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    Dol's Magazine
    Home»Pari opportunità»Parità di genere»La spettatrice»Grande fratello Vip ovvero unimportant person
    La spettatrice

    Grande fratello Vip ovvero unimportant person

    Marta AjòBy Marta Ajò21/09/2016Nessun commento3 Mins Read
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    grande-fratello-vip
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    Grande fratello Vip ovvero soubrette in caduta libera, signore in menopausa evidente, donne che vogliono fare le ragazzine, altre che vogliono apparire oche giulive, giovani e vecchi stalloni ancora in corsa e in competizione, uomini che hanno fatto una dura ed equivoca gavetta per apparire.

    Care donne che vi battete per una cultura di genere, per un’immagine della donna priva di stereotipi arcaici del suo ruolo e del suo corpo, guardate almeno una volta, per cinque minuti se resistete, il programma “Grande Fratello Vip”.
    Si, parliamo proprio di quello spettacolo , assai poco dignitoso, che va in onda su Canale 5 e su cui è stata fatta tanta pubblicità sui media già da mesi.
    Per l’esattezza Vip, vuol dire very important person (persone molto importanti) e ai più distratti di televisione poteva anche suscitare una qualche curiosità, uno stimolo ad aggiornarsi su persone tanto lontane dal nostro banale, faticosissimo quotidiano.
    Ebbene finalmente la realtà s’è svelata e la curiosità è stata accontentata.
    Chi sono questi Vip che hanno popolato, e popoleranno per varie puntate e sere la nostra voglia di rilassamento sacrosanto e serale sulla poltrona di casa?
    Gente di spettacolo, anzi, avanspettacolo.
    Senza fare nomi, essi corrispondono in vari modi a varie tipologie che si possono sintetizzare in poche parole soubrette in caduta libera, signore in menopausa evidente, donne che vogliono fare le ragazzine, altre che vogliono (o forse ci sono) apparire oche giulive, giovani e vecchi stalloni ancora in corsa e in competizione, uomini che hanno fatto una dura ed equivoca gavetta per apparire, insomma questi i prototipi che ci sono stati regalati in prima serata da Canale 5.
    E certo eravamo già abituate/i alle volgarità di un altro program: soubrette in caduta libera, signore in menopausa evidente, donne che vogliono fare le ragazzine, altre che vogliono (o forse ci sono) apparire oche giulive, giovani e vecchi stalloni ancora in corsa e in competizione, uomini che hanno fatto una dura ed equivoca gavetta per apparire, insomma questi i prototipi che ci sono stati regalati in prima serata da Canale 5.
    E certo eravamo già abituate/i alle volgarità di un altro programma “ Ciao Darwin” ma ci dispiace vedere che questa metodologia mediatica, questa volgarità e sottocultura venga riproposta ancora una volta in fasce orarie a cui la maggior parte delle famiglie, i giovani, assistono.
    I dirigenti Mediaset asseriscono che questa è la televisione che piace alla gente. La stampa, di ogni orientamento ha dedicato, il giorno dopo la prima puntata, una parte del proprio prezioso spazio d’informazione al risveglio impietoso senza trucco di una, all’aggressività di un’altra, allo scarso uso della lingua italiana, ai giochi tra generi che possono scatenarsi, con compiacimento godereccio e paternalistico.
    C’è da augurarsi che il pubblico femminile non si adegui tutto a queste regole imposte dalla cattiva cultura.
    Ricordandosi che esse generano le future generazioni, le stesse che avranno bisogno di molti cambiamenti perché non proseguano le difficoltà, l’incapacità di vivere, l’impossibilità al lavoro, che purtroppo vivono oggi sulla loro pelle molti giovani. Che la loro affermazione di cittadini non può passare attraverso scorciatoie, magari utilizzando le proprie doti fisiche anziché sulla propria intelligenza e preparazione.
    E ancora, riflettendo su fatti antichi e recenti, che tutte le donne uccise vengono ammazzate e massacrate da uomini che considerano la donna e il suo corpo un oggetto del desiderio o una proprietà, un’immagine femminile a cui questa cattiva cultura li ha abituati e che, infine, con un colpo di dignità, premano il pulsante del telecomando, ultimo baluardo della propria difesa.

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    Marta Ajo
    Marta Ajò
    • Website

    Marta Ajò, scrittrice, giornalista dal 1981 (tessera nr.69160). Fondatrice e direttrice del Portale delle Donne: www.donneierioggiedomani.it (2005/2017). Direttrice responsabile della collana editoriale Donne Ieri Oggi e Domani-KKIEN Publisghing International. Ha scritto: "Viaggio in terza classe", Nilde Iotti, raccontata in "Le italiane", "Un tè al cimitero", "Il trasloco", "La donna nel socialismo Italiano tra cronaca e storia 1892-1978; ha curato “Matera 2019. Gli Stati Generali delle donne sono in movimento”, "Guida ai diritti delle donne immigrate", "Donna, Immigrazione, Lavoro - Il lavoro nel mezzogiorno tra marginalità e risorse", "Donne e Lavoro”. Nel 1997 ha progettato la realizzazione del primo sito web della "Commissione Nazionale per la Parità e le Pari Opportunità" della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il quale è stata Editor/content manager fino al 2004. Dal 2000 al 2003, Project manager e direttrice responsabile del sito www.lantia.it, un portale di informazione cinematografica. Per la sua attività giornalistica e di scrittrice ha vinto diversi premi. Prima di passare al giornalismo è stata: Consigliere circoscrizionale del Comune di Roma, Vice Presidente del Comitato di parità presso il Ministero del Lavoro, Presidente del Comitato di parità presso il Ministero degli Affari Esteri e Consigliere regionale di parità presso l'Ufficio del lavoro della Regione Lazio.

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    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    La solitudine dei non amati, firmato e diretto dal La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
    https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-n https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-non-amati/

La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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Recensione poetica emozionale di Lezione d’amore. Sinfonia di un incontro.

Spettacolo scritto e diretto da Andrée Ruth Shammah, con Milena Vukotic, Federico De Giacomo e Andrea Soffiantini. Visto al teatro Franco Parenti Maggio 2025.
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