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    Home»Salute e benessere»Sessuologia»L’adolescenza: educare al contatto
    Sessuologia

    L’adolescenza: educare al contatto

    MARIA PAOLA SIMEONEBy MARIA PAOLA SIMEONE12/08/2015Updated:04/09/2015Nessun commento6 Mins Read
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    Parlare di sessualità ai ragazzi, è al giorno d’oggi, una scommessa per sostenere una reale vita di relazione basata sul contatto,ove il sesso rappresenta la parte finale.

    Senza neanche conoscere le regole della vita, i ragazzi si sporgono oltre il limite della loro sicurezza nel mondo della comunicazione tra pari, ed acquisiscono, nelle prove di sperimentazione di se stessi, la forza e la consapevolezza di quello che sono capaci di fare, costruendo così le basi per crescere secondo le proprie attitudini.

    In quale contesto arrivano i ragazzi al primo contatto, se non sperimentando modelli già conosciuti?
    Infatti, la prima proposta è quella del modello genitoriale e dello schema relazionale della famiglia di origine; dove le regole sono quelle più profondamente radicate e le sperimentazioni si possono modificare con il solo parametro dell’assenso-diniego dei genitori.

    Un’approccio di vera sperimentazione è nel mondo degli amici, con il rischio relativo di dissenso del gruppo o l’adesione a regole del gioco di squadra.In questa fase si evidenziano, in parte gli schemi di attaccamento e si comprende la sicurezza delle personalità più o meno autonome nella gestione dell’alterità.La famiglia abitua a legami più o meno dipendenti e, con la flessibilità e la copresenza delle figure materna e paterna, si sviluppa l’autonomia della persona.<
    Le relazioni di tenerezza si spostano lentamente in relazioni di acquisizione di forza, quanto più indirizzate a sostegno dell’autonomia e della possibilità di sperimentazione del ragazzo, dentro e fuori la famiglia: la famiglia deve rappresentare un porto di sicuro approdo, piuttosto che un parcheggio di lunga durata.
    Nel confuso contesto di pulsioni ormonali e attrazione verso l’altro, si definisce l’identità di genere, con tutte le graduali espressioni che essa pone in risposta del contesto sociale e dell’acquisizione dell’attrazione sessuale. L’idea che l’identità sessuale sia definita nel genere maschio e femmina, o meglio omo ed eterosessuale nella scelta del partner, impedisce di comprendere la sfumata condizione di espressione della mascolinità e femminilità.
    Infatti, le personalità contengono caratteristiche più o meno maschili e femminili e si esprimono liberamente nel corso della vita, con un illusorio ruolo di fissità, che può realizzare difese e nevrosi nei rapporti con il mondo esterno.
    La vera libertà della persona si definisce nell’acquisizione della possibilità di essere felici e soddisfatti nella conoscenza di se stessi e nel soddisfacimento dei bisogni materiali e spirituali della persona, ma questo un adolescente non può ancora saperlo! Il corpo guida nell’acquisizione di risposte soddisfacenti, che fanno dell’essere umano una persona sempre più equilibrata e sicura.

    La possibilità di comprendere le proprie attitudini e sperimentare il contatto con l’altro, senza una vera sessualità piena, crea, nell’adolescente , la trama sulla quale si consoliderà nell’adulto la vera sessualità consapevole. Le prove di recitazione, sono lo scenario meraviglioso in cui si producono i primi contatti e rassicuranti eventi su cui costruire i rapporti adulti.
    Quale inconscia programmazione, il gruppo è il solido palcoscenico che consente di agire fuori dalla famiglia, e va incoraggiata la proposta di aggregazione in attività che portano alla crescita con i pari, per non creare immobili personalità rigide e solitarie.
    La mancata aggregazione, o la falsa possibilità di entrare in contatto con gli altri del web, porta a surrogare forme di contatto molteplici, ma illusorie, che si ritualizzano in forme sempre più strutturate di solitudine.Infatti le vere nuove dipendenze sono mascherate da un senso di apparente solidarietà e contatto con “amici virtuali”.

    Il web, Facebook, sono magnifici strumenti di espansione, ma spesso riducono la possibilità di sperimentare la vita reale.
    I ragazzi di oggi subiscono i modelli costruiti dalla comunicazione e si identificano in modelli di bellezza e successo, senza conoscere la reale possibilità per conseguire la propria condizione di sviluppo, perchè il mondo della irrealtà incatena a soluzioni di sicuro successo sociale.
    Tra bully e veline, alcuni dei nostri piccoli deboli ragazzi, si perdono in una superficiale visione del corpo , senza realmente conoscersi.
    La sicurezza proviene dalla forza delle emozioni e dalla ricerca dello sballo, piuttosto che dalla sicura affermazione della proprio contatto con l’altro.

    Educare oggi a toccarsi, a sentire l’emozione di un abbraccio, rende sicuri e forma la personalità emozionale, senza i tabù, con la possibilità di eliminare i sensi di colpa e le irrisolte situazioni della vita familiare, che a volte, possono dare tanta insicurezza: il bagaglio del passato può essere trasformato ed evolvere nella certezza del futuro.
    In una società libera da pregiudizi, non si assiste più alla ricerca di una affermazione di ruoli e la falsa costruzione di sicurezze su stereotipi, bensì si può creare la possibilità di sviluppare identità di persone fondate sull’esperienza reale di se stessi, solo se si dà la forza e la possibilità di farlo.

    Parlare di sessualità ai ragazzi, è al giorno d’oggi, una scommessa per sostenere una reale vita di relazione basata sul contatto,ove il sesso rappresenta la parte finale e la naturale forma di espressione di persone che si abituano a stare insieme e a relazionarsi, con solide basi di differenziazione e un ampio ventaglio di possibili sperimentazioni.
    La sicurezza della vita adulta si costruisce nel mondo fluido e generoso della vita dei ragazzi, perchè possono permettersi il lusso di conoscersi fuori dai canali strutturati che il mondo del lavoro e le convenzioni sociali impongono.
    Sperimentare la propria attitudine a mantenere il contatto e la presenza di tante persone in un gruppo, a scuola, arricchisce la flessibilità e la tolleranza; porta a riconoscere la propria emotività e il rischio di non sapersi proporre all’altro diminusce, perchè ogni forma di espressione, nel bene o nel male, è momento di costruzione di sè stessi.

    Quindi, consolidare le attitudini della persona, spinge sempre più a proporsi nel contatto con l’altro. Le fughe e le difese si formeranno nelle personalità insicure e, si definiranno sempre meno solitudini, e più atti di condivisione.
    In fondo , la vera forza dell’aggregazione resta il terreno su cui si formano e si differenziano le identità, e memori di questa meravigliosa attitudine, si proseguirà nella crescita sociale secondo uno schema di solidarietà e di alleanze forti per la realizzazione di grandi obbiettivi.

     

     

    adolescenza contatto
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    MARIA PAOLA SIMEONE

    Maria Paola Simeone - ginecologa, sessuologa, ha creato una proposta di modello organizzativo per un Servizio di sessuologia per la prevenzione della violenza. Lavora presso il Consultorio Familiare nella Asl a Bari; si occupa di: adolescenza, menopausa, problemi di coppia, di identità di genere, di dolore pelvico.  Nelle scuole ha attivato corsi sull’affettività, sulla sessualità, per la consapevolezza nella comunicazione virtuale e per la diagnosi precoce dell'endometriosi. E' docente all'Università IULM al Master sulla Comunicazione in Ginecologia organizzato dall'AOGOI.  E’ membro della FISS (Federazione di sessuologia), dell'EFS (Società Europea di Sessuologia) e dell'ESSM (Società di Sexual Medicine). Partecipa ai convegni internazionali e alla ricerca in ginecologia e sessuologia. Autrice del libro ”l‘intimità perduta, oltre la sessualità alla ricerca dell'eros" Europa edizioni 2014 Nel 2017 nomina quadriennale "Comité d’experts en prévention et en promotion de la santé " Sante Publique -France

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