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    Home»Costume e società»Cultura»Donne e musica»La personificazione della “Musica” è donna
    Donne e musica

    La personificazione della “Musica” è donna

    DolsBy Dols27/09/2018Updated:27/09/2018Nessun commento5 Mins Read
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    Klimt-Musik-donna
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    La Musica è donna e non può esser che tale,  musa ispiratrice nella sua funzione psicagogica classica, in cui la parola poetica è intimamente connessa a quella recitata e cantata, in un intreccio tra etica ed estetica.

    di Francesca Bonaita

    Io la Musica son, ch’ai dolci accenti so far tranquillo ogni turbato core.

    Meravigliosa, avvolta da un manto di luce, fa il suo ingresso misterioso, nella Sala degli Specchi di Palazzo Ducale a Mantova, niente di meno che la Musica. E’ l’imbrunire di un tardo pomeriggio, addì 24 Febbraio 1607. Alla rigidità dell’inverno mantovano, tra le fitte nebbie dei canali e delle acque che bagnano tutto il contado, tanto da far apparire la città fortificata come una suadente “Vinegia picolina”, si contrappongono gli echi degli schiamazzi festosi e le colorate risa degli ospiti, qui giunti per celebrare il Carnevale.

    Una volta all’anno, felicità e spensieratezza son sovrani, seppur fugaci.

    domusdonna-musicaDinanzi alla figura della Musica, turbata dal suo canto dolcissimo che non ha eguali, si assiepa la ristretta cerchia degli ospiti di una delle corti più famose d’Europa, tanto piccola, quanto raffinata e colta, da sempre dedita all’arte e alla committenza, oltre che all’allevamento di cani e destrieri di razza, immortalati nel loro aitante fulgore, circa ottant’anni prima, dall’estro del pittore Giulio Romano, amato allievo di Raffaello. E’ l’Accademia degli Invaghiti che intende allestire una “Favola in Musica”, grazie alla stesura di un testo affidato a uno dei suoi adepti, poeta e al tempo stesso funzionario di corte, il conte Alessandro Striggio, figlio dell’omonimo madrigalista: è una recita teatrale ambientata nel tipico scenario del genere pastorale, composizione assai nuova e  “tutta cantata”. La musica invece è opera di quel genio al servizio del ducato, il cremonese Claudio Monteverdi. Nella messa in scena, sotto la protezione del principe ereditario Francesco Gonzaga, si vogliono includere, in una sorta di opera d’arte totale, così cara all’antico, alcuni inserti di danze all’interno delle scene corali, sull’onda del successo degli spettacoli che, da qualche anno, allettano l’esigente pubblico della corte fiorentina. Tant’è, che alcuni dei cantanti di maggior lustro, tra cui la stella canora Giovan Gualberto Magli, sottoposto come molti a quell’atroce consuetudine della pratica dell’evirazione per rendere femminile il timbro e l’estensione della voce, sono cortesemente “prestati” per l’occasione dai Medici, presso cui operano, agli stessi Gonzaga, imparentati ai primi grazie a unioni matrimoniali regie. Ed è proprio il celeberrimo Magli – sono lontani ancora i tempi in cui sarà concesso alle donne il liberamente cantare –  vestendo i panni della più dolce tra le fanciulle, che incede lentamente, preceduto da una Toccata per soli strumenti, e dando avvio al primo vero e compiuto esempio di melodramma italiano. Data memorabile, Mantova, 1607.

    Orfeo_libretto_prologueLa Musica è donna e non può esser che tale,  musa ispiratrice nella sua funzione psicagogica classica, in cui la parola poetica è intimamente connessa a quella recitata e cantata, in un intreccio tra etica ed estetica. Con in mano una cetra d’oro, con cui lusinga l’oreccho mortale elevandone metafisicamente l’animo, la Musica si presenta e si rivolge agli astanti, riuniti in una sorta di mistico  simposio, a cui partecipano pochi e selezionati prescelti, in grado di cogliere l’essenza più profonda delle cose. La fanciulla rammenta loro, quale prima cosa, il luogo da cui ella proviene, la vallata del Permesso, quel fiume della Beozia che ha sorgente presso il monte Elicona, sacro alle Muse. Dopo una sorta di dedica encomiastica agli “incliti eroi e al sangue gentil de’ regi” della corte, committenti e destinatari dell’opera, la Musica parla finalmente di sé,

    Io la Musica son, ch’ai dolci accenti

    so far tranquillo ogni turbato core,

    ed or di nobil ira e or d’amore

    poss’infiammar le più gelate menti.

    alludendo a una vera e propria “teoria degli affetti”, già esplicitata nell’antica Grecia e codificata in età rinascimentale e barocca, secondo cui s’instaura una corrispondenza codificabile tra affetti o sentimenti differenti testuali, suscitabili e suscitati, e l’utilizzo di particolari forme e figure musicali. La Musica, per mano d’uomo, è una figura femminile che si presenta quale custode di un potere sovrannaturale e divino, in grado di rasserenare ogni turbamento emotivo, di far scaturire sentimenti forti e contrapposti, ora accidiosi, ora d’amore, di indurre, anche nella mente più gelata, la fiamma di sentimenti mirabili, accesi e dirompenti.

    E di chi altro vuole parlare la Musica, mettendo in scena una sua “figura” mortale, in una specie di rappresentazione metaletteraria, se non della favola del musico per eccellenza, quell’Orfeo che è, per antonomasia, il simbolo del potere suasorio della musica su tutto il creato? Di virgiliana e ovidiana memoria, seduto nei boschi di Tracia, Orfeo intona un canto che attira a sè piante, pietre e animali, fiere che si ammansiscono, uccelli improvvisamente silenti che partecipano al miracolo della musica in un “fermati attimo, sei bello”, tanto da muovere a compassione persino le divinità infernali e ottenere il permesso di riportare con sé l’amata Euridice al di fuori dell’Ade, ridando vita all’unione coniugale scissa dalla morte improvvisa della giovane sposa.

    Quinci a dirvi d’Orfeo desio mi sprona,

    d’Orfeo che trasse al suo cantar le fere

    e servo fe’ Inferno a’ sue preghiere,

    …

    Ed è proprio secondo il principio della Varietas dei sentimenti e della perfetta varietà nella simmetria, di pura ascendenza classica, che la Musica può alternare, proprio come Orfeo,  canti ora lieti, ora mesti. E, come Orfeo, anch’ella chiede alla natura di fermarsi in un attimo sospeso, in cui non si muova uccellino, non si oda nessun rivo lontano e ogni alito di vento si plachi.

    Or, mentre i canti alterno or lieti or mesti,

    non si mova augellin fra queste piante,

    né s’oda in queste rive onda sonante,

    ed ogni auretta in suo cammin s’arresti.

    La storia, sta per cominiciare. Sipario, musica.

     

    ————–

    Per saperne di più

    https://it.wikipedia.org/wiki/L%27Orfeo

    http://riviste.paviauniversitypress.it/index.php/phi/article/viewFile/738/769

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    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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    torre.caterinadella

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    Storia di Kechic una sartoria e un marchio di abbi Storia di Kechic una sartoria e un marchio di abbigliamento italo africano. Nasce dall’incontro tra Valeria Zanoni e Cheikh Diattara Lui senegalese e sarto, lei italiana ed esperta di comunicazione. Prende origine da questa amicizia, dalla voglia di creare qualcosa di bello insieme e di condividerlo.

https://www.dols.it/2025/05/09/amici-di-ago-e-filo/
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L’8 maggio si è inaugurata al Museo di Arte Occidentale e Orientale la mostra di Анна Голубовская (Anna Golubovskaja dal titolo Punti di attrazione (2022-2025).

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Ti sei divertita con “I nomi da Indiani”? Hai creato la tua tribù e inventato la leggenda sull’origine del tuo nome? Per costruire il tuo nome sei ricorsa a ciò che dicono gli altri per identificarti quando non ti conoscono se non superficialmente. Hai usato le similitudini che vengono in mente pensando a te.

Ora fai un passo avanti e segui i suggerimenti per una nuova scrittura “metaforica”!
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Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
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A trionfare sono state le donne: 7 David a Vermiglio di Maura Delpero mentre L’arte della gioia di Valeria Golino e Gloria! di Margherita Vicario hanno conquistato 3 premi a testa
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E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
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C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
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Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
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    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
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    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

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Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
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