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    Home»I racconti di dols»In viaggio con Alice di F. Baldacci»In viaggio con Alice – X e ultima puntata
    In viaggio con Alice di F. Baldacci

    In viaggio con Alice – X e ultima puntata

    DolsBy Dols12/01/2013Nessun commento5 Mins Read
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    di Francesca Baldacci

    precedente

    – Ma che ti succede, Hans? – gli domandò quella sera, di ritorno da Pompei.
    Avevano trascorso una giornata intensa fra le rovine dell’antica città, e il suo compagno di viaggio le era apparso più ammosciato del consueto. Poco partecipe: chiudeva gli occhi in continuazione e alla celeberrima casa di Menandro sembrò perfino… ondeggiare, barcollare.
    – Sono un po’ stanco – diceva, di tanto in tanto.
    Una volta a casa, crollò di schianto.
    – Questo ragazzo tiene la febbre – assicurò la suocera di Gegia con espressione grave.
    Previsione più che mai azzeccata: trentanove e due. E per il povero Hans la visita ai luoghi più belli si concludeva qui.
    Con il cuore stretto, Alice visitò da sola Paestum, il Museo Archeologico di Napoli. Tutto le pareva incolore e poco interessante senza Hans. Gli mancava terribilmente. Aveva un’incredibile nostalgia dei suoi pasticci, dei “bip” assurdi del suo telefonino, della sua voce, quando parlava metà in inglese, metà in italiano, condendo il tutto con locuzioni tedesche a lei incomprensibili.
    Addirittura, mentre ritornava verso la casa di Gegia, si ascoltava tutti i brani che gli piacevano, compresa l’ultima “scoperta”, quella delle canzoni napoletane più amate, “O sole mio” e “O’ surdato ‘nnamurato”. In quei tragitti il magone le andava su e giù, le lacrime, accidentaccio, le riempivano gli occhi, tanto che era costretta ad accostare l’auto per asciugarsele.
    Lo amava davvero, Hans? No, voleva rispondere a se stessa. Si era solo affezionata a lui. Ma sapeva di raccontarsi madornali bugie.
    La febbre del suo compagno di viaggio durò quattro giorni, giusto il tempo delle visite più belle.
    Nel frattempo, in quei giorni, Hans imparò quasi a memoria tutte le battute di De Sica, gustandosi “Pane amore e fantasia” e gli altri film, che apprezzava nonostante non riuscisse a comprenderne che qualche frase. Ma il senso, nell’insieme, sì. Ormai cominciava a conoscere l’italiano.
    Quando fu del tutto guarito, Alice e Hans ripartirono insieme per la Sicilia, destinazione Agrigento, dove vivevano altri parenti di lei: il cugino Sandro e sua moglie Maddalena.
    Era l’ultima tappa del loro viaggio lungo l’Italia. Il mese di ferie, per Alice, stava per terminare, ormai. Mirella l’aspettava, la pizzeria era già aperta da una settimana, si sentivano quotidianamente. Anche se la cugina le diceva di non affrettarsi, Alice sapeva che non sarebbe stato giusto dilazionare ulteriormente il suo ritorno.
    E poi, a che pro? Era stato tutto bellissimo, anche se…
    – Agrigento? Valle dei Templi? – stava domandando in quel momento Hans a Sandro e Maddalena.
    – Sì: e poi il nostro Museo, la vicina Selinunte, col suo parco archeologico, il più grande d’Europa, Porto Empedocle… e Nara, la chiamano “la perla del barocco agrigentino” – rispose Sandro. – Vi posso portare io…
    I giorni successivi furono entusiasmanti, anche se Alice e Hans non ebbero quasi mai modo di restare soli insieme. La sera si aggregavano sempre altri amici e parenti.
    E così fu sino all’ultimo. Il giorno dopo sarebbero ripartiti per Milano. Non c’era più tempo, ormai.

    Alice ha detto che vuole raggiungere casa sua al più presto, questa vacanza è stata anche più lunga del previsto e non vuole approfittare della pazienza di Mirella. Capisco: ma sono triste. Questo viaggio è stato meraviglioso, è stato come vivere in paradiso per un mese, eppure penso che non sono riuscito a dire niente ad Alice.
    Alice…
    Ma che è stato? Sembra… un singhiozzo. Da fuori, dal balcone di fianco. Quello dove si trova la stanza di Alice.
    Mi alzo dal letto – tanto, chi dorme? – ed esco anch’io sul balcone. La vedo. Alice sta piangendo. Ma quando mi vede fa tanto d’occhi e sparisce.
    – Alice… Alice, ti prego, torna…
    Non sono Romeo, i nostri balconi sono vicini. Però voglio parlarle lo stesso. Adesso o mai più.
    – Alice… ti amo… ich liebe dich…
    Ah, che bello: poterlo dire in italiano, e nella mia lingua. Che suoni magici!
    Alice si riaffaccia, ha una strana espressione, la vedo nella semioscurità.
    – Hans… proprio adesso me lo devi dire? Tutto questo tempo hai aspettato? Dai balconi mica ci si può baciare – è il suo commento.
    – E allora scendiamo! – esclamo.

    – Mirella… scusa. Lo so, ti chiedo molto. Ma è successa una cosa che…. Puoi aspettare ancora due giorni?
    Mirella sogghignò: immaginava di che potesse trattarsi. – Non ti preoccupare, farò a meno di te per due giorni in più, vai tranquilla e goditi il prolungamento della vacanza.
    – Grazie, sei un angelo. Poi ti racconterò…
    – Non ne dubito…
    Alice chiuse la comunicazione con un sospiro, mentre Hans le prendeva la mano per riempirgliela di baci.
    Due giorni al mare di Porto Empedocle, per chiudere in bellezza quella splendida vacanza italiana. Poteva esserci qualcosa di meglio?
    – Su, andiamo – disse Alice, riponendo il cellulare nello zainetto.
    Fu in quell’istante che udì uno strano “bip” provenire dal suo telefonino.
    – Ma che succede?
    – Non lo so.
    Bip-bip-bip. Anche il telefonino del suo compagno di viaggio incominciò il cadenzato ritmo di sempre.
    – Non è possibile… oh, Hans! E’ colpa tua! Ma che cos’è, contagioso?
    Hans scoppiò a ridere, insieme ad Alice.
    Lasciarono i cellulari negli zaini, sotto l’ombrellone, mentre Maddalena e Sandro prendevano il sole, poi corsero insieme sulla spiaggia, verso il mare.
    Viva l’Italia, viva il mare, già. Che importa del resto? That’s amore…

    francesca baldacci In viaggio con Alice - X ultima puntata
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    Dols

    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    https://www.dols.it/2025/06/10/musica-con-vista-20 https://www.dols.it/2025/06/10/musica-con-vista-2025/
    Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare barriere e confini, ai cambiamenti, alla PACE.
Protagoniste di una sfida femminile secolare che nessuna guerra potrà negare. Nessun futuro potrà prescinderne.

https://www.dols.it/2025/06/09/donne-di-pace-e-di-guerra/
    https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-n https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-non-amati/

La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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