altri sguardi.

    Oltre le voci di studenti e insegnanti di ogni parte d’Italia, quelle  delle donne e degli uomini in prima fila per la cura dell’umanità. Sono arrivate  così le parole dell’ anestesista e dell’infettivologo che accolgono senza esitazione la mia proposta e rubano tre minuti al loro lavoro in trincea per far sentire che Dante parla di noi, ci mette insieme, ci dà speranza.

    Sono arrivate  anche  le voci degli infermieri del Nord e del Sud: di Francesco, infermiere a Catania, di Elisa, infermiera a Codogno, guarita dal covid e ritornata al lavoro. 

    Le voci dell’uomo sapiente e antico,   Filippo Siciliano -novantanovenne, uomo di scuola e di battaglie culturali, sociali e politiche-  e della piccola Elisa che ci riporta alla luce e al cielo.

      Cinquanta   magnifici interpreti  le cui voci diventano una sola che racconta il comune cammino,  in ascolto  del Poeta italiano che   conduce,  porta oltre, innalza, e può  anche  solo per un attimo,   far    trasumanar e far perdere il peso del confine materiale.  

    Alla forza della trascendenza dell’Arte e dell’Artista  rimanda il cielo azzurro e luminoso che chiude il video:  è il cielo della città polacca di Byalistock,   cresciuta accanto e dentro un bosco: è un cielo vicino e lontano,  che una delle interpreti , Costanza, ci regala per il video perché “siamo tutte e tutti sotto lo stesso cielo”. 

     

    Il nostro lavoro è visibile qui 

    Dante
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    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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