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    Home»Costume e società»LA FILOSOFIA DEL CLOWN
    Costume e società

    LA FILOSOFIA DEL CLOWN

    ANTONIA CHIARA SCARDICCHIOBy ANTONIA CHIARA SCARDICCHIO22/07/2015Updated:03/10/2015Nessun commento4 Mins Read
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    effimere-clown
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    E’ del diventare adulti la perdita dell’innocenza, della fede nell’umano cieca, senza crepe.

    Le effimere e la fortezza

     

    LA FILOSOFIA DEL CLOWN

    Io conosco uomini e donne che quando torno a casa la sera mi sento di pesare centinaia di chili, tutti chili amari, di una umanità che mi va come un pugno nello stomaco.

    E lo so che li conosciamo tutti: è del diventare adulti la perdita dell’innocenza, della fede nell’umano cieca, senza crepe.

    Però debbo pure urlare che conosco anche uomini e donne che mi hanno cambiato gli occhi e la pesantezza.

    Lo debbo dire che esiste un umano stupefacente, che mi spalanca la bocca come davanti al dolore.

    E’ un umano che mi solleva, sterra e libera.

    Creature originali da cui imparo la donna e l’adulto che voglio essere. Perché l’identità è un progetto e ci costruiamo osservando. Osservando e imitando.

    Io, da cinque anni, ne frequento un po’, di questa specie originale.

    Li trovo pure in un “campo scuola” che da 19 anni si chiama “Allegra… mente” e che afferra da tutta Italia persone leggere e bizzarre, stupefacenti e delicate.

    Quest’anno il tema del campo era la clownerie. Ma una particolare: non quella delle tecniche. Era quella degli occhi. Guardarsi e guardare mentre cadiamo… e lì, proprio lì, non scappare ma restare. E sorridere alla caduta perché dice del nostro mistero.

    Il maestro è stato Robert Mc Neer: ha subito detto che non aveva niente da dare. Che lui era un maestro solo nell’erranza. Un maestro sbagliato, docente dell’arte di sbagliare.

    La gente non è andata via e non ha chiesto il rimborso.

    E dire che tutti, tutti quelli di quell’umano inventario (capi del personale, veterinari, medici, insegnanti, ufficiali dell’esercito, sociologi, bibliotecari, filosofi) ce l’avevamo già questa competenza. Ogni umano ce l’ha. Solo che se la nasconde e la bracca stretta.

    Quel che invece ha fatto lui è stato liberare e lasciar andare: prendere i fili attorcigliatissimi dei nostri pensieri e metterli al sole, come bucato.

    Stesi.

    Prendi i pensieri e falli respirare.

    Io ho ancora molto da imparare per diventare, come lui, finalmente un pagliaccio, di quelli veri, che sanno vivere respirando, non col fiato sospeso in attesa di parole e risposte come chi non sa nuotare e con la punta degli alluci cerca disperatamente un appiglio da toccare. E stendendo i piedi si perde il mare.

    Io ci sto provando a lasciar andare gli alluci. A essere vulnerabile e nobile. A prendere l’inadeguatezza ed a farne non vergogna ma canto. Ma sono un’allieva che ha bisogno di sostegno. Laurea e dottorato non mi sono nient’affatto utili. Anzi.

    Sono un’allieva ritardata. In questa disciplina che è la più importante.

    Che poi: chi è che ce la insegna?

    Dove lo si incontra l’umano per cui vale la pena restare umani?

    Io lo trovo, ogni torrido luglio, con loro: in un posto scalcagnato dove sei sterminato dalle zanzare e pestato dall’afa. Ma dove ogni volta vai via col pieno di bellezza.

    Abbiamo tutti bisogno di dosi di innocenza.

    No, non quella cieca: dico quella dei clown, dei vulnerabili contenti, quelli che hanno conosciuto il dolore eppure non ne hanno fatto il loro dio.

    Ecco la materia che vale la pena studiare: l’innocenza dei caduti che poi anziché rallentare si mettono a correre.

    Sicché oggi vorrei dire grazie a chi in quei giorni di torrido luglio ha avuto verso tutti e verso me raziocinio e fede, quell’anomalo connubio che ogni umano la sera cerca di computare.

    Perchè a credere in Dio non ci vuole mica fatica! La parte più laboriosa è credere negli uomini.

     

    (Ecco, questa volta questa rubrica vi ha raccontato di un prof.re universitario che è andato a fare un corso da clown. Queste cose poco serie e anormali accadono a Bari, grazie a un gruppo di insegnanti e a un dirigente scolastico che ostinatamente non s’arrendono al cospetto dell’amaro umano pesante. Si chiamano da 23 anni “Gruppo Educhiamoci alla Pace” e quando, dopo la loro bizzarra frequentazione, torno a casa la sera… io mi sento leggera. E fiera per l’aver qualcuno a cui impegnarmi d’ assomigliare.).

     

     

    clown filosofia
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    ANTONIA CHIARA SCARDICCHIO

    Antonia Chiara Scardicchio, dal 1998 è formatrice e studiosa di educazione degli adulti, resilienza e connessioni tra arte e scienza. Dal 2005 ricercatrice presso l’Università di Foggia dove insegna presso il c.d.l. specialistica. Nel marzo 2014 è stata insignita della prima edizione del Premio Italiano di Pedagogia. Dalla primavera 2013 è coordinatore del Festival della Complessità per l’AIEMS (Ass. It. di Epistemologia e Metodologia Sistemica) a Bari. E’ autrice di pubblicazioni scientifiche internazionali e nazionali. Appassionata di neuroscienze, Zavattini, patatine fritte, Erri De Luca, Jovanotti, filosofia, arte contemporanea, Italo Calvino, Roberto Benigni e Gregory Bateson. Con le Edizioni La Meridiana ha fondato, nel gennaio 2015, la prima HOPE SCHOOL italiana: www.hopeschool.edizionilameridiana.it

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    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

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L’8 maggio si è inaugurata al Museo di Arte Occidentale e Orientale la mostra di Анна Голубовская (Anna Golubovskaja dal titolo Punti di attrazione (2022-2025).

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Ti sei divertita con “I nomi da Indiani”? Hai creato la tua tribù e inventato la leggenda sull’origine del tuo nome? Per costruire il tuo nome sei ricorsa a ciò che dicono gli altri per identificarti quando non ti conoscono se non superficialmente. Hai usato le similitudini che vengono in mente pensando a te.

Ora fai un passo avanti e segui i suggerimenti per una nuova scrittura “metaforica”!
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Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
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E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
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C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
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    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
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    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

https://www.dols.it/2025/05/04/la-statuaria-torinese-una-disputa-femminista/
    Post su Instagram 18064505543304814 Post su Instagram 18064505543304814
    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
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