Due gradi e mezzo di separazione

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 “Due Gradi e mezzo di separazione”  è il libro scritto Domitilla Ferrari sul networking

di Francesca Maria Montemagno, da wister.it

Con il suo volume “Due Gradi e mezzo di separazione” Domitilla Ferrari – giornalista  e social networker con un curriculum fatto di radio, tv e giornali (andate a curiosare su domitillaferrari.it) – risponde in chiave digitale ed originale al quesito matematico ”Dato un insieme di N persone, qual è la probabilitàche ogni membro di N sia connesso a un altro membro attraverso k_1, k_2, k_3k_n collegamenti ?”.

Superata “la teoria del piccolo mondo” un po’ yuppies, grazie al networking ed ai social è possibile accorciare la distanza tra persone facilitando la circolazione delle idee. Domitilla subito raccomanda di non limitarsi a usare la rete ma di entrare a farne parte. Condizione necessaria però è quella di sapere cosa ci serve e di prestare attenzione al modo con cui ci relazioniamo agli altri. Essere mediati da un display può facilitare certe dinamiche ma non ci esonera dalla gestione dei rapporti interpersonali, non ci solleva dalla netetiquette.

Quello di Domitilla Ferrari non è una nuova guida. All’apertura ci si trova davanti ad un libro, ad un racconto. Si, perché vorrei subito confessarvi che comprando “Due gradi e mezzo di separazione” non vi sarete aggiudicati un volume di self help in salsa social. Sin dalle prime pagine Domitilla parla di amicizia e cita la poesia di Ivan Tresoldi “Chi getta semi al vento, farà fiorire il cielo” che ho letto negli ultimi anni sul muro di fronte casa. L’amicizia va considerata una materia prima ed internet rappresenta un mezzo che facilita la creazione di una rete personale.

In “Due gradi e mezzo di separazione” sono tanti gli spunti curiosi ma forte è l’invito alla condivisione delle competenze e dei saperi. Insomma se volevate affinare le vostre tecniche per conquistare facili like e nuovi follower, vi conviene tornare in libreria e scegliere un altro titolo. Domitilla ha racchiuso nelle pagine del suo libro l’essenza umana alla base del networking.

L’autrice è determinata e chiarisce subito con un elenco puntato a pagina 2 cosa vuol condividere, senza perdere tempo e avendo cura del tempo del lettore ;-). Inizia con esempi della vita quotidiana e traspone questi esempi in rete invitandoci a riflettere su una rete utile fatta di interazioni e scambi sulla base di interessi comuni e di saperi complementari. Certo l’approccio suggerito richiede consapevolezza  e onestà intellettuale verso se stessi e verso gli altri.

Ma un amico sa ascoltare. Ed ecco che anche in rete la capacità di ascolto si rivela preziosa tanto quanto la voglia di condividere. Essere network non significa promuovere ciò che si è o ciò che si fa. Essere network significare essere un nodo a disposizione della rete che risulta interessante e attraente per i propri interessi e per il modo con cui li coltiva. Ed il vecchio “divide et impera” – tanto caro a due diversi responsabili HR incontrati nel mio percorso e ritrovati tristemente soli in pensione dopo una vita in azienda – viene sostituito – con somma gioia di chi vi scrive – dall’IMPARA ET IMPERA.

“Due gradi e mezzo di separazione” mi è piaciuto perché descrive una rete buona, un oceano ricco di colori e sfumature dove collaborando s’impara e si cresce. Dove il merito non ha genere e dove ci si fa spazio essendo se stessi ma anche e sopratutto migliorandoci giorno dopo giorno. Un libro che restituisce una rete umana alla base della circular economy, della sharing economy. Un libro che racconta molto della sua autrice e delle sue colazioni curiose del mondo e delle persone.

E si Fernando Pessoa aveva ragione. Per quanto una persona si sforzi di sapere chi sia l’altra persona, non riuscirà a sapere niente se non quello che la parola dice. Domitilla Ferrari con le sue parole è riuscita a raccontarsi raccontando il networking e l’approccio più centrato per affrontarlo. Ha ragione: i nostri amici ed il nostro network dice molto di noi e contribuisce a creare fiducia intorno.

Vi consiglio questo libro per capire cosa significa web 2.0 e per riflettere sul proprio modo di essere social nel personale come nel professionale, un modo costruttivo per combattere la crisi.

Confermo un passaggio che l’autrice sottolinea: gli amici in comune raccontano molto di noi e creano quel cerchio di fiducia che ci aiuta a costruire il nostro network. E se nell’approccio di Domitilla ritrovo qualcosa di comune e condivisibile, lo devo forse a Marco Zamperini o meglio al Funky Professor che in rete mi aveva dato modo di apprezzare il lavoro dell’Autrice tra un link, un post ed un commento.

Qui potrete visualizzare il booktrailer:  http://vimeo.com/85601154

#Buonalettura!

 

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Dols

Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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