La Rete della conoscenza, Zona Franka di Bari ed il Centro di Documentazione e Cultura delle Donne di Bari hanno ospitato Chiara Ingrao per la presentazione del suo libro “Oltre il ponte”.
Ne hanno discusso con l’autrice Francesca Romana Recchia Luciani , docente di Filosofie contemporanee e saperi di genere dell’Università degli studi di Bari Aldo Moro, Antonella Masi, Presidente del Centro di Documentazione e Cultura delle Donne di Bari, e Lea Durante, docente di Storia della critica e storiografia letteraria dell’Università degli studi di Bari Aldo Moro. Ha moderato l’incontro Alessandra Ricupero, del Colletivo Zona Franka.
In un momento di forte caos politico, nel quale il dibattito intorno alle problematiche di genere, all’interno del nostro Paese, sembra essersi arenato sulla discussione “ saggi e non sagge”, hanno voluto ricordare e discutere con l’autrice, figlia della generazione antifascista, di quanto il movimento femminista, in sintonia con il movimento pacificista, studentesco e con il sindacato, abbia aiutato la nostra società ad avanzare.
Un dibattito che parte da generazioni differenti in grado di esprimere i cambiamenti di opinioni e prospettive dei movimenti, le vittorie e le sconfitte del movimento femminista dagli anni ‘70 ad oggi.
Alla fine degli anni Cinquanta Italo Calvino scrisse la poesia “Oltre il ponte”, poi musicata da Sergio Liberovici per le Cantacronache. E’ la metafora di un’attesa, di una lotta, di una speranza, ma anche di una illusione che ormai, a quindici anni dalla guerra sembrava più dovuta all’entusiasmo dei vent’anni che a una lettura della storia davvero capace di trasformare
la realtà. La vita è oltre il ponte, dice la canzone, ma Calvino sa che la vita è invece qui e ora, nella difficoltà del presente e nell’intreccio di bene e male, che non sono davvero così distinguibili come apparivano ai partigiani. A questa poesia si richiama Chiara Ingrao per il titolo del suo libro.
I testi, affrontati in questa raccolta di riflessioni dell’autrice, relativi ad un periodo dal 70 all’80 comparato agli anni più recenti, sono organizzati attorno a quattro nodi tematici, emersi negli ultimi decenni del ‘900 ma tuttora brucianti: libertà/maternità, soggettività/lavoro, conflitti/guerra, diversità/diritti. Ogni capitolo è introdotto da una premessa ed è intitolato con due parole in apparenza contrastanti, ma invece connesse fortemente fra loro, che creano un dualismo inscindibile ponendo una serie di quesiti e necessità di scelte. Libertà, maternità, lavoro, diversità, diritti e conflitti nei pensieri di una femminista di frontiera.
Il tutto parte dall’esperienza duale ed inscindibile di Chiara compresa e divisa fra femminismo e movimenti, quali partito e sindacato, in un periodo ricordato pù come “gli anni di piombo” che come momento di grandi conquiste sociali.
Chiara Ingrao vuole così colmare i vuoti di memoria e le “patologie del ricordo” degli ultimi decenni del secolo scorso caratterizzati da una conflittualità sociale diffusa che produsse “il decennio più riformista della storia d’Italia”, caratterizzato da conquiste ottenute dalle più varie categorie sociali.
Al volume è allegato l’audiolibro di “Dita di dama”, storia di due ragazzine di quarant’anni fa, una studentessa e l’altra operaia, nel turbinio dell’Italia che cambia.