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    Home»I racconti di dols»Appunti di un cacciatore di mosche di D. Voliani»Appunti di un cacciatore di mosche – capitolo VIII
    Appunti di un cacciatore di mosche di D. Voliani

    Appunti di un cacciatore di mosche – capitolo VIII

    DolsBy Dols02/07/2019Updated:16/07/2019Nessun commento5 Mins Read
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    micio
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    L’altro giorno Deborah, mentre passeggiava lungo il fiume Isonzo, ha visto un ranocchio.

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    Mi ha raccontato che saltellava allegramente e sembrava non avesse paura di avvicinarsi a lei.

    Un pensiero mi ha sfiorato all’istante. Vi immaginate se lo avesse baciato come ha fatto con me?

    C’era il rischio che si trasformasse in un principe.

    Conoscendola, non mi sarei stupito nemmeno se avesse portato a casa quell’animaletto, attratta com’è dalle creature indifese. Sarebbe stato bello conoscerlo. Un ranocchio vero l’ho visto solo in TV. Sicuramente ci sarei andato d’accordo.

    Pensate che bel trio: il pirata, il principe ed io. Avremo potuto vivere mille esperienze insieme… e qui parte la storia.

    Sono il maghetto Harry Potter.

    Vedo la scena. Ciak si gira.

    Sto sorvolando il giardino a cavallo della mia scopa. Intravedo il mio amico pirata all’interno del garage alle prese con bottigliette e fiale di vetro. Mi sembra che contengano del liquido colorato di verde.

    Sono curioso di sapere cosa cavolo sta combinando. Mi avvicino.

    Posteggio la scopa davanti alla porta e rimango ad osservarlo in attesa che sia lui a parlare per primo.

    “Ciao Harry, arrivi giusto in tempo”. Mi strizza l’occhio in segno di saluto, e avendocene uno solo, per lui in quell’attimo è buio pesto. Si distrae. Improvvisamente si sprigiona del fumo. Tossisce e fatica quasi a parlare.

    “In tempo per cosa? Non ne avrai combinata una delle tue?”.

    “Ho seguito le istruzioni dal manuale e …. “ , ma non finisce la frase.

    Entrambi veniamo distratti da un rumore insolito proveniente dal mobile in legno che contiene gli attrezzi da giardinaggio.

    “Che cosa mi stai nascondendo?”.

    “Niente! Va tutto bene, ritornerà come prima, vedrai … “.

    “Che cosa ritornerà come prima?”. Comincio a sudare per l’ansia e gli faccio segno di aprire l’anta dell’armadio.

    Dentro una cesta di vimini un ranocchio sta timidamente facendo capolino.

    “E questo chi sarebbe?”. Odio fare domande quando temo le risposte.

    “Ti presento Giuliano … “ e ride. Si sganascia dalle risate e mi lascia ad osservarlo, mentre dentro di me mi chiedo se sia in grado o no di rendersi conto dello spavento che mi fa prendere ogni volta che gioca a fare il mago.

    “Vedi Harry, tu mi dici sempre di usare il potere a fin di bene. Ebbene ho seguito il tuo consiglio”.

    Vuoi vedere che adesso è colpa mia?, penso.

    “Come hai fatto a ridurlo così?”.

    “Allora, ti racconto. Giuliano stava lavorando in giardino ed io ho avuto compassione per lui perché era molto stanco. Ho pensato che se gli avessi aumentato la forza fisica trasformandolo nell’incredibile HULK, gli avrei risparmiato un po’ di fatica”.

    “Ti prego non aggiungere altro … “. Questa volta ha superato se stesso.

    “Che ho fatto di male? il colore l’ho indovinato. Verde, è verde!”, e ride. Questo è tutto matto, penso.

    “Sai che non posso aiutarti. Dovrai trovare tu la soluzione, se l’incantesimo lo hai fatto tu”.

    “Pensavo che tu potessi … “.

    “No, arrangiati”. Sto veramente perdendo la pazienza.

    “Ma nel manuale dei maghi c’e’ scritto che un incantesimo può essere tolto anche con una intuizione geniale e pensavo … “. Siamo a posto. Se sono questi i suoi pensieri, figuriamoci le intuizioni. Mi conviene scappare o mi trasformerà in una mucca.

    “Dai non fare quella faccia ed ascolta la mia geniale intuizione … “.

    “Parla”, gli dico. Mi accorgo che non ho alternative.

    “Mi presti Deborah per un secondo?”.

    “Cosa c’entra Deborah in questa storia? Non ti lascerò trasformarla in una rana”.

    “Ma come, non hai capito? In che cosa si distingue Deborah? Non dici sempre che è la persona più baciosa che esista al mondo?”.

    “Geniale!!! Hai superato il maestro, pirata “, sono senza parole. ”Vuoi che dica a Deborah di baciare il rospo e così ritornerà ad essere Giuliano, cioè il suo principe?”.

    “Esatto!”, risponde orgoglioso.

    E Deborah, quasi per magia, si materializza davanti a noi, pronta a svolgere la sua missione.

    Si avvicina al rospo e lo bacia. Attenzione, non succede niente.

    Di colpo Giuliano compare alle sue spalle. “Ma cosa fai tesoro, ora baci anche i rospi?”.

    “Ma che schifo, credevo fossi tu”, risponde mentre si pulisce le labbra con un fazzolettino di carta.

    Siamo tutti esterrefatti. Ma allora il rospo chi è?

    “Salve, mi presento. Sono Sir Leopold e mi sono insediato qua con l’inganno. Ho sempre saputo di essere un nobile e allora speravo che un bacio di Deborah mi avrebbe potuto trasformare in un principe”.

    “Siete un impostore”, (non mi chiedete come mai gli do del voi, ma mi sembra una scena anni trenta) e continuo “avete ingannato il mio amico pirata e avete costretto una donzella a baciarvi”.

    “Lo so e chiedo umilmente scusa, tolgo subito il disturbo”, fa per andarsene ma Deborah lo ferma.

    “Non ve ne andate, vi prego. Siete perdonato. Potete rimanere, se volete. C’è posto per tutti”.

    Come volevasi dimostrare.

    Casa nostra come l’Arca di Noè ed io ho scoperto di essere molto geloso di Deborah, ed anche dei suoi baci.

    continua

    debora-volianiDeborah Voliani –  49 anni. Assistente sociale. Mi occupo di prevenzione solitudine e promozione socialita a  favore degli anziani a Trieste presso Televita s.p.a. Sposata. Vivo a Monfalcone. Sono livornese d.o.c. .Toscanaccia nel sangue. Ho un gatto persiano che si chiama Nemo. Scrivo racconti e poesie. Ho scritto con mio marito un romanzo giallo Male minore ambientato a Livorno e pubblicato da Manidistrega nel 2010. Amo la vita e gli animali

    mosche ranocchio
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