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    Dol's Magazine
    Home»Donna e lavoro»Quali parole comunicano la tua immagine?
    Donna e lavoro

    Quali parole comunicano la tua immagine?

    Giovanna VitaccaBy Giovanna Vitacca06/11/20171 commento6 Mins Read
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    Bastano solo 3 parole per definire la vostra immagine.

     

    Spesso mi sentite dire o leggete nei miei articoli le parole ‘bisogna armonizzare forma e sostanza’.

    Cosa voglio dire con questa affermazione?

    Così decontestualizzata infatti apre a infinite considerazioni e riflessioni.

    Io restringo il campo e declino questo concetto al tema del Personal Branding e quindi alla gestione coerente della propria immagine, ovvero all’insieme di contenuti e visual (foto, video, etc).

    Spesso ho sottolineato come la nostra immagine, declinata sul fronte ‘look’, debba essere allineata alla nostra personalità, allo stile personale perché possa rappresentarci davvero e esprimere la nostra vera Identità.

    Come Consulente di Immagine ho evidenziato quale dovrebbe essere il percorso da intraprendere per raggiungere questo obiettivo.

    MA NON BASTA LA FOTO PERFETTA, CHE IMMORTALA LA NOSTRA ESTERIORITÀ, PER DIRE AL MONDO CHI SIAMO.

    La foto consente alle persone di farsi un’idea, di formulare una prima impressione (buona o cattiva che sia…) ma fondamentale è che il nostro ritratto sia in armonia con chi sosteniamo di essere.

    Ed ecco perché si deve prestare molta attenzione anche ai contenuti.

    Quando lavoriamo alla pubblicazione del nostro sito, scriviamo articoli per il nostro blog, pubblichiamo dei post sui nostri profili social, non dobbiamo mai dimenticarci che anche le parole e il tono che utilizziamo dicono molto di noi e non c’è niente di peggio che generare dissonanza tra testo e immagini.

    Crea disorientamento, confusione, ma soprattutto delusione nell’interlocutore che immediatamente vi percepisce come poco credibili.

    Nei miei workshop in azienda faccio sempre due esempi molto semplici.

    Pensiamo a LinkedIn.

    Immaginiamo il profilo di un Amministratore Delegato che ha un curriculum e una carriera lodevole.

    Il valore di questo ‘contenuto’ può essere vanificato se la foto del profilo lo ritrae vestito di tutto punto, ma nel giorno del suo matrimonio, 20 anni fa.

    Viceversa, capita di vedere foto perfette di profili che si riferiscono a figure professionali meno corpose, ad esempio un addetto al call center.

    Qui non ne faccio una questione di ruoli. Ogni lavoro ha la sua dignità e necessita di competenze precise.

    Sto semplicemente puntando il dito sulla coerenza tra immagine e contenuto.

    Altro esempio, Facebook.

    Un manager di un Brand che sostiene la tutela degli animali rilascia interviste su questi argomenti che vengono pubblicate sul profilo pubblico dell’azienda.

    Poi sul suo profilo privato posta una foto con la moglie che indossa una pelliccia di visone.

    Anche in questo caso non c’è allineamento.

    Sembrano esempi estremi, ma vi assicuro che sono casi reali perché il rischio di fare questi scivoloni è molto più frequente e imprevisto di quanto si immagini.

    Il contenuto quindi va pesato, lavorato, generato in modo intelligente. E uso volutamente la parola intelligente perché è sinonimo di qualcosa che è innanzitutto pensato e non buttato a caso nel mare del web. Qualcuno ci leggerà sempre e questo qualcuno si farà un’idea di noi e inevitabilmente ci giudicherà.

    Chissenefrega…dirà qualcuno di voi.

    Vero.

    Ma se con il web ci lavorate o semplicemente sul web promuovete la vostra professionalità, allora mi spiace ma non si può ignorare la questione delle parole chiave.

    Il che non significa essere falsi, costruiti. Non ci deve essere un copy che scrive per noi o un suggeritore che sussurra le battute da recitare.

    Si deve essere autentici, ma questa verità non deve essere l’alibi per non porre attenzione a come ci si esprime, a come ci si relaziona.

    E tutto questo alla fine attiene alla buona educazione, per esempio quando si commenta sui social, alla proprietà di linguaggio, perché scrivere in modo corretto è la base, alla consistenza di quanto si pubblica, che si tratti del nostro CV su LinkedIn o al racconto di come abbiamo trascorso il nostro fine settimana.

    LE PAROLE SONO IMPORTANTI ED È PER QUESTO CHE QUANDO VENGONO UTILIZZATE BISOGNA FARLO CON CONSAPEVOLEZZA.

    Non a caso ad esempio – entrando nel dettaglio – si parla di copy SEO. Scrivere i testi di un sito, un articolo di un blog, un post usando le corrette key words aiuta l’indicizzazione e quindi amplia la visibilità.

    Ecco immaginate di dover lavorare all’indicizzazione della nostra professionalità o attività.

    QUALI SONO LE PAROLE CHIAVE CHE MEGLIO CI RAPPRESENTANO?

    Individuare le parole giuste può avere un grande potere sulla propria immagine.

    A questo proposito esploriamo il concetto di bias di conferma.

    La bias di conferma è la tendenza ad accettare prove che confermano le nostre convinzioni e rifiutano le prove che le contraddicono.

    Quando si incontra qualcuno per la prima volta e gli diciamo che lavoro facciamo, inevitabilmente guarderà il nostro aspetto, il nostro comportamento e il modo in cui stiamo comunicando per vedere se corrisponde al mondo a cui diciamo di appartenere.

    Se siamo coerenti avremo conquistato la sua attenzione e ci percepirà come persone credibili, viceversa sarà molto difficile far cambiare l’impressione che si è fatto di noi perché i segnali che abbiamo dato sono contraddittori.

    Ogni ambito professionale ha delle parole chiave legate al settore di riferimento e nell’immaginario comune un professionista che lavora in uno specifico campo deve corrispondere a degli aggettivi che lo caratterizzano e lo identificano (non parlo volutamente di stereotipi perché è un concetto molto forte, ma per alcune professioni è proprio così!).

    Se si pensa a un medico la prima parola che ci viene in mente è affidabile. Un avvocato sarà un bravo oratore, un ragioniere sarà preciso.

    Ipotizziamo di aver incontrato una di queste professionalità per la prima volta e nel caso del ragioniere ci si presenta una persona in disordine, vestita male, con le scarpe usurate.

    Che opinione ci facciamo di lui? Gli affideremmo la nostra contabilità?

    Se questo ragioniere ha promosso la sua attività sul web e le sue parole chiave sono state ‘precisione, cura, attenzione al dettaglio’ capite bene che c’è qualcosa che non va.

    Ha sbagliato parole chiave o meglio sono giuste se legate allo stereotipo, ma certamente non riferite alla sua persona.

    Se il suo stile è, diciamo, naif forse la sua comunicazione sarebbe stata vincente se avesse usato la parola ‘creativo’ e avesse spiegato che la sua mission è dare ai numeri una connotazione meno fredda e negativa e renderli più familiari.

    Mi viene in mente Piergiorgio Odifreddi a questo proposito.

    Identificare le proprie parole chiave è un viaggio tortuoso, soprattutto perché si deve fare dentro di noi. Conoscersi, scoprirsi, rivelarsi a sé stessi innanzitutto e poi agli altri.

    Per molti è decisamente più istintivo, parlo di persone che hanno già messo a fuoco i propri talenti e potenzialità. Per altri c’è bisogno di una guida esterna che li accompagni in questo percorso.

    Non servono tante parole chiave.

    Ne bastano tre, ma queste poi dovranno essere parte della nostra mission, comunicazione, vita.

    Dovranno intrecciarsi costantemente con la nostra personalità, look, comportamento, modalità di comunicazione.

    Saranno la nostra impronta digitale.

    comunicazione Giovanna Vitacca immagine Personal Branding
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    Giovanna Vitacca
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    Consulente di Immagine e di Comunicazione. Aiuto le persone a sentirsi a proprio agio con se stesse mettendo a fuoco e valorizzando le loro potenzialità perché abbiano successo nella vita e nel lavoro. Dare la corretta forma alla sostanza affinché la loro esteriorità, da come si vestono a come si muovono, da cosa pubblicano online a cosa dicono in una conferenza, non vada in conflitto con tutto quello che è la loro interiorità, la loro essenza. Il risultato non è mai qualcosa di costruito a tavolino, ma un percorso sincero e naturale per mettere a fuoco le potenzialità di ognuno, tirarle fuori e usarle al meglio. Sintonizzo il chi sei con il come ti mostri agli altri, per dare coerenza, forza ed energia alla tua immagine e alla tua comunicazione.

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    1 commento

    1. Carmen on 06/11/2017 19:31

      Sono d’accordo, è difficile far capire ad un cliente l’importanza del copy. la frase più comune: “ci penso io ai testi del sito!” E poi è un banale copia incolla o frasi che non colgono l’essenza del brand.

      Reply
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    Donne di dols

    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Bolle all'arcibmboldi Bolle all'arcibmboldi
    https://www.dols.it/2025/05/14/la-trama-fenicia A https://www.dols.it/2025/05/14/la-trama-fenicia

Aspettiamo con ansia l’imminente uscita del La trama fenicia del mitico texano.

La trama fenicia (The Phoenician Scheme) è il 13* film diretto da Wes Anderson, 56 anni, e da lui scritto con il 60enne Roman Coppola, segnando così la loro sesta collaborazione.
    Rose rosse per me Rose rosse per me
    Storia di Kechic una sartoria e un marchio di abbi Storia di Kechic una sartoria e un marchio di abbigliamento italo africano. Nasce dall’incontro tra Valeria Zanoni e Cheikh Diattara Lui senegalese e sarto, lei italiana ed esperta di comunicazione. Prende origine da questa amicizia, dalla voglia di creare qualcosa di bello insieme e di condividerlo.

https://www.dols.it/2025/05/09/amici-di-ago-e-filo/
    di Eugenio Alberti Schatz L’8 maggio si è inau di Eugenio Alberti Schatz

L’8 maggio si è inaugurata al Museo di Arte Occidentale e Orientale la mostra di Анна Голубовская (Anna Golubovskaja dal titolo Punti di attrazione (2022-2025).

https://www.dols.it/2025/05/11/punti-di-attrazione-di-anna-golubovskaja/
    Dicono di TE …. Ti sei divertita con “I nomi Dicono di TE ….

Ti sei divertita con “I nomi da Indiani”? Hai creato la tua tribù e inventato la leggenda sull’origine del tuo nome? Per costruire il tuo nome sei ricorsa a ciò che dicono gli altri per identificarti quando non ti conoscono se non superficialmente. Hai usato le similitudini che vengono in mente pensando a te.

Ora fai un passo avanti e segui i suggerimenti per una nuova scrittura “metaforica”!
https://www.dols.it/2025/05/12/te-metaforico/
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    Rose di maggio Rose di maggio
    https://www.dols.it/2025/05/09/sara-chiara-sophie- https://www.dols.it/2025/05/09/sara-chiara-sophie-e-le-altre-lallarme-atti-persecutori/

Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
    https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello- https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello-2025-e-femmina/

A trionfare sono state le donne: 7 David a Vermiglio di Maura Delpero mentre L’arte della gioia di Valeria Golino e Gloria! di Margherita Vicario hanno conquistato 3 premi a testa
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E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
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C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
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Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
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Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
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    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
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    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

https://www.dols.it/2025/05/04/la-statuaria-torinese-una-disputa-femminista/
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    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
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