Più disoccupate le donneitaliane ma più imprenditrici
Dalle statistiche di Unioncamere le imprese femminili al 30 giugno 2015 sono oltre 1,3 milioni, una quota pari al 21,6% sul totale delle imprese iscritte nel registro delle Camere di Commercio con una una variazione positiva dello 0,45% rispetto a fine 2014, Fiunalmente un dato positivo la flessione di oltre 100.000 imprese avutasi.
Il settore dove opera la maggior parte delle imprese femminili (65%) è il terziario, all’interno del quale alcuni comparti registrano un tasso di femminilizzazione importante (nelle “agenzie di viaggio, alloggi vacanze, biblioteche e archivi” la presenza femminile è oltre il 40% mentre nell’”assistenza alle persone” è circa il 38%).
Relativamente alla natura giuridica delle imprese femminili, a fine 2014 le ditte individuali occupano il 65% del totale, seguite dalle società di capitale (18,6%), dalle società di persone (13,6%) e da altre forme societarie (2,8%).
Le più “rosa” al su italia sono Molise, Basilicata e Abruzzo occupando le prime tre posizioni per tasso di femminilizzazione (oltre 1 impresa su 4).
Correlazione positiva tra livello di istruzione e imprenditorialità femminile, in particolare nelle prime tre regioni del Sud, dove è anche alto il numero di donne laureate. In tutte le regioni il rapporto fra donne e uomini laureati è superiore a uno.
Già dai dati OCSE 2013 sull’istruzione italiana è risultato che il 62% dei laureati sono donne, le quali hanno raggiunto quote significative anche nelle discipline tradizionalmente considerate maschili come, ad esempio, ingegneria (dove
rappresentano il 40% dei neo ingegneri).
Vi è una maggiore propensione delle donne a proseguire gli studi: oltre il 54% delle donne diplomate nel 2013/2014 ha deciso di iscriversi ad un corso di laurea, contro il 44% degli uomini.
Nonostante ciò, il tasso di disoccupazione femminile è maggiore rispetto a quello maschile e questo potrebbe almeno in parte spiegare come mai in Italia nel 2011 le imprenditrici e lavoratrici autonome rappresentavano il 16% delle donne occupate, a fronte di una media europea del 10%12.
Anche per quanto riguarda le nuove attività imprenditoriali si nota una certa vivacità da parte della popolazione femminile: nel 2013 il 28,6% delle start up è stato avviato da una donna, un dato in crescita rispetto agli anni precedenti. Non solo, a fine 2014 si contavano 398 startup innovative femminili (+50,6% rispetto all’anno precedente) rispetto alle 3.208 in Italia.