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    Home»I racconti di dols»I cinque passi di C. Iannotta»I cinque passi IV
    I cinque passi di C. Iannotta

    I cinque passi IV

    DolsBy Dols10/12/2012Updated:10/12/2012Nessun commento4 Mins Read
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    di Cristiana Iannotta

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    Non ho voglia di leggere, non ci riesco. Avrei voglia di uscire sotto la pioggia ora che si è fatta più insistente, invece apro solo un po’ la finestra che porta sul terrazzo ed esco quel poco che mi consente di non bagnarmi ma di cogliere appieno l’aria fresca sul mio viso. Sento la pelle respirare, tirare a causa dello sbalzo di temperatura e sono pronta a godere di quel vento bagnato e profumato di primavera che mi da una sferzata di energia.
    Sapessi quanto è bello l’odore della pioggia. Che non è, come tutti quanti credono, quello della terra bagnata, tutt’altro: l’odore della pioggia lo senti prima che l’acqua tocchi il suolo, porta con sé fragranza di aria lontana e di umidità impalpabile. Dopo, ti arriva alle narici quello pungente della terra e dei suoi umori.
    Sono preoccupata per quello che sarà di noi. Tra poco deciderò, dovrò farlo, se potrò essere in grado di prendermi cura di te come una qualsiasi altra mamma.
    Ma come è una “qualsiasi” mamma? Non è forse chi ama senza riserve, chi sta accanto con pudore, chi cerca di insegnare a crescere nell’onestà, nella sicurezza. Non è forse chi prova a camminare nella vita, mano nella mano con una piccola guida?
    Io potrò descriverti la vita come meglio l’ho capita, potrò insegnarti che anche la più grande difficoltà si può affrontare con relativa serenità, non avendo paura di chiedere aiuto. Su questo non dirò parole vuote, non saranno parole buttate al vento, al contrario: la mia stessa vita potrà essere un esempio per te. Se vuoi te la racconto. Anche se non vuoi, sono tua madre e tu, per il momento, hai il diritto di sapere.
    Ho conosciuto tuo padre alla scuola per non vedenti di questa città. Da piccola mi sono sempre rifiutata di andare, non avevo alcuna intenzione di farmi trattare da cieca. Ma lo ero. Lo sono. E fin quando non mi sono decisa a varcare il cancello dell’istituto lo sono stata per tutti, anche per me stessa, in fondo al mio essere. Ero cieca dentro. Ora è soltanto un difetto fisico. Avevo bisogno di aiuto per cercare di conquistare appieno la mia indipendenza di essere umano. Ce l’ho fatta. Non ti nascondo che non è stato facile imparare presto ciò che veniva insegnato con metodo: tutte le attività quotidiane da svolgere senza più l’aiuto di nessuno. Vestirmi, lavarmi e cucinare da sola sono stati dei grandi e meravigliosi traguardi. Riconoscere il denaro e comperare un vestito, anche. Fidarmi degli altri, degli sconosciuti, è uno scoglio che non ho ancora superato del tutto, ci sto ancora lavorando, ma spero di poter riuscire, un giorno, anche in questo.
    Imparare il braille è stato difficile, come anche camminare da sola avendo come punto di riferimento il numero dei miei passi per arrivare a destinazione. I primi anni ho usato le scarpe da ginnastica per non sentire, oltre al rumore dei miei tacchi sull’asfalto: tic, tic, anche la cadenza del mio handicap: toc. Tic, tic, toc. Tic, tic, toc. Il bastone, bianco mi hanno sempre detto. Bianco come il mondo, come l’essere, come il tutto, dal momento che vivo nel buio perenne. Poi mi sono abituata anche a questo nuovo amico, ho rimesso i tacchi massimo cinque centimetri, restituendo ai miei piedi la funzione importante di sostegno, di radice, di stabilità. È molto importante la stabilità per me: poter contare su dei sostegni validi nel corso della mia giornata è fondamentale. Ora mi muovo in casa con sicurezza; con Luca, tuo padre, abbiamo studiato un arredamento che possa facilitare i miei movimenti, anche quando sono da sola. L’unica cosa che non faccio è andare ad aprire alla porta, ci pensano Luca e la signora Alda per me.
    Il mio dubbio è questo: tu sarai sano?
    Potrai usare i tuoi occhi per me?

    <<continua>>

    brail Cristiana Iannotta i cinque passi occhi
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    Dols

    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare barriere e confini, ai cambiamenti, alla PACE.
Protagoniste di una sfida femminile secolare che nessuna guerra potrà negare. Nessun futuro potrà prescinderne.

https://www.dols.it/2025/06/09/donne-di-pace-e-di-guerra/
    https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-n https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-non-amati/

La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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