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    Home»Costume e società»Solidarietà»Tratta e prostituzione
    Solidarietà

    Tratta e prostituzione

    simonasforzaBy simonasforza19/04/2015Updated:14/10/2015Nessun commento8 Mins Read
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    tratta-prostituzione
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    Riportiamo questo articolo sulla tratta e prostituzione perchè l’abbiamo trovato molto attuale ed importante. Annualmente circa 2,5 milioni di nuove vittime del traffico di esseri umani. Un fenomeno di neo-schiavitù caratterizzato da abusi e soprusi.

     

    Tratta e prostituzione. Il silenzio non cambia le cose
    “Il corpo per il pane: la possibile prevenzione”. Tema centrale del Convegno indetto dalla Caritas Ambrosiana il 15 aprile scorso a Milano. Annualmente circa 2,5 milioni di nuove vittime del traffico di esseri umani. Un fenomeno di neo-schiavitù caratterizzato da abusi e soprusi.

    da http://www.z3xmi.it/

    Ci vorrebbe una scala per il paradiso per uscire dall’inferno in cui vivono le vittime di tratta.

    E l’inizio è stato un colpo duro, molto duro con la proiezione del filmato Red leaves falling sul tema della tratta dei minori e dello sfruttamento della prostituzione minorile, realizzato da Starway Foundation nell’ambito di un progetto di educazione e protezione dei minori. Mani Tese, che ha lanciato la campagna “inTRATTAbili”, contro la tratta degli esseri umani, ne ha curata l’edizione italiana.
    Al termine un groppo in gola, lascia senza fiato. Il merito del lavoro è quello di comunicare la sofferenza, senza mostrare scene crude o violente. L’angoscia e il dolore arrivano per quello che non viene detto e mostrato, per ciò che resta sottinteso, ma emerge negli occhi della protagonista. Per questo fa ancor più male ed è difficile restare indifferente a questa barbarie inaccettabile, eppure non sono così diffuse la percezione e la consapevolezza del male che viene fatto a milioni di esseri umani in tutto il mondo. Questo progetto dimostra la forza comunicativa che possono avere un disegno animato e una storia. Quella sofferenza e il senso di impotenza ti entravano dentro.
    A ridare una sferzata di realtà, ha pensato Anna Pozzi, giornalista e segretaria generale di Slaves no More onlus www.slavesnomore.it, mostrando le stime della tratta nel mondo.
    Secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) e l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Unodc): 21 milioni di vittime di tratta, il 70% è composto da donne e bambine (di cui il 49% donne, 21% bambine)18% uomini, 12% bambini, il 53% è destinato a sfruttamento sessuale, il 40% al lavoro forzato. Spesso subiscono violenze e abusi inimmaginabili.

    La tratta colpisce le persone più povere e vulnerabili. Ogni anno ci sono circa 2,5 milioni di nuove vittime del traffico di esseri umani. Una vera e propria neo-schiavitù.
    Diversi i fini deI traffico di esseri umani legato principalmente allo sfruttamento sessuale ma non di meno il lavoro forzato, l’espianto di organi, l’accattonaggio forzato, la servitù domestica, il matrimonio forzato, l’adozioni illegali e le gravidanze surrogate.
    Il lavoro forzato è soprattutto finalizzato al settore manifatturiero ed edile, il lavoro domestico e tessile. Il 35% è di sesso femminile.
    Il rapporto Unodc evidenzia delle peculiarità a seconda del continente: in Europa e in Asia Centrale prevale la tratta per sfruttamento sessuale (66%); in Asia orientale e nel Pacifico il 64% è invece destinato al lavoro servile.
    Un terzo delle vittime è un bambino, il 5% in più, rispetto al periodo 2007-2010. Le bambine sono i 2/3 dei minori.
    Per i trafficanti e gli sfruttatori c’è un guadagno enorme: 32 miliardi di dollari annui. Dopo il traffico di droga e di armi, il più redditizio business è quello degli esseri umani.

    Nel nostro Paese il fenomeno riguarda tra le 30 e le 50.000 persone solo per quanto concerne lo sfruttamento sessuale. Circa la metà sono donne nigeriane.
    A Milano, secondo i dati del Comune, circa 7000 donne sono costrette a prostituirsi sulle strade o nei locali, con punte nei weekend e durante le fiere. Ogni anno 800 nuove donne finiscono in questo inferno, 1 su 5 è nigeriana. Ora che mancano solo una manciata di giorni all’avvio di Expo, cosa sta accadendo? Si parlava di 15.000 nuovi arrivi. Ma nessuno ne parla o sembra interessarsi. Quasi come se fosse normale replicare ciò che è accaduto durante altri grandi eventi mondiali, come l’ultimo campionato del mondo di calcio in Brasile.
    Le nigeriane prostituite (più che prostitute) oscillano tra le 15.000 e 20.000. Meglio definirle prostituite perché di libero arbitrio non ne hanno, sono schiave e spesso non hanno alcun strumento per uscire da questa condizione. Le rotte della tratta sono state mostrate nel grafico. Tutto ha spesso inizio a Benin City. Sono viaggi che durano mesi o anni, sempre all’insegna di violenze e abusi di ogni tipo.
    A ottobre 2014, si è registrato un boom di nigeriane destinate alla schiavitù, + 300% rispetto all’anno precedente, secondo l’allarme lanciato dall’Oim (Organizzazione internazionale delle migrazioni).
    Secondo il capo missione dell’Oim in Italia, queste donne vengono spesso violentate e sono obbligate a prostituirsi. Sono costrette a lavorare in bordelli in Libia e poi mandate in Italia. Subiscono anche pressioni e manipolazioni psicologiche, riti voodoo che le rendono dipendenti e completamente succubi dei loro aguzzini.
    Secondo la direzione nazionale antimafia, ogni persona che riesce a uscire da questo inferno, sottrae tra i 40 e i 50.000 euro all’anno alla criminalità organizzata. Nel 2010, la stima della Commissione parlamentare affari sociali era di un mercato da 1,5 miliardi di euro annui. Si parla di 9-10 milioni di prestazioni sessuali al mese.

    I fattori di rischio per la tratta sono povertà e disoccupazione, mancanza di pari opportunità (le donne rappresentano i 2/3 dei 2,5 miliardi di persone che vivono sotto la soglia di povertà),discriminazioni sociali ed economiche, guerre, conflitti, persecuzioni politiche e religiose,
    mancanza di prospettive, responsabilità nei confronti della famiglia (per aiutarla, soprattutto se c’è qualcuno malato e bisognoso di cure).

    La Nigeria è la prima economia africana, ricca di petrolio, ma con un enorme gap tra ricchissimi e poverissimi. Il 70% della popolazione vive sotto la soglia di povertà. In Kenia è il 50%. In questo contesto è facile credere e seguire chi ti promette una vita migliore. L’Occidente viene dipinto come l’Eden, il luogo dove tutto è possibile per tutti. Per molti questo è l’ingresso nella schiavitù e l’inizio di violenze disumane.
    Elemento che incide fortemente nell’alimentare questo vortice è il tasso di analfabetismo: il 66% sono donne. Le bambine sono la maggioranza dei 121 milioni di minori che non vanno a scuola.
    “Perché se ne vanno? Bisognerebbe fare l’esperienza di chi lotta quotidianamente per sopravvivere per capire a fondo cosa spinge queste ragazze a partire a ogni costo”, spiega Jude Oidaga, gesuita originario di Benin City.
    Si aspira a più alti standard di vita (sanità e istruzione), maggiore stabilità politica ed economica, maggiore libertà. Vengono convinti sulle maggiori possibilità di lavoro, non conoscono bene le condizioni di lavoro nei Paesi di destinazione, come il lavoro a basto costo e la prostituzione. E naturalmente cadono vittima anche dei network di migranti.
    Il primo rapporto Greta (2014, monitoraggio del Consiglio d’Europa) sull’Italia, mostra i punti critici del nostro Paese: mancanza di meccanismi adeguati di identificazione delle vittime (soprattutto per lo sfruttamento lavorativo). Il rapporto invita l’Italia a dotarsi di un Piano nazionale anti-tratta scaduto nel dicembre 2014. Le linee di intervento promosse anche a livello internazionale, per contrastare tratta e schiavitù a fini prostitutivi, prevedono: prevention, protection, prosecution (prevenire, proteggere, punire). Così come risulta dal Protocollo di Palermo.

    La suora comboniana Gabriella Bottani, per dieci anni impegnata in Brasile, ci parla proprio della prevenzione e delle attività di Talitha Kum, la rete internazionale della Vita Religiosa contro la tratta di persone. Si tratta di una rete di operatori laici e religiosi che lavorano in 81 Paesi, in 5 Continenti.
    Si fa prevenzione nelle scuole, attraverso il dialogo, l’informazione, l’educazione, nei quartieri a rischio, lavorando con gli insegnanti, per riconoscere i rischi e intervenire ai primi campanelli di allarme. Occorre combattere la povertà, investire in politiche sociali e riconosciuti e assicurati i diritti fondamentali.
    Un livello successivo di intervento consiste nell’accompagnare le persone che decidono comunque di emigrare, cercando di aiutarli a difendersi nel caso si accorgano di essere finite in situazioni di violenza e sfruttamento. Per coloro che sono già vittima di tratta, si cerca di aiutarli ad uscire attraverso progetti di inserimento lavorativo, di formazione, di regolarizzazione dei documenti e dei permessi di soggiorno.
    Contemporaneamente occorre intervenire per interrompere un circolo vizioso di corruzione e impunità di certi crimini. Occorre tornare all’essere, superando la crosta dell’indifferenza. Recuperare il valore dell’essere, in sé stessi, non come proiezione sul mondo e sulle sue manifestazioni. Su quel ridurre ogni cosa o persona a merce, valutandone unicamente la sua utilità rispetto agli interessi individuali, desideri o aspettative.
    Viene sottolineato che il cliente compra un altro essere umano essenzialmente per umiliarlo, per ribadire il suo potere, il potere dato dal denaro.

    In conclusione si è ribadita la necessità di un lavoro volto a sovvertire le abitudini e la cultura maschili esistenti. In Svezia e in Islanda sono intervenuti sulla domanda, sui clienti. Oggi, l’inversione culturale è in atto, comprare corpi non è più tanto “appetitoso”. Perché senza la richiesta, non sarebbe più conveniente lucrare sugli esseri umani. Sarebbe più semplice contrastare la tratta e fermare questo vero e proprio crimine contro l’umanità.
    Il cartone animato si concludeva con un invito forte, “Il silenzio non cambia le cose. Alza la voce e reagisci!”

    Link: www.caritasambrosiana.it/eventi/iniziative-di-caritas-ambrosiana/tratta-e-prostituzione-il-corpo-per-il-pane-la-possibile-prevenzione

    Red leaves falling : https://www.youtube.com/watch?v=wQMYn2uDlTc

    www.imolaoggi.it/world/invasione-di-clandestini-tratta-di-essere-umani-stupri-e-riti-voodo-nigeriane-sfruttate-nella-prostituzione/

    Nigeria: http://www.zeroviolenza.it/component/k2/item/70508-gli-ospedali-fantasma-dellunione-europea-in-nigeria un quadro della situazione

    http://unipd-centrodirittiumani.it/it/news/Consiglio-dEuropa-primo-rapporto-di-valutazione-sullItalia-del-Gruppo-di-esperti-sulla-lotta-alla-tratta-di-esseri-umani-GRETA/3446

    Talitha Kum: http://www.talithakum.info/index.php?lang=2

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    Blogger, femminista e attivista politica. Pugliese trapiantata al nord. Equilibrista della vita. Felicemente mamma e moglie. Laureata in scienze politiche, con tesi in filosofia politica. La scrittura e le parole sono sempre state la sua passione: si occupa principalmente di questioni di genere, con particolare attenzione alle tematiche del lavoro, della salute e dei diritti.

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    Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare barriere e confini, ai cambiamenti, alla PACE.
Protagoniste di una sfida femminile secolare che nessuna guerra potrà negare. Nessun futuro potrà prescinderne.

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