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    Dol's Magazine
    Home»Vie e disparità»Donne coraggiose per le strade di Napoli
    Vie e disparità

    Donne coraggiose per le strade di Napoli

    Caterina Della TorreBy Caterina Della Torre22/04/2013Nessun commento5 Mins Read
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    di Giuliana Cacciapuoti

    Mercoledì 17 aprile si è svolta nella sede del Consiglio comunale di Napoli la cerimonia di premiazione del concorso Tre strade, tre donne per l’otto marzo, rivolto alle scuole secondarie superiori di Napoli.
    L’intento principale promosso con Toponomastica dalla FNISM e dalla Consulta delle elette e dalla Commissione Pari opportunità del Comune di Napoli, era finalizzato a riscoprire e valorizzare le tracce delle presenze femminili nella storia e nella cultura della città e sollecitare attività di ricerca-azione tese a individuare storie di donne che in ambito cittadino, nazionale ed internazionale avessero dato un significativo contributo alla vita sociale e culturale.

    Entusiasmo sincero stupore e allegria hanno accompagnato la cerimonia formale ma non troppo. Le classi vincitrici hanno appreso solo alla fine con la proclamazione ufficiale di avere vinto e naturalmente all’annuncio i segni di giubilo si sono fatti ben sentire. La classe IV E del Liceo linguistico Tommaso Campanella si è aggiudicata il premio per il Profilo biografico locale scegliendo quale donna significativa Enrichetta Caracciolo. Figura risorgimentale di primo piano, che nonostante la clausura forzata, fu attiva militante. Il 7 Settembre del 1860, quando Giuseppe Garibaldi entrò a Napoli, durante la messa di ringraziamento per la sconfitta dei Borboni, Enrichetta depose sull’altare il velo monacale, lasciando per sempre il convento. Pubblicò un libro di memorie, I misteri del Chiostro Napoletano (1864), che destò grande interesse e fu tradotto in sei lingue. L’opera ebbe un successo immediato in Italia e all’estero, suscitò anche vivaci polemiche per il suo taglio violentemente anticlericale e fu apprezzata anche da Manzoni, Settembrini e dal principe di Galles. Nel 1866, anno della terza guerra d’Indipendenza, pubblicò un Proclama alla Donna Italiana in cui esortava le donne a sostenere la causa nazionale. Nel 1867 fece parte del Comitato femminile Napoletano di sostegno al disegno di legge di Salvatore Morelli per i diritti femminili.

    Nonostante la sua notorietà e la sua infaticabile attività, Enrichetta non ebbe alcun riconoscimento ufficiale dal governo italiano. Garibaldi, partendo dall’assedio di Capua, non fece in tempo a firmare il decreto con il quale aveva intenzione di nominarla ispettrice agli educandati di Napoli. La IV E afferma come sia giusto intitolare una strada di Napoli ad Enrichetta Caracciolo che non ha mai goduto di un riconoscimento ufficiale: una figura molto importante nella storia italiana , che partecipò attivamente all’Unità d’Italia e fu tra le prime ispiratrici del movimento femminista, e oggi quasi sconosciuta.

    La classe II E anch’essa dell’ ISIS Campanella ha ottenuto il premio per il profilo biografico nazionale con l’indicazione di Rita Atria collaboratrice di giustizia la cui storia drammatica ha colpito ed emozionato. La giovane età, la sua rivolta contro la mafia che come la camorra avvelena la vita delle comunità meridionali, la fine tragica legata al dramma dell’attentato al giudice Borsellino sua guida e sostegno nel percorso difficile di denuncia contro la sua stessa famiglia e il padre boss locale. Esile e dolce ma con una grande forza di combattere e di cambiare il mondo della mafia. Ricordando che la sua lapide fu devastata dalla stessa madre a causa della sua scelta coraggiosa di rompere l’omertà la II E dice “Rita è morta per noi ed è importante che noi la ricordiamo per quello che è stato per quello che è, una cittadina e un esempio di valore civile. Una donna coraggiosa che ha sfidato il male, quel male descritto nella sua agghiacciante banalità dalla terza figura di donna scelta dalla classe III G dell’ISIS Antonio Serra la filosofa Hanna Arendt , vincitrice per il profilo biografico internazionale. La riflessione acuta e attenta sull’opera della Arendt ha anche condotto la classe a scegliere i Gradoni delle Nocelle, nel rione Materdei , per la nuova intitolazione. Tutte le classi dovevano individuare oltre una biografia anche una strada ”anonima” della città per una nuova intitolazione.

    La motivazione a prima vista ardita, segnala quanto dura e difficile sia la vita nei quartieri della nostra città, scopre un sentimento profondo di sofferenza e disagio e dolore delle ragazze e ragazzi tanto da farli sentire, loro sotto scacco della criminalità come se vivessero in un regime totalitario : “ Vorremmo intitolarli ( Gradini Nocelle) ad Hannah Arendt, perché simboleggiano la faticosa esistenza della filosofa ebrea nel periodo nazista e, parallelamente, la difficile vita degli abitanti del quartiere perseguitati dalla microcriminalità. Di circa un anno fa è la sparatoria proprio qui tra malviventi e polizia seguita ad un tentativo di rapina contro un’anziana. Un rapinatore fuggì lasciando sul posto una macchina fotografica con foto di donne. Le vittime da rapinare erano state tutte immortalate.”<
    Queste le classi e le biografie vincitrici, ma benché non premiate hanno partecipato molte altre biografie di personalità femminili degne di intitolazioni e ricordo nella storia e nella società: da Diotima a Anna Maria Mozzoni, Théroigne de Mericourt e Olympe de Gouges, Lina Mangiacapre e Lucrezia Cornaro Piscopia, fino a Marisa Belisario, tanto per ricordare se ancora non bastasse, quando vasto è l’universo delle donne notevoli da celebrare.

    Il Concorso di Toponomastica femminile a Napoli ci ha reso davvero soddisfatte non solo per la partecipazione la qualità e la varietà delle biografie presentate, ma per aver individuato nello spazio cittadino in luoghi anonimi del percorso quotidiano delle scolaresche punti di riferimento nuovi, che con la futura intitolazione alle donne individuate segneranno il ricordo delle loro importanti azioni e per ciascuno un nuovo rapporto con la propria città con gli ideali e i bisogni che la comunità richiede ed esprime, legalità giustizia partecipazione e passione civile. Le classi tutte hanno colto lo spirito del lavoro di Toponomastica , con il diploma di toponomasta junior dato a tutte e tutti loro ci auguriamo che giovani cittadine e cittadini crescano nel segno del riconoscimento reciproco e della parità.

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    Caterina Della Torre
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    Proprietaria di www.dols.it di cui è direttrice editoriale e general manger Nata a Bari nel 1958, sposata con una una figlia. Linguista, laureata in russo e inglese, passata al marketing ed alla comunicazione. Dopo cinque anni in Armando Testa, dove seguiva i mercati dell’Est Europa per il new business e dopo una breve esperienza in un network interazionale di pubblicità, ha iniziato a lavorare su Internet. Dopo una breve conoscenza di Webgrrls Italy, passa nel 1998 a progettare con tre socie il sito delle donne on line, dedicato a quello che le donne volevano incontrare su Internet e non trovavano ancora. L’esperienza di dol’s le ha permesso di coniugare la sua esperienza di marketing, comunicazione ed anche l’aspetto linguistico (conosce l’inglese, il russo, il tedesco, il francese, lo spagnolo e altre lingue minori :) ). Specializzata in pubbliche relazioni e marketing della comunicazione, si occupa di lavoro (con uno sguardo all’imprenditoria e al diritto del lavoro), solidarietà, formazione (è stata docente di webmarketing per IFOA, Galdus e Talete). Organizzatrice di eventi indirizzati ad un pubblico femminile, da più di 10 anni si occupa di pari opportunità. Redattrice e content manager per dol’s, ha scritto molti degli articoli pubblicati su www.dols.it.

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Ti sei divertita con “I nomi da Indiani”? Hai creato la tua tribù e inventato la leggenda sull’origine del tuo nome? Per costruire il tuo nome sei ricorsa a ciò che dicono gli altri per identificarti quando non ti conoscono se non superficialmente. Hai usato le similitudini che vengono in mente pensando a te.

Ora fai un passo avanti e segui i suggerimenti per una nuova scrittura “metaforica”!
https://www.dols.it/2025/05/12/te-metaforico/
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