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    Dol's Magazine
    Home»"D" come Donna»Ciò che non si dice, non esiste
    "D" come Donna

    Ciò che non si dice, non esiste

    Caterina Della TorreBy Caterina Della Torre10/06/2013Updated:29/08/2014Nessun commento5 Mins Read
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    cecilia-robustelli
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    La fatica che incontrano le donne italiane per farsi posto nei luoghi di potere finora di solo appannaggio maschile o nei quali il gentil sesso poteva attestarsi solo se maschilizzava la propria personalità e professione.

    In un talk show ben conosciuto condotto da Michele Santoro, il giornalista rivolgendosi alla ministra sua ospite le chiede: ’’Signor ministro o signora ministra, come vuole essere chiamata?’’
    Questa battuta la dice tutta sulla fatica che incontrano le donne italiane per farsi posto nei luoghi di potere finora di solo appannaggio maschile o nei quali il gentil sesso (ma perché poi gentile?) poteva attestarsi solo se maschilizzava la propria personalità e professione.
    Una bella differenza da quello che si legge oggi sui quotidiani a proposito della femminilizzazione degli appellativi accademici dei professori e docenti all’Università di Lipsia.
    Indietro in Italia anche sui nomi? Oppure i nomi riflettono un atteggiamento androcentrico della nostra società, tuttora permanente?

    L’abbiamo chiesto alla professoressa Cecilia Robustelli, docente di Linguistica Italiana all’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Linguistica Italiana all’Università di Readinge, studiato e tenuto corsi in Inghilterra e Stati Uniti. Autrice di numerose pubblicazioni sulla sintassi storica, la grammatica italiana e il linguaggio di genere, dal 2000 collabora con l’Accademia della Crusca.

    In uno dei suoi numerosi scritti la docente afferma ”Ciò che non si dice, non esiste.’’
    L’oscuramento linguistico della figura professionale e istituzionale femminile ha come conseguenza la sua non-comunicazione e, in sostanza, la sua ‘negazione’.
    E ancora in ”La rappresentazione delle donne attraverso il linguagggio” la professoressa aggiunge: ‘’In Italia numerosi studi, a partire dal lavoro  ”Il sessismo nella lingua italiana” di Alma Sabatini”, pubblicato nel 1987 dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, hanno messo in evidenza che la figura femminile viene spesso svilita dall’uso di un linguaggio stereotipato che ne dà un’immagine negativa, o quanto meno subalterna rispetto all’uomo’’
    Inoltre, in italiano come in tutte le lingue che distinguono morfologicamente il genere grammaticale maschile e quello femminile (francese, spagnolo, tedesco, ecc.), la donna risulta spesso nascosta “dentro” il genere grammaticale maschile, che viene usato in riferimento a donne e uomini (gli spettatori, i cittadini, ecc.).

    Frequentissimo è l’uso della forma maschile anziché femminile per i titoli professionali e per i ruoli istituzionali riferiti alle donne: sindaco e non sindaca, chirurgo e non chirurga, ingegnere e non ingegnera, ecc.’’
    Ma sia nella comunicazione istituzionale sia in quella quotidiana le resistenze ad adattare il linguaggio alla nuova realtà sociale sono ancora forti e così, per esempio, donne ormai diventate professioniste acclamate e prestigiose, salite ai posti più alti delle gerarchie politiche e istituzionali, vengono definite con titoli di genere grammaticale maschile.

    Qual è la ragione di questo atteggiamento linguistico?
    Le risposte più frequenti adducono l’incertezza di fronte all’uso di forme femminili nuove rispetto a quelle tradizionali maschili o la convinzione che la forma maschile possa essere usata tranquillamente anche in riferimento alle donne. Le resistenze all’uso del genere grammaticale femminile per molti titoli professionali o ruoli istituzionali ricoperti da donne sembrano poggiare su ragioni di tipo linguistico, ma in realtà sono di tipo culturale.

    I femminili quindi suonano male?
    Direi che è solo questione di abitudine alle parole nuove, di stratificazioni linguistiche dure a morire, di stereotipi portati avanti dal femminismo storico per cui, per equipararsi al genere maschile, l’unica cosa da fare era maschilizzarsi.
    La preferenza per l’uso del maschile, molto diffusa proprio fra le donne, riflette ancora l’esitazione ad accettare che certe figure professionali siano riconducibili a donne.

    Nei paesi europei viene usato il femminile?
    Sì, ed è anche regolamentato dalle istituzioni. Per fare qualche esempio, in Francia, in Austria, in Svizzera si usa normalmente il linguaggio ‘di genere’ anche negli atti ufficiali.

    Qual è l’atteggiamento dell’accademia della Crusca con cui lei collabora?
    L’ Accademia Crusca mi ha chiesto di scrivere un contributo per l’articolo del mese che si può trovare ancora in rete.
    I termini femminili devono essere usati perché la lingua italiana li prevede e questo permette anche di dare una certa visibilità alle donne attraverso la lingua.

    Gli uomini fanno fatica a chiamare le donne con il femminile, i giornalisti in primis. Come detto nell’introduzione all’intervista…
    Non bisogna chiedere ad una donna se vuole essere chiamata mamma o babbo.
    Per la presentazione della nuova donna al mondo usare un appellativo maschile è molto nocivo.
    E’ questione anche di cittadinanza. Se le donne non possono essere chiamate, non esistono.
    Anche le trasmissioni televisive fanno la loro parte invitando donne che fungono solo da spalla, ma quasi mai come ‘’esperte’’.

    Molte donne in luoghi di potere e di informazione  non vogliono che sia utilizzato l’appellativo femminile, come redattore, direttore di un giornale e non redattrice o direttore….
    Le donne negli anni 70-60, per essere alla pari di un uomo, pensavano di doversi comportare come l’uomo. Anche queste sono incrostazioni devono essere eliminate e sono dure a morire. Una donna che svolge un ruolo nella società deve essere chiamata con il suo genere.

    Cecilia Robustelli lingua. genere
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    caterina-torre-hp
    Caterina Della Torre
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    Proprietaria di www.dols.it di cui è direttrice editoriale e general manger Nata a Bari nel 1958, sposata con una una figlia. Linguista, laureata in russo e inglese, passata al marketing ed alla comunicazione. Dopo cinque anni in Armando Testa, dove seguiva i mercati dell’Est Europa per il new business e dopo una breve esperienza in un network interazionale di pubblicità, ha iniziato a lavorare su Internet. Dopo una breve conoscenza di Webgrrls Italy, passa nel 1998 a progettare con tre socie il sito delle donne on line, dedicato a quello che le donne volevano incontrare su Internet e non trovavano ancora. L’esperienza di dol’s le ha permesso di coniugare la sua esperienza di marketing, comunicazione ed anche l’aspetto linguistico (conosce l’inglese, il russo, il tedesco, il francese, lo spagnolo e altre lingue minori :) ). Specializzata in pubbliche relazioni e marketing della comunicazione, si occupa di lavoro (con uno sguardo all’imprenditoria e al diritto del lavoro), solidarietà, formazione (è stata docente di webmarketing per IFOA, Galdus e Talete). Organizzatrice di eventi indirizzati ad un pubblico femminile, da più di 10 anni si occupa di pari opportunità. Redattrice e content manager per dol’s, ha scritto molti degli articoli pubblicati su www.dols.it.

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    Donne di dols

    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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Recensione poetica emozionale di Lezione d’amore. Sinfonia di un incontro.

Spettacolo scritto e diretto da Andrée Ruth Shammah, con Milena Vukotic, Federico De Giacomo e Andrea Soffiantini. Visto al teatro Franco Parenti Maggio 2025.
    La regista Elisabetta Sgarbi, che con Eugenio Lio La regista Elisabetta Sgarbi, che con Eugenio Lio ha anche scritto la sceneggiatura, spiega: «I personaggi sono nati e si sono sviluppati, per lo più, già con il volto di chi li avrebbe interpretati, il loro corpo, i loro modi. Questo ci ha aiutato molto nello scrivere il film, perché, laddove la sceneggiatura non poteva e non doveva dire, potevamo immaginare un colpo d’occhio, un movimento, un gesto, una espressione che riempissero quel “vuoto”. 

https://www.dols.it/2025/05/20/lisola-degli-idealisti/
    È il tempo delle rose È il tempo delle rose
    Bolle all'arcibmboldi Bolle all'arcibmboldi
    https://www.dols.it/2025/05/14/la-trama-fenicia A https://www.dols.it/2025/05/14/la-trama-fenicia

Aspettiamo con ansia l’imminente uscita del La trama fenicia del mitico texano.

La trama fenicia (The Phoenician Scheme) è il 13* film diretto da Wes Anderson, 56 anni, e da lui scritto con il 60enne Roman Coppola, segnando così la loro sesta collaborazione.
    Rose rosse per me Rose rosse per me
    Storia di Kechic una sartoria e un marchio di abbi Storia di Kechic una sartoria e un marchio di abbigliamento italo africano. Nasce dall’incontro tra Valeria Zanoni e Cheikh Diattara Lui senegalese e sarto, lei italiana ed esperta di comunicazione. Prende origine da questa amicizia, dalla voglia di creare qualcosa di bello insieme e di condividerlo.

https://www.dols.it/2025/05/09/amici-di-ago-e-filo/
    di Eugenio Alberti Schatz L’8 maggio si è inau di Eugenio Alberti Schatz

L’8 maggio si è inaugurata al Museo di Arte Occidentale e Orientale la mostra di Анна Голубовская (Anna Golubovskaja dal titolo Punti di attrazione (2022-2025).

https://www.dols.it/2025/05/11/punti-di-attrazione-di-anna-golubovskaja/
    Dicono di TE …. Ti sei divertita con “I nomi Dicono di TE ….

Ti sei divertita con “I nomi da Indiani”? Hai creato la tua tribù e inventato la leggenda sull’origine del tuo nome? Per costruire il tuo nome sei ricorsa a ciò che dicono gli altri per identificarti quando non ti conoscono se non superficialmente. Hai usato le similitudini che vengono in mente pensando a te.

Ora fai un passo avanti e segui i suggerimenti per una nuova scrittura “metaforica”!
https://www.dols.it/2025/05/12/te-metaforico/
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    Rose di maggio Rose di maggio
    https://www.dols.it/2025/05/09/sara-chiara-sophie- https://www.dols.it/2025/05/09/sara-chiara-sophie-e-le-altre-lallarme-atti-persecutori/

Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
    https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello- https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello-2025-e-femmina/

A trionfare sono state le donne: 7 David a Vermiglio di Maura Delpero mentre L’arte della gioia di Valeria Golino e Gloria! di Margherita Vicario hanno conquistato 3 premi a testa
    Terrazzo un fiore Terrazzo un fiore
    https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gi https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gioco/

E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
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