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    Home»Pari opportunità»Parità di genere»Stereotipi & Co»LA RAGAZZA DELL’EST
    Stereotipi & Co

    LA RAGAZZA DELL’EST

    Stefi Pastori GlossBy Stefi Pastori Gloss23/02/2018Nessun commento2 Mins Read
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    Lei era il prototipo de “l’altra”, alta, slanciata e bionda dai capelli lunghi e lisci.

    Si abbigliava per questo in modo non appariscente, mai la minigonna, sempre gonne al ginocchio, in colore coordinato al maglioncino o alla camicetta o al cappottino. Concedeva ad un solo piccolo gioiello di adornarla. Tuttavia, amava sottolineare la propria somiglianza allo stereotipo della ragazza dell’Est, pur essendo italiana da generazioni, pertanto non prescindeva mai dal portare tacchi, anche solo per recarsi dal panettiere sotto casa. Applicava ineluttabilmente ogni mattina il giusto make-up al viso, anche se avesse dovuto esclusivamente recarsi al mercato rionale.

    Non sorrideva mai. Permetteva al suo volto di essere illuminato nient’altro che dalla sua radiosa pelle. Non parlava mai. Lasciava che fosse il suo corpo a parlare. Aveva studiato per quattro anni Filosofia. Aveva capito da tempo che non avrebbe dovuto smentire l’immagine che dava di sé.

    Le ragazze dell’Est hanno fama di essere compite, ubbidienti, brave cuoche, brave bimbe, sempre curate, sempre gentili, sempre sottomesse, brave a letto. Amanti ideali, insomma, da contrapporre alle noie delle mogli ufficiali. Lei sapeva di essere desiderata dagli uomini italiani, ma in cuor suo sentiva che questo tipo di considerazione sviliva la donna in generale. Una sua coinquilina, invece bielorussa, era mora, scura di carnagione, occhi profondi e neri, sorridente a trentadue denti, acqua e sapone, formosa, lo stereotipo della donna latina, laureata in Fisica. Lei latina, ma dalle apparenze nordiche, l’amica nordica ma dalle apparenze latine. Il contraltare l’una dell’altra. Sebbene apparissero portate ai matrimoni facili, erano donne dai gusti difficili.

    Snobbavano le amiche russe svuotatrici di portafogli italiani, perché ambivano all’autonomia economica, evitavano i locali milanesi dove si recavano le ragazze dell’est in caccia di signorotti abbienti e soli, facevano l’amore libere e felici. Entrambe sostenevano che il matrimonio fosse la tomba dell’amore, erano singles, ma senza ragnatele, e fiere di esserlo. Un dì, l’amica bielorussa si ritrovò innamorata di un docente di matematica italiano, bruttino, nerd al punto giusto, tanto benestante di famiglia da possedere una villa sua personale in Brianza. La “nostrana ragazza dell’est” pensò: l’amore è cieco, ma non così tanto, persino per una fisica bielorussa.

    Foto: fonte 1,  http://1.bp.blogspot.com/-mjbW_qXSwGo/VLet_AXXJpI/AAAAAAAAjpI/g15-UpqV4CE/s1600/rocio-munoz-morales1.jpg fonte 2, https://cdn.icasting.it/public/event/51/34/01/1321e_bddb.jpg?c=89bf

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    Stefi Pastori Gloss
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    “In tempi in cui sono più gli scrittori dei lettori, vedermi portata a cena da sconosciuti leggitori pur di poter acquistare i miei libri al di fuori del caos del Salone del Libro, è una gratificazione enorme che acquieta il karma da #maestrinadellapennarossa, ma che dà anche la misura dello sforzo nel trasformare lo spropositato ego artistico in qualcosa di utile per il prossimo.” Sono le parole con cui si presenta Stefi Pastori Gloss. Ghost writer per chiunque abbia idee, redige un blog di recensioni, il cui nome si ispira a un film di Nanni Moretti, perché lei stessa fu sceneggiatrice. Nei Novanta lo fu anche per Verdone, solo una femminista come lei può scrivere le battute del maschilismo più becero. Forse in reazione all’asettica scrittura da sceneggiatrice, oggi si ritrova a scrivere tra Dante e D’Annunzio. Lettrice selezionatrice di opere prime sotto contratto, giudice arbitra del Torneo IoScrittore, i suoi romanzi, spicilegi poetici o saggi (Bidellume, Fuochi d’artificio, Rinascite Ribelli, Parerga Violenti, L'amore veste collant di carne e altre opere) sono in vendita nelle librerie indie e in privato sui Social. Parlano di tematiche come bullismo, discriminazione di genere, guerra. Prossimi temi: l’amore dall’eterno passato per l’infinito futuro. Un femminicida vi si inframmezza. Hikikomori e tennis. Inorridita dalle critiche a Samantha Cristoforetti, in “L'amore indossa collant di carne”, raccolta di racconti, ha rivolto la sua attenzione al confronto dialettico tra stereotipi, a volte alla base delle discriminazioni tra Donne e Uomini. In Rinascite Ribelli #siamotuttijoker, saggio, ha dato risalto al “Codice Rosso”. In “Parerga Violenti”, spicilegio poetico in forma di vocabolario, propone singole parole nei loro etimo e le analizza nel dettaglio allo scopo di invogliare a lasciare al più presto il proprio picchiatore. In “Bidellume”, romanzo, Gloss veicola il rispetto tra individui in situazione di bullismo. Editi da Brè Edizioni. Insieme al suo partner, presenta le opere in tutta Italia allo scopo di risvegliare le coscienze su questi tristi fenomeni. Da anni si occupa di sensibilizzare circa la violenza sulle donne e, più in generale, di ripristinare la cultura del rispetto tra individui. Sosteniamo la cultura perché renda liberi Tipeee: glossparla YouTube: GLOSS Stefi Pastori - youtube.com/@stefipastorigloss TikTok: #videopiccoli #grandeletteratura #stefipastorigloss Instagram: #stefipastorigloss #ilibriscrivonoilibri #bidellume #rinasciteribelli Blogspot: leggolibrifacciocose poetryreadingandtheotherside 2non2

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