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      Punti di attrazione di Anna Golubovskaja

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    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»Cultura»La figlia femmina
    Cultura

    La figlia femmina

    Chiara SantoianniBy Chiara Santoianni01/06/2017Updated:15/12/2018Nessun commento5 Mins Read
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    Anna Giurickovic DatoCon tre ristampe nel primo mese di uscita in libreria, articoli sui più importanti quotidiani e un editore, Fazi, che ha in catalogo titoli come 100 colpi di spazzola e Stoner, il nuovo romanzo di Anna Giurickovic Dato, catanese di origine e romana di adozione, ha tutti i numeri per diventare un successo. Soprattutto perché La figlia femmina è un romanzo scritto con maestria, che ti prende dalla prima all’ultima pagina e tratta con naturalezza un tema “contro natura”.

    La tua prosa è stata paragonata a quella di Nabokov e di Moravia. Il riferimento ai grandi scrittori è un peso, o uno stimolo a dare sempre di più? Quanto hanno contato, nella tua scrittura, i modelli letterari?

    Nabokov e Moravia sono dei maestri assoluti, io un’apprendista. Per La figlia femmina ho lavorato molto su Lolita e su Gli indifferenti. Non solo questi modelli hanno contato molto, ma sono stati necessari per la costruzione del mio personaggio. Prima di scrivere ho bisogno di leggere tantissimo, è la benzina senza cui la penna non va avanti.

    Il tuo libro narra, in primo luogo, la storia del rapporto tra una madre e una figlia. E, per il tuo esordio letterario con Fazi, hai scelto di unire al tuo cognome quello materno. Quanto è importante, per te, la complicità tra madre e figlia e, in genere, la solidarietà tra donne?

    Il rapporto tra madre e figlia è, per eccellenza, il rapporto più complicato, forte e sofferto. Tutte passiamo quegli anni di identificazione, seguiti dagli anni di rifiuto fino a riavvicinarci al modello materno con la consapevolezza e la serenità di chi ha saputo staccarsi e tornare. Di complicità con mia madre ne ho avuta poca durante l’adolescenza; oggi, forse, abbiamo trovato una comunicazione migliore. Anche la solidarietà tra donne, di cui oggi faccio bandiera, è qualcosa che ho dovuto imparare: superare l’emulazione, l’invidia, la competizione, la misurazione, l’antagonismo, la gelosia per scoprire una dimensione dove non è l’uomo il riferimento e la donna la minaccia. La donna è per me oggi il porto sicuro, la sorella e l’amica.

    Hai deciso di trattare un tema “disturbante” (come lo definisce Simonetta Agnello Horby sulla copertina): quello degli abusi sui minori all’interno delle mura domestiche. In questa scelta hanno avuto un ruolo i tuoi studi di Giurisprudenza? Sei in contatto con qualche associazione antiviolenza?

    I miei studi hanno avuto un ruolo, ma minore rispetto alle mie passioni: la criminologia, la psicoanalisi. Il mio non è, tuttavia, un libro ‘sociale’. Nasce da ispirazioni di natura puramente narrativa, se riesce trasversalmente ad avere un impatto sociale posso ritenermi più che soddisfatta. Ho avuto contatti con associazioni antiviolenza, soprattutto in fase di stesura per raccogliere testimonianze.

    La figlia femmina - Fazi EditoreMaria, la ragazzina protagonista del tuo romanzo, manifesta il trauma dell’abuso attraverso i disegni, l’insonnia, l’allontanamento da scuola, amici e famiglia. Cosa consiglieresti a un’adolescente nella sua situazione?

    La denuncia in primis, cercare l’aiuto degli specialisti, non credere in una propria colpa, non provare vergogna, ma trovare il coraggio di affrontare il trauma.

    Ritornando alla copertina de La figlia femmina, so che ha una storia…

    È un quadro di Balthus, pittore visionario e ‘scandaloso’, che fu più volte accusato di pedofilia e pornografia a causa dei suoi molti quadri raffiguranti adolescenti sensuali e poco vestite.

    La famiglia di Maria vive a Rabat; dopo la morte del padre, si trasferirà a Roma, che è la tua città. Cosa ti ha spinto ad ambientare in Marocco la prima parte della narrazione?

    Il Marocco è un regalo: la mia migliore amica che, come me, si è trasferita a Roma da bambina, prima viveva a Rabat. Rabat è anche spezie, colori, bottegai incantevoli, digiuno e festeggiamenti pieni di folklore. L’ambiente caldo e variopinto dove ambientare una storia terribile, smorzandone per contrasto i suoi toni più neri.

    Il tuo romanzo mostra una maturità emotiva e stilistica non comune alla tua giovane età. Recentemente, hai affermato che “chiunque dovrebbe fare una psicoterapia”. Il tuo cammino personale in tal senso e le tue letture nel campo della psicanalisi hanno influito, in qualche modo, sul tuo percorso letterario?

    Certamente sì: la mia esperienza letteraria è il frutto delle mie letture psico-orientate. Io stessa sono stata accompagnata per anni da una psicoanalista e questo ha certamente influito sul mio modo di leggere le persone e gli eventi.

    La figlia femmina al Salone del libro di Torino 2017
    La figlia femmina al Salone del libro di Torino 2017

    Nel 2012, a soli 23 anni, hai ottenuto il primo posto al concorso “Io, Massenzio’” al Festival Internazionale delle Letterature; nel 2013, sei stata finalista al “Premio Chiara Giovani” con il racconto Ogni pezzo di sé. Pensi che i concorsi letterari possano contribuire a spianare la strada agli autori?

    I concorsi letterari, ma solo alcuni e i più importanti, possono certamente attirare l’attenzione degli editori su di sé. Non posso dire che questa sia la mia esperienza, perché sono andata a bussare sulla spalla dell’editore al Salone del libro di Torino nel maggio 2016. Certamente, però, è d’obbligo per chi vuole ricevere feedback, migliorare, raccogliere risposte di lettori e, perché no, di un editore curioso.

    Progetti per il futuro, letterari e non?

    Progetti, tanti: un cartone animato, un nuovo libro su temi diversi ma altrettanto scabrosi, la tesi di dottorato e un lungo periodo all’estero. Forse, anche un film.

    Anna Giurickovic Dato Fazi Editore salone del libro
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    chiara-santoianni
    Chiara Santoianni
    • Website

    Chiara Santoianni, scrittrice, giornalista, counselor e docente, pubblica dal 1984 e ha collaborato a numerosi quotidiani e periodici italiani.È autrice del saggio Popular music e comunicazioni di massa (ESI, 1993); dei manuali Sicurezza informatica a 360° (Edizioni Master, 2003), Come creare un webinar di successo (Amazon, 2022), Manuale pratico di Counseling Sistemico-Relazionale (Amazon, 2024), 101 aforismi e citazioni per diventare il guru di te stesso (Amazon, 2024); del libro per ragazzi Vita spericolata di un giovane internauta (Amazon, 2021, 1a ed. 2012). Ha scritto inoltre il romanzo umoristico Il lavoro più (in)adatto a una donna (Cento Autori, 2011) e i romanzi di chick lit Il diario di Lara (ARPANet, 2009), Provaci ancora, Lara! (ARPANet, 2012) − vincitori delle edizioni 2008 e 2012 del concorso ChickCult −, Cocktail di cuori e Missione a Manhattan (Cento Autori, 2015 e 2016). È autrice e curatrice della raccolta di racconti di chick lit Volevo fare la casalinga (e invece sono una donna in carriera) (Albus 2012) e della collana di Cento Autori "A cuor leggero" (2015).Ha scritto, per la Regione Campania, le guide turistiche: Enogastronomia, Il mare, Scuola in viaggio, Sapori e aromi, Tutto il mondo che vuoi (Electa Napoli, 2004-2006) ed è co-autrice delle guide di viaggio Pacific Coast (Edimar, 1999) e Napoli. Costa e isole (De Agostini, 2002).Suoi racconti sono contenuti nei volumi collettivi Lavoro in corso (Albus Edizioni, 2008), Timing semiserio per un matrimonio quasi perfetto (ARPANet, 2011), Non proprio così (Giulio Perrone, 2011), ManifestAmi (2013).Ha tenuto per anni la rubrica Numerando per la rivista d’informatica “Internet Magazine”. Ha inoltre ideato e realizzato il sito web Chiara’s Angels − finalista al Premio DonnaèWeb e all’Italian eContent Award 2006 − e il blog di recensioni librarie Spazio Autrici. La sua passione, oltre alla scrittura, è la tecnologia in tutte le sue forme. Puoi contattare Chiara Santoianni attraverso il suo sito: https://chiara.chiarasangels.net/.

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https://www.dols.it/2025/05/09/amici-di-ago-e-filo/
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L’8 maggio si è inaugurata al Museo di Arte Occidentale e Orientale la mostra di Анна Голубовская (Anna Golubovskaja dal titolo Punti di attrazione (2022-2025).

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Ti sei divertita con “I nomi da Indiani”? Hai creato la tua tribù e inventato la leggenda sull’origine del tuo nome? Per costruire il tuo nome sei ricorsa a ciò che dicono gli altri per identificarti quando non ti conoscono se non superficialmente. Hai usato le similitudini che vengono in mente pensando a te.

Ora fai un passo avanti e segui i suggerimenti per una nuova scrittura “metaforica”!
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Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
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A trionfare sono state le donne: 7 David a Vermiglio di Maura Delpero mentre L’arte della gioia di Valeria Golino e Gloria! di Margherita Vicario hanno conquistato 3 premi a testa
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E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
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C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
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    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
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    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

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    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
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