Gli expat bloccati fuori patria – Olanda

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L’articolo di oggi vorrei dedicarlo a come noi expats stiamo affrontando la situazione del Covid-19 lontani della nostra amata Italia, in particolare qui in Olanda, dove vivo.

di Silvia Bergantin stay-at-home

La situazione del Covid-19 ad Amsterdam, non è ancora ben definita.
In questo momento noi expats ci sentiamo un po’ persi e non vediamo delle prese di posizioni dal governo, come invece é accaduto in Italia.

La comunità di Italiani qui in Olanda al momento è molto unita anche se ci sono sempre molte discussioni contrastanti riguardante il virus.
Attualmente abbiamo due gruppi su facebook: “italiani in Olanda”e“Italiani ad Amsterdam” dove ci scambiamo notizie, riflessioni e opinioni riguardante questa situazione.

Molte persone attraverso questi gruppi hanno espresso la volontà di tornare a casa dalla propria famiglia e quindi “scappare” prendendo il primo aereo disponibile, chiamando anche l’ambasciata che ha dovuto organizzare aerei di “rimpatrio” anche per i turisti rimasti bloccati qui. Altre persone dovevano tornare per motivi personali e perché non potevano permettersi di pagare l’affitto (caro) e rimanere qui in questa situazione dopo aver perso il lavoro.
Altre invece, come me, ha deciso di rimanere, ha deciso che non voleva mettere a rischio i propri famigliari, amici e altre persone.
La decisione non e stata facile ma so che è stata quella giusta.
In questo momento vi scrivo aspettando le notizie della serata per sapere di più sui vari provvedimenti che si prenderanno qui in Olanda.

Dopo tante proteste, anche di stati adiacenti come il Belgio, il 15 Marzo abbiamo ricevuto la comunicazione che scuole, ristoranti, pub, palestre e centri di aggregazioni sarebbero stati chiusi, un bel “traguardo” considerando che il primo ministro non avrebbe mai voluto farlo ma, con i casi in aumento è stato inevitabile. Il nostro # nel gruppo di Facebook per questo momento è stato: #celabbiamofatta anche se non siamo ancora totalmente soddisfatti di come viene gestita la situazione, i negozi sono ancora aperti, e le persone si riuniscono come se non stesse accadendo nulla.

Oggi 18 Marzo, l’ultima comunicazione ufficiale ha riportato 2051 casi, un aumento di +346 rispetto a ieri.
In questo momento la maggior parte delle aziende ha chiuso gli uffici ed hanno richiesto di lavorare da casa, il cosiddetto “smart working” o “Working from home” e così stiamo facendo.
Io come altri expats, italiani e non, stiamo cercando di prevenire la situazione italiana e ci siamo messi in auto-isolamento o meglio: “self-isolation” uscendo solo per la spesa ( se non si ordina online) o per motivi urgenti, come andare in farmacia ed evitando luoghi di aggregazione.

Siamo tutti un po’ arrabbiati in questo momento; il comportamento e le misure attuate dell’italia in Olanda, sono state definite stupide; Noi pensiamo che stiano sottovalutando la situazione e se non dovessero fare nulla per prevenire i contagi, arriveremo anche qui ad attuare le stesse misure per il quale loro ci hanno criticato.
Non ci sono controlli e la vita sembra perseguire normalmente.
Sembrerebbe che qui in Olanda si creda nell’immunità di gregge, cosa non accettabile dal punto di vista di un Italiano dove sta vivendo questa situazione di lockdown (chiusura della città) quasi surreale.
Essere qui in Olanda in questo momento non è facile, ogni decisione o discussione politica importante ovviamente è in olandese e per chi come me non lo parla diventa difficile mantenersi aggiornati, devi fare ricerche per trovare i siti in inglese o tradurre su Google dall’inglese all’olandese.
Per fortuna abbiamo anche il nostro giornale italiano online di fiducia dove vengono riportate le notizie olandesi di Amsterdam e non, altrimenti ci sentiremmo persi.

Personalmente sono preoccupata e non nego che vorrei tanto poter tornare a casa con i miei genitori a fargli compagnia ed essergli vicino in questo momento, poter andare io a fare la spesa ed evitare di esporli a qualsiasi rischio.
Ci si sente fermi e impotenti, con la consapevolezza che NON SI PUÒ tornare a casa, non ancora.
Grazie ad internet ti senti meno solo e hai l’idea di poter condividere ( anche se in maniera diversa) questa situazione con i tuoi cari e amici, la tecnologia ci permette di fare video chiamate, chiacchierando su cosa si prepara da mangiare, della situazione nei due paesi diversi, si fanno gli aperitivi “online” e si cerca di mantenere un po’ di positività che sembra a volte, quasi persa.
In questi momenti ti rendi conto di quanto ti manca l’Italia e di come è tutto più difficile senza la tua famiglia vicino.
Tutti noi expats stiamo vedendo la nostra terra distruggersi, e speriamo che tutto questo sia un incubo dove tutti ci sveglieremo un giorno per poter prendere quell’aereo, tornare a casa e riabbracciare la propria famiglia e gli amici come non abbiamo mai fatto.

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Dols

Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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